L’ex poliziotto era tra i principali indagati nel fascicolo sugli spioni di via Pattari numero 6. E’ morto all’età di 66 anni, stroncato forse da un infarto ai dominciliari. Era accusato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico. Il 19 marzo si sarebbe dovuto pronunciare il tribunale del Riesame. Dai verbali di La Russa jr a Eni: i nodi che restano irrisolti
Domande senza risposta. Perchè sì, le risposte a molti dei misteri racchiusi all’interno delle mura di Equalize, la centrale di spionaggio al centro dell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi, vanno via con Carmine Gallo. L’ex poliziotto, tra i principali indagati nel fascicolo sugli spioni di via Pattari numero 6, è morto ieri, domenica 9 marzo, all’età di 66 anni. Stroncato forse da un malore, probabilmente un infarto, nella sua abitazione di Garbagnate Milanese, Gallo era accusato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico e per questo, dallo scorso mese di ottobre, si trovava agli arresti domiciliari.
Il prossimo 19 marzo sulla sua condizione si sarebbe dovuto pronunciare il tribunale del Riesame: i magistrati della procura meneghina, convinti che l’ex militare fosse a capo del gruppo di spioni, avevano infatti presentato ricorso e chiesto il carcere per l’uomo. Molti dei cui interrogatori risultano secretati. Cosa disse Carmine Gallo, che si definiva «servitore dello Stato», ai pubblici ministeri? Illuminò le zone d’ombra sui rapporti di Equalize con gli uomini della politica? Spiegò i legami che, in base a quanto emerso dalle intercettazioni, sembrano unire la centrale di Milano alle stanze dell’intelligence? E poi le relazioni coi clienti “eccellenti”, da Eni alle altre grandi aziende, fino all’antagonismo con la squadra Fiore, omologa centrale di spionaggio in riva al Tevere. Segreti, insomma, che resteranno segreti in questa storia che ha concluso uno dei suoi principali capitoli con un colpo di scena. La morte di Gallo, per l’appunto, per il quale è stata disposta l’autopsia e per cui, in base a quanto apprende Domani, verrà aperto un fascicolo a modello 45, quello riguardante gli atti non costituenti notizie di reato. «Siamo senza parole», il commento a questo giornale degli avvocati dell’ex poliziotto.
Il profilo
Entrato in polizia nel 1978, Carmine Gallo era originario di Gragnano, in provincia di Napoli. Si era occupato dei rapimenti di Cesare Casella e di Alessandra Sgarella, era stato l’artefice del pentimento di Saverio Morabito, era divenuto punto di riferimento per le inchieste sulla ‘ndrangheta al Nord. E nel 1998 il militare aveva anche dato un apporto alla risoluzione del caso Gucci. Sulle prime pagine dei giornali dell’epoca campeggiava di fatto la sua foto insieme a Patrizia Reggiani, mandante dell’omicidio del marito Maurizio.
Si narra che lady Gucci volesse fare il suo ingresso in carcere con una pelliccia: Gallo le consigliò di toglierla e di indossare il suo eskimo. «Non me l’ha più restituito», commentò anni dopo il poliziotto. Un curriculum, dunque, di spessore. Con la presenza tuttavia di diverse macchie: la condanna nel 2008 per aver rivelato un’indagine a un ex collaboratore di giustizia e poi – dopo aver chiuso con la polizia ed essersi reinventato imprenditore della società investigativa fondata con il presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali – il caso Equalize.
Proprio nelle carte dell’inchiesta sui presunti dossieraggi, Gallo viene descritto dai pm come colui che «programmava le attività illecite» ma anche come l’uomo che «era addetto al procacciamento della clientela e alla gestione dei rapporti con la stessa». «Gallo – si legge negli atti – prendeva parte in prima persona alla consumazione dei fatti delittuosi, comprese le intercettazioni abusive e l’acquisizione illecita degli Sdi».
Parole che appaiono confermate dalle intercettazioni. Ce n’è una del 18 luglio 2023 in cui l’ex poliziotto si lascia andare: «Ho quasi un 15, 16mila schede personali di soggetti, ma non soggetti mafiosi, anche soggetti non mafiosi, nome, cognome, dove è nato, a chi è collegato, la famiglia chi sono, i parenti chi sono».
Alla domanda sulle finalità dell’archivio, per cui i pm ipotizzano scopi «estorsivi e ricattatori», Gallo non potrà rispondere. Di certo in ogni fase del procedimento sia la procura sia i familiari potranno chiedere accertamenti nel merito: se si rileverà che il reato sussiste, si procederà comunque all’archiviazione per morte del reo.
Da La Russa jr a Eni
Indagato anche dalla procura capitolina per la squadra Fiore, i verbali secretati di Carmine Gallo, insieme a quelli dell’hacker Samuele Calamucci, erano stati acquisiti nelle scorse settimane dalle pm di Milano titolari dell’inchiesta per presunta violenza sessuale in cui è accusato Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio. Proprio le dichiarazioni di Gallo (e Calamucci) avrebbero fatto incrociare la vicenda su La Russa jr a quella di Equalize: al centro una chiamata di un certo «Ignazio» a Pazzali a ridosso del presunto stupro. Intanto le indagini delle inquirenti sul figlio del meloniano, sempre secondo quanto apprende questo giornale, verranno chiuse a stretto giro.
Ma c’è un ulteriore mistero che emerge dalle carte sulla centrale di via Pattari. E su cui Gallo non potrà spiegare. È quello relativo ai rapporti tra gli spioni ed Eni. Le intercettazioni del poliziotto rimandano al ritrovamento sotto allo zerbino di casa di documenti bancari contro i “nemici” del colosso partecipato dallo Stato da parte del capo degli affari legali Speroni (indagato). Una storia che per i magistrati è «inverosimile». E di fatto gli spioni dicono: «Montiamo tutta la pantomima, non lo sapeva nessuno, solo… Descalzi e Speroni…Speroni li trova sotto lo zerbino… te la ricordi tutta la cosa? Io posso vincere quasi il premio Oscar quando mi metto a fare ste cose… ti ho fatto un’indagine pilotata». Una chiave di risoluzione, forse, di quell’ambiguo ritrovamento e che, oltre a tirare in ballo niente di meno che l’ad Claudio De Scalzi, mette in relazione Eni al lavoro sporco di Equalize. Uno, tanti misteri.
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