SCATTA IL DASPO SPORTIVO PER COSTANTINO “CHA CHA” DI SILVIO

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Scatta il Daspo sportivo per tre anni nei confronti di Costantino “Cha Cha” Di Silvio: a emetterlo è stato il Questore, Fausto Vinci

Si è presentato in Tribunale di Latina, Costantino “Cha Cha” Di Silvio, nella giornata di venerdì 7 marzo. La sua presenza non poteva non essere notata. Un breve giro per le aule del Tribunale e tutti a domandarsi per quale ragione il noto pregiudicato, libero da metà febbraio per il venir meno delle esigenze cautelari dopo aver scontato quasi dieci anni di carcere in riferimento all’operazione Don’t Touch (associazione per delinquere semplice).

Dopo essere stato liberato, la domenica del 16 febbraio “Cha Cha” si era presentato sul campo della Samagor a vedere una partita di calcio dilettantistico tra la squadra di casa e il team di Pontinia. Il campo della stessa squadra latinense è a pochi passi da Campo Boario, quartiere storicamente a forte presenza di famiglie rom e dove attualmente Costantino Di Silvio vive.

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Il Questore di Latina, Fausto Vinci, ha applicato al 57enne Cha Cha il “Daspo fuori contesto”. La misura, introdotta nel 2019 e legittimata da una sentenza della Cassazione nel 2021, impedisce l’accesso agli impianti sportivi ai soggetti responsabili nell’ultimo quinquennio di alcune tipologie di reati, anche se realizzati fuori da un impianto o da un contesto sportivo. Di Silvio non potrà mettere piede negli stadi o comunque negli impianti sportivi per i prossimi tre anni, pur non essendosi macchiato di disordini in un contesto sportivo.

Cha Cha ha rimediato una condanna per estorsione ai danni di un avvocato di Latina a 8 anni e 4 mesi nel maxi processo Reset. La condanna è stata una delle poche emesse dal Tribunale di Latina nell’ambito del processo denominato che ha visto crollare le accuse formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. È venuta meno, infatti, con una sentenza sicuramente inaspettata e decisamente discussa, l’accusa di associazione mafiosa a carico di “Cha Cha”, dei nipoti Angelo e Salvatore Travali e di tutti gli altri componenti del sodalizio come Alessandro Zof e il narcotrafficante Gianluca Ciprian, entrambi scarcerati, così come il suddetto Salvatore Travali, al momento ai domiciliari e visto anche lui in Tribunale in settimana per l’udienza del processo “Don’t Touch 2”.

Leggi anche:
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“Cha Cha” è un nome notissimo non solo negli ambienti della malavita pontina; nel passato, sono emersi contatti anche con personaggi del calibro di Giuseppe D’Alterio detto ‘O Marocchino e Ettore Mendico, due nomi di peso negli ambienti della malavita organizzata nel sud pontino. La presenza di “Cha Cha” è stata evidente a ogni livello, nel mondo di sotto e nel mondo di sopra del capoluogo di provincia: dalla curva del Latina Calcio fino alla frequentazione dell’allora Presidente ed ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta (grande amico di “Cha Cha”), il personaggio sfrecciava con il suo motociclo per la città incontrando il saluto e il rispetto di molti.

Al momento, Di Silvio deve affrontare due processi, le cui accuse sono sostenute dalla DDA di Roma. Si tratta del processo che si concentra su lettere e messaggi di minaccia che “Cha Cha” voleva recapitare a due cittadini di Latina. Lettere che Di Silvio avrebbe scritto tra il 2020 e il 2021 per indirizzarle a un noto titolare di un esercizio commerciale di Latina che si occupa di vestiti, vittima delle estorsioni del clan Travali/Di Silvio (gli episodi sono rientrati nel processo Don’T Touch). L’altra destinataria dei messaggi minacciosi di Di Silvio è Claudia Costanzo, l’ex moglie di Gianluca Tuma, peraltro citata nelle carte dell’inchiesta Don’t Touch come intestataria di società del predetto Tuma. Società e beni che vennero colpite da provvedimento di sequestro e poi di confisca.

Inoltre, Cha Cha dovrà essere giudicato da un giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma per una estorsione che gli è contestata, insieme a Francesco Viola, per aver estorto, con l’aggravante del metodo mafioso, il titolare di un bar e di un pizzerie di Latina. I due, nell’episodio racchiuso nell’indagine “Purosangue”, avrebbero provato a farsi corrispondere la cifra di circa 25mila euro. Secondo la Squadra Mobile di Latina e la DDA romana, la corresponsione del denaro salò solo per l’intervento di un altro pregiudicato di peso, Luigi Ciarelli.





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