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#finsubito


07.03.2025 09:32

Categoria: Corsi integrativi e specializzazione, Formazione iniziale, Integrazione alunni disabili, Personale docente, Personale precario

Si è svolta giovedì 6 marzo 2025 l’informativa al MIM sui decreti attuativi del Decreto legge 71/2024, che ha previsto percorsi straordinari di specializzazione sul sostegno la cui realizzazione è affidata a Indire.

Come è noto, il dl 71 ha previsto che in via straordinaria, fino al dicembre 2025, siano avviati percorsi riservati rivolti ai docenti che hanno svolto tre anni di supplenza su sostegno senza il possesso del titolo di specializzazione.

Allo stesso tempo, ha previsto corsi riservati per coloro che hanno conseguito il titolo all’estero e sono in attesa che si concluda l’iter di riconoscimento del valore di quel titolo per l’insegnamento sul sostegno. I percorsi straordinari potranno essere erogati anche dalle Università, in convenzione o meno con Indire.

Sul tema della carenza di docenti specializzati sul sostegno la posizione della CISL Scuola è nota da tempo: anche con specifici dossier è stata denunciata l’insufficienza dell’offerta formativa realizzata dalle Università, che hanno avuto finora l’esclusiva sui percorsi di specializzazione. Dati inequivocabili dimostrano come in molte realtà territoriali il numero di docenti specializzati sia nettamente inferiore al fabbisogno a causa di un’offerta di percorsi da parte delle facoltà universitarie del tutto insufficiente in alcune aree del Paese.

Da qui la necessità, sostenuta dalla CISL Scuola, di prevedere percorsi formativi in aggiunta a quelli resi disponibili dalle università, in modo da consentire a tutti i supplenti con almeno tre anni di servizio su sostegno di accedere alla formazione necessaria per specializzarsi, attraverso percorsi che garantissero comunque una formazione di qualità.

Diversa è la questione dei titoli conseguiti all’estero, sui quali la Cisl Scuola ha sempre espresso forti riserve; come sostenuto dalla stessa Amministrazione, la soluzione prevista dal DL 71 per quei titoli deriva dalla necessità di far fronte a un contenzioso che vede soccombente l’Amministrazione stessa, non in grado di garantire la conclusione dei procedimenti di riconoscimento nei tempi previsti dalle norme.

La soluzione adottata, offrire cioè un percorso ad hoc a fronte della rinuncia degli interessati al contenzioso pendente alla data del giugno scorso, non appare risolutiva del problema, perché nel frattempo sono stati acquisiti altri titoli all’estero rispetto ai quali l’Amministrazione non è in grado di valutare entro i termini previsti le richieste di riconoscimento della loro validità.

La CISL Scuola ha chiesto pertanto l’apertura di un tavolo di confronto che consenta anzitutto un esame più approfondito dei contenuti dei decreti, per i quali chiederà che siano apportate modifiche migliorative, specialmente per quanto riguarda la convivenza di percorsi da rendere più omogeni sotto il profilo della qualità formativa e dell’impegno richiesto, anche dal punto di vista economico. Il confronto servirà anche ad avere un quadro completo e aggiornato all’anno scolastico in corso rispetto al numero dei docenti destinatari dei percorsi.

La CISL Scuola ha chiesto inoltre di conoscere lo stato della programmazione dei percorsi di TFA ordinari, sempre con l’obiettivo di garantire che l’integrazione degli studenti con disabilità sia sostenuta dalla presenza di insegnanti adeguatamente formati. L’incontro è stato aggiornato a martedì 11 marzo.

Sulle questioni oggetto di confronto è intervenuta con una dichiarazione sui suoi profili social la segretaria generale Ivana Barbacci.

La situazione del sostegno – scrive in un post – presenta da tempo aspetti paradossali, che abbiamo ripetutamente denunciato, evidenziando soprattutto gli squilibri pazzeschi tra aree territoriali, frutto di una offerta formativa gestita interamente dal sistema universitario, una modalità che si sta rivelando, nei fatti, assolutamente inadeguata.

Così abbiamo territori in cui c’è abbondanza di specializzati senza opportunità di assunzione, e altri nei quali un altissimo numero di posti continua a rimanere scoperto, per mancanza di personale fornito di titoli, rendendo inevitabile il ricorso a personale precario non specializzato.

L’avvio dei corsi Indire, in questo contesto, può rappresentare una prima risposta, anche necessaria ma che non risolve in via strutturale e definitiva il problema. Servono garanzie precise sulla qualità dei percorsi e sull’effettiva equivalenza dei titoli che in modi diversi verranno conseguiti. È una questione su cui porre la giusta attenzione visto quanto accaduto sui titoli conseguiti all’estero, per i quali non può essere disatteso il compito di verificarne rigorosamente la rispondenza a standard di qualità compatibili con quelli dei titoli conseguiti in Italia.

L’approccio a queste problematiche non può però essere solo legato a logiche di emergenza: occorre ragionare in prospettiva, per delineare un sistema di formazione nel quale il ruolo delle istituzioni scolastiche torni a essere da protagonista nei percorsi formativi. La formazione degli specializzati non può continuare a essere un’esclusiva delle università. È una richiesta che come CISL Scuola abbiamo avanzato più volte e che siamo intenzionati a ribadire”.





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