Saverio Bongelli
Una vita nel mondo del calcio, prima come giocatore e poi come allenatore. Ma la soddisfazione più grande per Saverio Bongelli è arrivata correndo. L’odontotecnico morrovallese, trapiantato a Civitanova, ha infatti centrato qualche giorno fa un’impresa non da poco: quella di completare le sei maratone più importanti del mondo, le cosiddette “Majors”: New York, Boston, Chicago, Londra, Berlino e Tokyo. E farlo alla non più tenerissima età di 62 anni, con al fianco la moglie Jenny Tacconi (che però ha saltato quella di Boston, per cui è ferma a “sole” cinque su sei”), rende tutto più speciale.
La medaglia che certifica le sei maratone completate e quella di Tokyo
Bongelli ha tagliato domenica il traguardo posto al Palazzo Imperiale di Tokyo e ha così chiuso un cerchio che si era aperto quasi per scherzo 10 anni fa. «Era il 2015 quando mi sono messo per la prima volta le scarpe da corsa ai piedi – racconta il runner – ho passato una vita a giocare a calcio, scrivendo pagine importanti della storia del Trodica prima in campo e poi anche come allenatore. Ho vissuto tanti momenti emozionanti, ma quello che vivi ogni volta che tagli il traguardo di una maratona è indescrivibile, ripaga di tutti i sacrifici. Ti senti vincitore anche se non sei arrivato per primo».
Saverio Bongelli con la moglie Jenny Tacconi a Tokyo
Il 2015, dicevamo. «Mia moglie mi ha proposto di andare a correre qualche volta, giusto per tenerci in attività – continua Bongelli – abbiamo iniziato facendo un paio di chilometri, dal Cristo Re allo stadio di Civitanova. Poi 3, poi 4 e via via, corsa dopo corsa, è scattata la molla. Alla fine abbiamo iniziato ad andare a correre tutte le sere dopo il lavoro e così abbiamo deciso di partecipare alla nostra prima corsa, la StraCivitanova. Sono 10 chilometri, ci siamo divertiti e a quel punto, dopo qualche altra corsa, abbiamo deciso di iscriverci all’Atletica Ama Civitanova. Abbiamo iniziato a girare la zona per fare le gare, siamo entrati nel gruppo squadra e dopo un po’ ci hanno proposto di provare la mezza maratona. Ero titubante, mi sembrava già abbastanza. Ma alla fine siamo andati a Foligno e l’abbiamo provata. Ci sembrava di scalare il Monte Bianco, ma l’abbiamo portata a termine».
Il fuoco della sfida divampa sempre più per Saverio e Jenny. E la pulce entra nell’orecchio. «Dopo la mezza, c’è la maratona vera e propria – prosegue Bongelli – io all’epoca non sapevo nemmeno cosa significasse una maratona. Poi ho capito che si trattava di 42 chilometri. Ci abbiamo pensato un po’, poi abbiamo preso coraggio e ci siamo iscritti alla Maratona di New York. Abbiamo contattato un tour operator che organizza viaggi di questo tipo, era novembre 2016: tempo di metterci in lista, a gennaio ci è arrivata la conferma e abbiamo iniziato la preparazione. Mediamente ci vogliono tre mesi e mezzo per preparare bene una maratona: da metà luglio abbiamo iniziato a prepararci, sempre di sera dopo il lavoro o, come ad agosto quando eravamo in ferie, di mattina presto e pian piano allungavamo le nostre distanze: 20, 28, 32, 36 chilometri. A novembre 2017 siamo partiti per New York e quando siamo scesi in strada abbiamo pianto come dei bambini per l’emozione. Milioni di persone che ti accompagnano lungo tutto il tragitto e poi la fatica, la paura di non farcela… Ma quando tagli il traguardo, tutto svanisce. Le persone che ti applaudono, il fotografo che immortala il momento, la ragazza che ti infila la medaglia al collo… indimenticabile, sembrava di averla vinta».
A Berlino
Ma New York non è più il punto di arrivo, ma quello di partenza. «L’obiettivo a quel punto è diventato quello di concludere tutte le “majors” e non è per nulla facile se non sei un professionista, come non lo siamo noi – spiega il podista morrovallese – nel 2021 abbiamo fatto quella di Berlino, poi nel 2022 Chicago e nel 2023 Londra. Il 2024 era il turno di Boston, ma è difficilissimo partecipare, ci sono 600mila richieste per circa 30mila posti. Un tour operator a cui ci eravamo rivolti è riuscito a metterci a disposizione un posto soltanto, io non volevo partire senza mia moglie, ma alla fine è stata lei a spingermi. E così sono andato da solo e ho completato anche quella. Mancava solo l’ultima tappa e domenica scorsa tagliando il traguardo di Tokyo ho completato l’opera».
A Chicago
Gli over 40 che completano il circuito delle sei maratone più importanti al mondo ricevono il riconoscimento dell’Abbott World Marathon Majors: un medaglione composto da sei medaglie più piccole, una per ogni competizione. «Il difficile non è solo arrivare al traguardo, ma proprio fisicamente riuscire a partecipare, ci sono code infinite per ogni maratona – dice Bongelli – la soddisfazione di essere riuscito in questa impresa è così grande che mi emoziona anche solo parlarne. Un bel modo anche per festeggiare 40 anni della mia attività come odontotecnico».
(Redazione Cm)
A Londra
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