Don Giovanni al Bellini di Catania con un finale diverso

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In scena fino al 15 marzo. La direzione di Beatrice Venezi orienta la partitura a svantaggio della brillantezza mozartiana, Regia di Ragattini Raimondi

di Marta Cutugno

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Catania. In scena fino a sabato 15 marzo, al Teatro Massimo Bellini uno dei capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart, il “Don Giovanni”, dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte che insieme a “Così Fan Tutte” e “Le nozze di Figaro” determina la cosiddetta trilogia mozartiana in stile italiano. Si dice che il compositore scrisse l’ouverture nella notte, a poche ore dalla prima rappresentazione – Praga, 29 ottobre, 1787 – e che l’orchestra la eseguì a prima vista. Pare che, dopo un primo scarso riscontro da parte del pubblico, Giuseppe II d’Asburgo-Lorena disse “non è cibo per denti dei viennesi” e che un lungimirante Mozart rispose “Lasciam loro il tempo di masticarlo”.

Nella produzione andata in scena al Teatro Massimo Bellini, l’allestimento è quello storico del 2008 firmato dallo scenografo Ezio Frigerio – scomparso nel 2022 – e dalla moglie costumista Franca Squarciapino che, alla prima catanese, ha ricevuto il Premio “Teatro Massimo Bellini” consegnatole dal sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano. Non ci troviamo nella Spagna del Settecento ma negli anni ’20. Lo si evince dall’auto d’epoca che conduce Don Giovanni sotto casa di Donna Anna o dalle cabine di uno stabilimento balneare del tempo. Don Giovanni, come è noto, è un abile seduttore accompagnato fedelmente dal suo servitore Leporello. Il cavaliere licenzioso conquista tante donne da poter vantare un catalogo. Nel tentativo di sedurre Donna Anna, la figlia del Commendatore, il dissoluto finisce per assassinare il padre di lei.

Nonostante si sia macchiato di un truce omicidio, Don Giovanni non riesce a sottrarsi alle solite avventure e avvicina la neo sposina Zerlina per approfittare di lei mentre Donna Anna, con la complicità di Don Ottavio e di Donna Elvira, anch’essa sedotta e abbandonata, cerca di mettere in atto una vendetta. Le sue malefatte condurranno Don Giovanni sulla tomba del Commendatore che si rivolge a lui inaspettatamente e, sprezzante della morte, porge al defunto un beffardo invito a cena.

La regia cambia il finale del Don Giovanni

Il Commendatore si presenta eccome in casa di Don Giovanni il quale non dimostra pentimento per la sua condotta immorale. E qui il finale, nell’allestimento in scena al Bellini, prende un’altra piega. La regia di Davide Ragattini Raimondi, infatti, fa sì che Don Giovanni incontri un inferno diverso, morendo ammazzato sotto i colpi di sicari vestiti di nero, comparse che trivellano il seduttore mentre il coro di diavoli canta dalla buca orchestrale. In buca anche il Commendatore interpretato da Luca Park in costume di scena. Un finale, dunque, in parte disegnato, in parte lasciato all’immaginazione di chi guarda e forse non sa dove guardare. A dirigere l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini la maestra Beatrice Venezi che, dopo “Le Nozze di Figaro” nella precedente stagione, è tornata al Bellini per un altro titolo della trilogia dapontiana.

Beatrice Venezi orienta la partitura a svantaggio della vivacità classica di Mozart

Opera tra le più rappresentate al mondo, il Don Giovanni di Mozart nasconde indubbie difficoltà sia dal punto di vista drammaturgico che da quello strettamente musicale dietro una apparente semplicità e immediatezza. Venezi ha certamente fatto le sue scelte interpretative orientando la partitura verso leggerezza e impalpabilità a svantaggio dei colori e della brillantezza classica mozartiana, per un suono orchestrale che arriva monocromatico nei timbri e nelle dinamiche.

Il cast

Nella recita di sabato 8 marzo in scena il secondo cast. Si distinguono per aderenza ai ruoli e per la complicità che li caratterizza Christian Federici nel ruolo di Don Giovanni e il suo contraltare Salvatore Salvaggio come Leporello. In scena anche Elisa Verzier (Donna Anna), Matteo Falcier (Don Ottavio), Luca Park (Il Commendatore), Evgeniya Vukkert (Donna Elvira), Shi Zong (Masetto), Cristin Arsenova (Zerlina). Al cembalo, l’ottimo M° Francesco Massimi. Il Coro del Teatro Massimo Bellini si dimostra sempre compagine sicura e puntuale negli interventi.

Foto di Giacomo Orlando



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