Strade devastate a Dobropillia, nel Donetsk, dove i raid russi ieri hanno ucciso undici persone e provocato almeno 47 feriti, tra cui sette bambini. In totale, 17 ucraini sono morti nell’ondata di attacchi su tutto l’oblast orientale ucraino, il più martoriato dal conflitto, e altri tre sono deceduti nel Kharkiv. Attacchi che mostrano come “gli obiettivi russi restano immutati”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, costretto ad affrontare il rinnovato slancio dell’invasione rafforzata del terremoto Donald Trump che ha cambiato le carte in tavola nell’alleanza tra Ucraina e Stati Uniti fino a bloccare gli aiuti militari e il flusso di intelligence all’Ucraina.
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La lunga linea del fronte: il Kursk
Una scelta quest’ultima che avrebbe favorito l’avanzata russa lungo una parte critica del fronte, soprattutto nel Kursk, provocando la morte di molti soldati ucraini negli ultimi giorni. Tanto che secondo i media, Kiev starebbe valutando una possibile ritirata dal fronte in Russia, opzione che tuttavia gli alti ufficiali ucraini smentiscono categoricamente.
“Centinaia di morti”
“Ci sono centinaia di ucraini morti” nel Kursk, ma “il problema più grande è il morale”, poiché le forze di Kiev sono lasciate combattere senza alcuni dei loro migliori sistemi d’arma, ha detto un ufficiale ucraino parlando al Time.
E questo non a causa degli attacchi russi, ma della marcia indietro americana, ha sottolineato la fonte ucraina secondo cui questa nuova realtà “sta davvero creando un vantaggio per il nemico in prima linea”.
Fonti, ipotesi fuga ucraina dalla regione occupata in Russia
Secondo il britannico Telegraph, la situazione sarebbe così drammatica che l’Ucraina starebbe valutando la possibilità di lasciare la regione russa parzialmente occupata dallo scorso agosto, di fronte al rischio di accerchiamento che corrono 10.000 soldati ucraini: la Russia avrebbe infatti sfondato le principali linee di difesa e interrotto le catene di approvvigionamento. “Vogliamo evitare perdite”.
Paura di accerchiamento russo
“La paura dell’accerchiamento è reale”, ha detto un sergente ucraino comunicando col giornale britannico. E come se non bastasse, circa 100 soldati russi hanno tentato una clamorosa incursione sulle posizioni ucraine a Sudzha passando attraverso un gasdotto dismesso.
Di fronte a queste notizie, lo Stato maggiore ucraino ha minimizzato i rischi sul fronte di guerra in Russia e smentito qualunque idea di ritiro delle truppe dal Kursk, dove ha assicurato che nonostante le battaglie difficili, la situazione è “sotto il controllo ucraino” e anche gli incursori russi del gasdotto vengono “distrutti” e “subiscono enormi perdite”.
Tra ricostruzioni e smentite, resta chiaro che i segnali che provengono dal fronte non sono incoraggianti per il governo di Volodymyr Zelensky, che subisce un’offensiva russa rinvigorita dai segnali lanciati da Donald Trump a Vladimir Putin: “Penso che Putin stia colpendo Zelensky più forte di quanto non abbia mai fatto prima, probabilmente chiunque in quella posizione farebbe la stessa cosa adesso”, il commento del tycoon.
Da parte sua, Zelensky ha chiesto di continuare a sostenere militarmente Kiev e inasprire le sanzioni contro la Russia. E a Washington si è tornato a parlare di potenziali misure contro Mosca, ma con la specifica di renderle revocabili se ci fossero progressi nelle trattative per la pace.
L’obiettivo americano è quindi chiaro: spingere ad ogni costo Kiev a sedersi al tavolo delle trattative.
I raid e bombardamenti russi di nuovo incessanti
Anche ieri la Russia è tornata a martellare incessantemente l’Ucraina e il bilancio delle vittime è pesante. Gli ultimi attacchi, più difficili da arginare dopo la decisione degli Stati Uniti di interrompere la condivisione di intelligence e immagini satellitari con Kiev, hanno ucciso almeno 20 persone in varie parti dal Paese, dalla prima linea del fronte nel Donetsk fino all’area di Kharkiv.
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Una serie di raid che, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dimostrano che “gli obiettivi della Russia sono immutati”
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