Il caso del ginko biloba “capitozzato” a Villa Fiorelli ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Perché le motoseghe entrate in azione sul prezioso albero, sono state solo le ultime autorizzate a tagliare piante nelle ville storiche del municipio più popoloso di Roma: il VII.
Nel corso dell’ultima stagione non sono mancati neppure i tagli a Villa Lais. il polmone verde che ospitava la villa dedicata ai matrimoni laici, chiusa per mancanza di fondi. Del resto anche l’intero parco è rimasto chiuso dopo il crollo di un pino, lo scorso 29 settembre. Un cedimento improvviso che è arrivato a qualche settimana di distanza da controlli agronomici eseguiti, solo visivamente, sull’area verde. Cosa succede agli alberi del territorio?
La situazione a Villa Lais
“Dopo i crolli delle alberature della scorsa estate e dell’autunno nelle 3 ville storiche del Municipio avevamo richiesto e concordato con l’assessorato capitolino ed il dipartimento ambiente la necessità di una verifica approfondita (quindi non solo speditiva ma anche dove necessario strumentale) delle alberature delle ville” ha spiegato Estella Marino, l’assessora all’ambiente del municipio VII. “Tali verifiche sono state svolte sulle alberature di Villa Lais a dicembre, ed effettivamente le prove di trazione hanno dato esito negativo in alcuni casi, richiedendo l’abbattimento di 2 ulteriori pini ad esito della relazione dell’agronomo incaricato”. Il bilancio arboreo della villa è stato parzialmente compensato con “la messa a dimora di 3 nuovi lecci” ha spiegato Marino, mentre “si sta programmando la sostituzione dei pini”.
Alberi capitozzati e tagliati a Villa Fiorelli
Chiarito cos’è acceduto a Villa Lais, resta da affrontare il tema di Villa Fiorelli. A far discutere, recentemente, è stato soprattutto il caso di un ginko biloba. Si tratta di una specie preziosa ed antichissima, considerata “un fossile vivente” perché ultimo appartenente di una famiglia arborea comparsa sulla Terra 250 milioni di alberi fa. “Il culmine per quanto ci riguarda è la forte capitozzatura effettuata su un ginko femmina, che da quanto abbiamo potuto capire è stato eseguito diversamente da quanto indicato dalla stessa agronoma dopo le analisi” aveva spiegato a Romatoday Manuela, dell’associazione Alberelli di Villa Fiorelli.
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“Il servizio giardini ci ha confermato che sul Ginko erano state date prime indicazioni di rimuovere la punta secca, però nel momento del taglio – ha spiegato Estella Marino – è emersa un profonda carie interna che si può vedere anche dal video fatto dalla ditta e dalle foto. Pertanto ora il servizio giardini sta valutando assieme all’agronoma la complessiva stabilità dell’albero”. Le proteste a Villa Fiorelli avevano riguardato anche gli ulivi.
Il futuro degli ulivi
“Gli ulivi svolgono nei parchi e nelle ville funzioni ornamentali e come tali il servizio giardini era storicamente abituato a potarli” ha spiegato l’assessora municipale all’ambiente. Le potature in corso nelle scorse settimane, però, avevano provocato la reazione dei residenti. Del resto anche l’amministrazione sta valutando il da farsi.“Nel nostro municipio e più precisamente al Parco dei Romanisti a Torre Spaccata, sono nati progetti civico/sociali che contemplano la raccolta delle olive e la donazione dell’olio alle famiglie svantaggiate” ha fatto sapere. La destinazione ornamentale, in casi come quello descritto, diventa secondaria perché quelle piante si prestano bene a svolgere anche una funzione produttiva. Ma “è necessario verificare tale opportunità in ogni specifico parco e contesto” ha avvertito Marino. A Villa Fiorelli prevale ancora una finalità decorativa. Se dovesse emergere la possibilità di usare le olive per scopi alimentari, verrebbe modificata la gestione della pianta. È una possibilità, appunto, da valutare, magari anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini e dei comitati.
Al riguardo il municipio ha fatto sapere che “nei prossimi giorni” a villa Fiorelli “è in programma un sopralluogo con l’assessorato capitolino ed il servizio giardini. Verranno coinvolti anche i residenti, per la verifica delle criticità riscontrate dai cittadini ed un confronto sulle azioni da mettere in campo”. La capitozzatura del ginko biloba quindi, con le proteste che ne sono seguite, potrebbe aver aperto la strada ad una modalità di gestione del verde più partecipata. O, almeno, più trasparente.
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