Com’era prevedibile ha lasciato strascichi velenosi l’ultima seduta consiliare di Aversa. La scia delle polemiche è arrivata fino alla Prefettura di Caserta. Tutti gli esponenti dell’opposizione hanno sottoscritto un documento per segnalare “la mancata applicazione del regolamento del consiglio comunale per l’ordine di trattazione di mozioni e interrogazioni”. Contestualmente hanno chiesto un’audizione al prefetto Lucia Volpe. Nel mirino della minoranza il presidente dell’assise Giovanni Innocenti. La comunicazione è stata inviata ieri. In calce la firma di Dino Carratù, Imma Lama, Mauro Baldascino, Mario De Michele, Marco Girone, Nicla Virgilio, Antonio Farinaro Marcantonio Mottola e Gilberto Privitera. “Durante la seduta del Consiglio comunale tenutasi in data 28/02/2025, – si legge nel documento – il Presidente del Consiglio Comunale ha messo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno pervenuta dal Consigliere comunale Raffaele De Gaetano, con cui si richiedeva che le mozioni e interrogazioni fossero discusse alla fine della seduta, anziché all’inizio, cioè subito dopo l’approvazione dei verbali della seduta precedente, come previsto dall’articolo 53, comma 1, del Regolamento predetto. Durante la trattazione di tale proposta, un Consigliere di minoranza ha richiesto il parere del Segretario Comunale circa la regolarità e legittimità della richiesta. Il Presidente del Consiglio comunale, non tenendo conto della richiesta di parere, ha prima messo a votazione la richiesta di inversione e, solo dopo il completamento delle operazioni e l’approvazione dell’inversione dell’ordine del giorno, ha permesso al segretario generale di esprimere il suo parere (postumo), rendendolo tuttavia inutile. Appare però opportuno evidenziare che la dott.ssa De Chiara (Segretario generale) ha confermato che, ai sensi del combinato disposto dell’art. 24 e dell’art. 53, comma 1 del Regolamento, le mozioni e interrogazioni dovessero essere discusse come primo punto dell’ordine di trattazione, dopo l’approvazione dei verbali, anziché alla fine della seduta consiliare. Nulla però è stato disposto in conformità al parere espresso. Preme anche rappresentare che già in altra occasione, come segnalato alla SV in data 14/11/2024, il Presidente del Consiglio Comunale ha violato le prescrizioni dell’art. 53, comma 1 del Regolamento, pregiudicando i diritti dei consiglieri di minoranza”.
LA RICHIESTA AL PREFETTO
Dopo la puntuale esposizione dei fatti (è ciò che è realmente avvenuto in assise), gli esponenti dell’opposizione hanno chiesto l’intervento del prefetto per ripristinare il corretto funzionamento dei lavori consiliari. “Riteniamo – scrivono i firmatari del documento – che la mancata applicazione dell’art. 53, comma 1, costituisca una violazione del Regolamento e un ostacolo alle prerogative dei Consiglieri di minoranza, perché li priva del diritto a vedere le proprie istanze trattate in modo regolare e trasparente. La procedura prevista dal Regolamento citato, stabilendo che mozioni e interrogazioni siano discusse subito dopo l’approvazione dei verbali, garantisce infatti uno spazio di confronto immediato in apertura di seduta, rispondendo all’esigenza di garanzia e partecipazione democratica, impedendo che la maggioranza, ponendo alla fine della seduta tali argomenti, possa discutere solo i punti di interesse ed abbandonare l’aula subito dopo facendo mancare il numero legale. Alla luce di quanto esposto, chiediamo un intervento della S.V. per assicurare che, nelle future sedute consiliari, il Regolamento venga applicato in conformità alle norme, al fine di tutelare il diritto di tutti i consiglieri, in particolare di minoranza, a partecipare pienamente e regolarmente ai lavori del Consiglio Comunale. Certi della Vostra attenzione, restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o documentazione e, nel formalizzare richiesta di audizione personale, porgiamo i nostri distinti saluti”.
LE CONSIDERAZIONI REGOLAMENTARI
Che dire? Il segretario generale Emanuela De Chiara ha fornito un’interpretazione impeccabile del combinato disposto combinato disposto dell’art. 24 e del primo comma dell’art. 53 del regolamento consiliare. Mozioni e interrogazioni vanno sempre poste e discusse immediatamente dopo l’approvazione dei verbali della seduta precedente. La ratio dei due articoli regolamentari va proprio nella direzione indicata dalla minoranza: “Garantire uno spazio di confronto immediato in apertura di seduta, rispondendo all’esigenza di partecipazione democratica”. Nel caso specie si configura un’altra grave e inaccettabile forzatura di Innocenti. La richiesta di inversione dell’odg, avanzata dal fido De Gaetano, quindi palesemente concordata, doveva essere messa a votazione dopo il parere della dottoressa De Chiara. Per legge, Innocenti fa lo gnorri, il segretario generale svolge i compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente, in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo Statuto ed ai regolamenti. E proprio sulla scorta del parere di De Chiara il civico consesso avrebbe avuto tutti gli strumenti necessari per valutare se votare o meno a favore dell’inversione dell’odg. Ma Innocenti ha preferito affermare la forza dei numeri. A prescindere da tutto e tutti. Un’impostazione non solo scorretta sul piano istituzionale ma grave sul versante politico. Il consiglio comunale non è un organo di governo, ma di indirizzo e di controllo sull’attività amministrativa. Innocenti ha volutamente, ripetiamo volutamente, “confondere” l’assise con la giunta per mantenere in piedi di una maggioranza allo sbando. Un comportamento lesivo della vita democratica della città che rappresenta un pericoloso precedente.
Infine, per buttarla giù semplice, tra il segretario generale De Chiara e il presidente del consiglio Innocenti non c’è partita: è come scegliere tra una bevanda rinfrescante nella calura estiva e un sorso di cicuta.
Mario De Michele
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