I settori dove cercare lavoro e quali a rischio licenziamenti, rischi e chiusure

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Il mercato del lavoro in Italia nel 2025 si presenta frammentato, con settori che mostrano una crescita e altri che affrontano problemi strutturali che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro. Questa dinamica sottolinea una realtà economica complessa, in cui convivono opportunità occupazionali e minacce concrete di licenziamenti e chiusure aziendali. Tra i comparti rientrano il commercio, il tessile, il lusso e l’automotive. Ma vediamo meglio:


  • Settori in crescita, dove sono le nuove opportunità occupazionali
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  • Quali sono i settori a rischio tra crisi e licenziamenti

  • L’industria automotive, un settore in trasformazione

Settori in crescita, dove sono le nuove opportunità occupazionali

Uno dei comparti più dinamici è il digitale e la trasformazione tecnologica. La domanda di professionisti IT, esperti di cybersecurity e analisti di dati sta ridisegnando il panorama lavorativo italiano. La digitalizzazione delle imprese, spinta anche dagli incentivi governativi per l’innovazione, ha generato un boom di richieste per figure altamente specializzate, aprendo prospettive di lavoro inedite.

Anche il settore delle energie rinnovabili è in piena espansione. La transizione ecologica, sostenuta da politiche europee come il Green Deal, ha stimolato la crescita di imprese che operano nell’installazione e manutenzione di impianti solari ed eolici.

Il turismo e la ristorazione continuano a essere un pilastro dell’economia italiana, soprattutto con la ripresa post-pandemia. Le località turistiche, da quelle costiere alle città d’arte, registrano domanda di lavoratori stagionali e qualificati. Il turismo esperienziale, che punta su esperienze personalizzate, ha aperto opportunità anche nel settore dell’artigianato e delle guide locali.

Quali sono i settori a rischio tra crisi e licenziamenti

Nonostante alcuni comparti in crescita, ci sono settori che vivono una situazione critica. Il commercio al dettaglio tradizionale offre la concorrenza sempre più pressante dell’e-commerce. Le grandi catene di negozi fisici sono costrette a riorganizzarsi, chiudendo punti vendita meno redditizi e riducendo il personale. Molti lavoratori hanno già perso il posto di lavoro a causa della ristrutturazione di grandi brand, come ad esempio la chiusura di alcuni negozi Coin in diverse città italiane.

Il settore tessile e della moda, una volta vanto del Made in Italy, affronta problemi strutturali. I rincari delle materie prime, la crescente concorrenza asiatica e la necessità di adattarsi a standard più sostenibili stanno spingendo molte imprese verso un ridimensionamento. Nel 2024, si stima che le aziende tessili abbiano perso circa 15 milioni di euro al giorno in ricavi. Questa crisi ha già portato alla chiusura di storici stabilimenti in Toscana e Lombardia, con migliaia di lavoratori in cassa integrazione.

Anche il settore del lusso, nonostante la sua apparente resilienza, sta registrando segnali di rallentamento. La domanda internazionale, influenzata dalle tensioni geopolitiche e dalla crisi economica globale, è in calo, mettendo a rischio l’occupazione in aziende importanti. Anche se il lusso rimanga un settore strategico, le previsioni indicano una possibile contrazione del mercato nel prossimo biennio.

L’industria automotive, un settore in trasformazione

Il comparto automotive è forse il più emblematico delle sfide che attraversano l’economia italiana. La transizione verso i veicoli elettrici, spinta da regolamentazioni europee più severe sulle emissioni, sta trasformando radicalmente l’intero settore. Molte aziende italiane, legate alla produzione di componentistica per motori tradizionali, si trovano in difficoltà nell’adattarsi alle nuove tecnologie.

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Un caso da manuale è quello di Stellantis. Una riduzione della produzione ha portato circa 2.800 lavoratori in cassa integrazione.

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