E’ vera crisi per Chiara Ferragni e le sue aziende? Le perdite di 10 mln e prospettive di rilancio

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Negli ultimi anni, le aziende di Chiara Ferragni hanno rappresentato un fenomeno imprenditoriale unico, unendo moda, marketing digitale e investimenti strategici. Tuttavia, eventi controversi come il Pandoro Gate e complesse dispute societarie hanno acceso i riflettori su difficoltà gestionali e finanziarie. Il crollo di ricavi e l’urgente necessità di ricapitalizzazione stanno sempre più delineando il futuro di queste imprese.

Il panorama delle aziende di Chiara Ferragni

L’impero imprenditoriale di Chiara Ferragni si articola in diverse società chiave, ognuna con peculiarità e ruoli specifici nel consolidamento del marchio. Alla base troviamo la holding Sisterhood, che detiene quote significative di altre tre realtà strategiche: TBS Crew Srl, Fenice Srl e Ferragni Enterprise.

TBS Crew Srl gestisce il blog The Blonde Salad e offre servizi avanzati di gestione dell’immagine per Chiara Ferragni e altri personaggi di spicco. Questa società, che genera gran parte dei ricavi tramite collaborazioni con marchi di lusso come Dior, Lancôme e Louis Vuitton, nel 2022 ha registrato ricavi per 14,6 milioni di euro e un utile netto di 5,1 milioni. TBS Crew rimane una componente essenziale nel consolidamento dell’influenza mediatica del brand Ferragni, con un focus specifico su collaborazioni e format pubblicitari innovativi.

Fenice Srl, invece, rappresenta il fulcro della gestione del marchio Chiara Ferragni Collection. Questa società si occupa principalmente del business degli articoli fisici, come abbigliamento, accessori, scarpe, gioielli e cartoleria. Nel 2022, Fenice ha chiuso il bilancio con 14,2 milioni di euro di fatturato e un utile di 3,4 milioni. Tuttavia, recentemente ha affrontato sfide significative, inclusi ritardi nei bilanci e sanzioni dall’Antitrust, che hanno eroso la fiducia degli investitori e il valore del marchio.

Infine, Ferragni Enterprise, controllata direttamente da Sisterhood, si occupa principalmente della gestione del patrimonio immobiliare, tra cui spicca una lussuosa residenza a CityLife, Milano, stimata intorno ai 10 milioni di euro. Questo ramo aziendale opera con un modello più patrimoniale rispetto agli altri segmenti.

Tutte queste realtà sono strettamente interconnesse e dipendono fortemente dall’immagine pubblica e dalla capacità di Chiara Ferragni di mantenere relazioni strategiche con investitori e partner commerciali. Tuttavia, le recenti difficoltà finanziarie e le tumultuose relazioni tra soci come Paolo Barletta (40% delle quote di Fenice) e Pasquale Morgese (27,5%) hanno sollevato interrogativi sulla sostenibilità del modello fino a oggi adottato. Gli utili si basano in larga parte su e-commerce e royalty derivanti dai vari segmenti del brand, rendendo essenziali nuove strategie per invertire il recente declino.

Il caso Pandoro Gate e le sue conseguenze con perdite fino a 10 milioni, licenziamenti e chiusure

Il Pandoro Gate, emerso nel dicembre 2023, è uno degli episodi più controversi che hanno segnato il recente percorso imprenditoriale di Chiara Ferragni e delle sue aziende. Al centro della questione si trova la commercializzazione dei pandori Balocco, accompagnata da una campagna dichiarata di beneficenza, che ha sollevato accuse di presunte pratiche scorrette e di truffa aggravata.

Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Milano, la campagna avrebbe garantito una donazione derivata dalla vendita su ogni pandoro acquistato. Tuttavia, le modalità effettive di gestione della beneficenza sono state oggetto di contestazione, portando alla sanzione dell’Antitrust per 400.000 euro. A questa cifra si sono aggiunti ulteriori 675.000 euro per pratiche commerciali ritenute scorrette, imputati a TBS Crew, che cura i diritti d’immagine di Chiara Ferragni. L’insieme di tali provvedimenti ha avuto un impatto notevole sul bilancio complessivo delle aziende legate al brand Ferragni.

L’effetto più grave è stato il danno reputazionale, che ha colpito direttamente l’imprenditrice. Il caso ha generato un’ondata di critiche sui social media, con ripercussioni sui follower e sull’immagine positiva precedentemente costruita grazie a collaborazioni globali con nomi come Dior e Safilo. L’azienda ha perso milioni di ricavi potenziali a causa della cancellazione di partnership esistenti o imminenti, tra cui quella importante con Coca-Cola, che ha ritirato uno spot già in programmazione.

