L’obiettivo è migliorare l’assistenza delle persone con problemi di salute mentale con percorsi personalizzati, sempre più a misura di paziente, puntando sulla prevenzione e sul coinvolgimento della rete familiare per dare risposte innovative.
Secondo le stime del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale, sono 3 milioni le persone che in Italia soffrono di un disagio psichico e 800mila quelle assistite da Servizi Psichiatrici (fonte: Rapporto Salute Mentale del Ministero della Salute), ma restano escluse dalle cure almeno 2 milioni di persone.
Si sta verificando un aumento preoccupante dei disturbi psichici in adolescenza, con il rischio di patologizzazione dei comportamenti e la frammentazione e carenze delle risposte territoriali.
La cronaca quotidiana ci insegna le conseguenze drammatiche di questo fenomeno – precisano gli Esperti. Ci sono bisogni in crescita e la necessità di costruire risposte per far fronte a questa vera e propria emergenza.
Per questo, Confcooperative Sanità e Confcooperative Federsolidarietà hanno organizzato il 26 Febbraio scorso, a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, il Convegno: “Cooperazione sociale e salute mentale: confronti, dialogo, sfide proposte per un diverso “prendersi cura”. Una giornata di lavoro per mettere a confronto le migliori esperienze sul campo e la collaborazione tra sistema pubblico e le cooperative sociali che svolgono un ruolo fondamentale in un approccio integrale al benessere della persona.
Confcooperative, per la tutela della salute mentale, associa circa 400 cooperative con oltre 25mila lavoratori occupati e nelle cooperative sociali di tipo b sono oltre 6mila i lavoratori con problemi di salute mentale che trovano una occupazione, attraverso un percorso di inserimento socio-lavorativo.
La cooperazione sociale, in base alla esperienza maturata nel tempo attraverso l’organizzazione e l’offerta di molteplici servizi per la salute mentale e per la neuropsichiatria della infanzia e della adolescenza, può e vuole essere protagonista anche nel costruire modelli di intervento innovativi che valorizzino sempre più la personalizzazione degli interventi e il coinvolgimento della comunità.
L’iniziativa vuole favorire un dialogo costruttivo che superi le contrapposizioni tradizionalmente associate ai disagi psichici. Attraverso un confronto aperto si intende esplorare il futuro della cura e della prevenzione, promuovendo un approccio integrato al benessere mentale. Il convegno è stata una occasione per valorizzare le esperienze sul campo ed una panoramica su strumenti e strategie innovative.
L’impegno della cooperazione è quello di diffondere modelli di intervento efficaci, condividere esperienze virtuose e stimolare un confronto multidisciplinare tra esperti e operatori.
“Il Convegno di oggi – ha commentato il presidente di Confcooperative Federsolidarietà, dottor Stefano Granata – vuole rilanciare l’impegno delle oltre 400 cooperative sociali aderenti che sono impegnate nella salute mentale ed avviare un percorso che proseguirà con iniziative a livello territoriale, mirando, certamente sulla analisi dei problemi, ma soprattutto sulla capacità della nostra rete di dare risposte efficaci, proposte attuabili, aspirando nella collaborazione con il sistema pubblico. La prima necessità è riuscire ad intercettare i bisogni quando si manifestano ed offrire risposte; è il tempo di agire”.
“Dalla legge Basaglia, la salute mentale è stata un’area di grande innovazione del nostro sistema sociosanitario e potrebbe esserlo ancora – ha affermato il dottor Mauro Abate, Vice Presidente di Confcooperative Sanità. Il settore però, riceve un sottofinanziamento strutturale e continua ad essere trascurato, nonostante il numero elevato di persone con disagio psichico nel nostro Paese. Le strutture socio riabilitative di mantenimento, ricevono solo il 40% della tariffa dal SSN, lasciando il resto a carico di persone in stato di grave disagio socioeconomico. Servono interventi tempestivi e di stimolo al lavoro in rete di tutte le professionalità operanti sul territorio quali: medici, professionisti sanitari e sociosanitari”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link