Le ricadute finanziarie, inoltre, si sono tradotte in una significativa erosione del capitale sociale di Fenice Srl e Sisterhood, causando perdite cumulate di circa 10 milioni di euro tra il 2023 e il 2024. La necessità di un’urgente ricapitalizzazione è diventata evidente, con i soci principali, Paolo Barletta e Pasquale Morgese, coinvolti in discussioni tese sul futuro della società. Tale instabilità ha ulteriormente complicato la gestione strategica di Fenice.

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Gli impatti del Pandoro Gate non si limitano soltanto al settore finanziario. Anche dal punto di vista occupazionale, i tagli ai costi operativi hanno comportato la riduzione del personale di alcuni rami aziendali. Ad esempio, i dipendenti di Fenice Srl sono passati da sedici a otto, evidenziando una fase di ridimensionamento in atto. L’abbandono degli uffici di via Turati a Milano e il trasferimento nella sede della holding Sisterhood hanno rappresentato ulteriori misure di contenimento delle spese.

In parallelo, il caso ha influito sulla fiducia degli investitori, con conseguenze sulla liquidità del gruppo. Il ritardo nella presentazione dei bilanci 2023 da parte di Fenice e Sisterhood ha suscitato preoccupazioni fra i soci e gli stakeholder. Secondo alcune fonti, la tensione tra Barletta e Morgese ha ulteriormente aggravato i ritardi, rendendo difficile lo sviluppo di un piano industriale adeguato per il periodo 2025-2029.

Le strategie di rilancio del marchio Ferragni

Per accelerare la ripresa del brand, Chiara Ferragni e il suo team hanno identificato una serie di strategie di rilancio focalizzate sul consolidamento del marchio e sulla diversificazione delle attività. Una delle azioni chiave è la presentazione di un nuovo piano industriale per il periodo 2025-2029, studiato per garantire maggiore sostenibilità e nuove prospettive di crescita.

I nuovi piani di sviluppo si basano su questi 6 punti:

Riposizionamento del brand: Nel tentativo di ricostruire la fiducia del pubblico e dei partner commerciali, il team sta lavorando per rilanciare l’immagine del marchio verso mercati internazionali emergenti, con un focus specifico su settori come il make-up, la gioielleria e la pelletteria. Questo riposizionamento mira a intercettare un pubblico più giovane (15-28 anni) che resta un target centrale del gruppo.

Espansione digitale: Data la forte dipendenza dal commercio elettronico, è stata avviata una revisione delle piattaforme online per migliorare l’attività di e-commerce. In questo contesto, l’adozione di tecnologie innovative come intelligenza artificiale per l’assistenza clienti e strumenti di analisi avanzata per il monitoraggio delle vendite rappresentano iniziative cruciali per innalzare i tassi di conversione.

Nuove collaborazioni strategiche: Un altro tassello rilevante del rilancio prevede l’avvio di partnership con brand che possano rafforzare la credibilità e la diffusione del marchio. I settori identificati includono lo sportwear e accessori sostenibili, segmenti crescenti nel mercato globale. Parallelamente, si sta esplorando la possibilità di collaborazioni mirate con influencer emergenti per diversificare la promozione del brand.

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Contenimento dei costi operativi: Dopo il ridimensionamento degli uffici e una ristrutturazione interna del personale, che ha visto una riduzione significativa delle spese fisse, la nuova fase operativa punta a ottimizzare ulteriormente i costi. Ad esempio, l’integrazione logistica tra Fenice e Sisterhood intende uniformare processi amministrativi e operativi per aumentare l’efficienza.

Ricostruzione del rapporto con gli investitori: Uno step fondamentale prevede incontri con partner e azionisti per comunicare con trasparenza le strategie future e il piano di ripartizione dei profitti. È stato anche proposto l’ingresso di nuovi investitori istituzionali per fornire liquidità aggiuntiva e rafforzare la stabilità finanziaria del gruppo.

Innovazione del prodotto: Fenice ha progettato nuovi lanci di linee di prodotti – come occhiali da sole e accessori fashion – con un accento particolare su materiali ecologici e metodi di produzione sostenibili. Questa scelta riflette l’importanza crescente della responsabilità ambientale per il pubblico target e i nuovi partner aziendali.

Parallelamente, è stato avviato un lavoro di analisi per il consolidamento dei segmenti più redditizi, rivedendo i modelli di distribuzione e di licensing per aumentare le royalty derivanti da vendite internazionali.

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