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Il Green Deal e la volatilità dei prezzi dell’energia sui mercati hanno riacceso l’attenzione sull’importanza di una transizione energetica che sia sostenibile tanto dal punto di vista ambientale quanto economico. In tal senso, la chiave di volta per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica al 2050 sarà la complementarietà tra fonti rinnovabili e nuovo nucleare. Il ruolo delle rinnovabili è cardine. A loro è affidata la sfida più grande: oggi rappresentano circa il 40% del mix di produzione del Paese e dovranno arrivare al 70% entro il 2030, secondo quanto prevede il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). Tuttavia, le rinnovabili sono intermittenti per loro natura secondo la disponibilità di acqua, vento e irraggiamento solare. La conseguente necessità di sistemi di accumulo e di potenziamento delle reti di trasmissione porterebbe un sistema basato esclusivamente sulle rinnovabili a compromettere la competitività del Paese. Occorre il giusto mix di fonti che valorizzi il contributo delle rinnovabili alla decarbonizzazione, evitando al contempo l’esplosione dei costi e garantendo la sicurezza delle forniture. Un risultato che può essere ottenuto affiancando alle rinnovabili, idroelettrico incluso, fonti di energia programmabile che coprano almeno il 20% della domanda elettrica. In questo quadro il nuovo nucleare – in particolare i reattori di piccola taglia smr (small modular reactor) – ha l’opportunità di giocare un ruolo chiave, riconosciuto dallo stesso governo italiano che nell’ultimo aggiornamento del Pniec ne sottolinea il contributo alla stabilità e competitività del sistema, in uno scenario che al 2050 prevede una copertura tra l’11% e il 22% della domanda elettrica. L’energia nucleare non produce anidride carbonica e ha il vantaggio di essere programmabile e modulabile, capace di fornire un carico di base (baseload) continuativo a costi fissi per il sistema. La disponibilità di energia stabile, economica e decarbonizzata è un fattore determinante per la capacità delle imprese di mantenere la propria competitività sui mercati domestici e internazionali ed è un fattore determinante anche per i cittadini. Oltre alla produzione di energia elettrica decarbonizzata, gli smr possono operare in modalità cogenerativa e fornire calore per rispondere ai fabbisogni termici dei clienti industriali che non possono elettrificare completamente i processi produttivi: in questo modo forniscono un’ulteriore leva di competitività all’industria italiana. Inoltre, il nuovo nucleare può costituire un motore di sviluppo economico significativo del nostro Paese, grazie alla possibilità di far leva sulle competenze nazionali e sulle oltre 70 aziende che attualmente sono impegnate nello sviluppo del nucleare internazionale. Una stima preliminare legata al possibile sviluppo di 15-20 smr in Italia entro il 2050 porta a oltre 50 miliardi di euro di valore aggiunto per il sistema paese e circa 120.000 nuovi posti di lavoro tra diretti ed indiretti. Edison è motore e al tempo stesso attore di questa riflessione insieme alle istituzioni e alle eccellenze italiane del settore. Nel 2023 abbiamo firmato una lettera di Intenti con EDF, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare con l’obiettivo di favorire le cooperazioni industriali per lo sviluppo dell’energia nucleare in Europa. Nel 2024 abbiamo poi sottoscritto un accordo con Framatome e Politecnico di Milano per rafforzare la cooperazione per la ricerca scientifica e tecnologica nel settore, oltre a un accordo con EDF, Federacciai e Ansaldo per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica italiana attraverso il nuovo nucleare e a un altro accordo con ENEA ed EDF per lo studio di sistemi di sicurezza passivi e la produzione di idrogeno con gli SMR a servizio dei clienti industriali. A livello istituzionale, siamo parte attiva dei principali tavoli di confronto, come la Piattaforma per il Nucleare Sostenibile del MASE, la European Industrial Alliance sugli SMR e il tavolo di lavoro sul nucleare Confindustria-ENEA. Abbiamo un approccio di neutralità tecnologica e crediamo che il nuovo nucleare debba avere un ruolo cardine nel mix produttivo equilibrato del nostro Paese per una traiettoria di decarbonizzazione che sia sostenibile, sicura e di valore per le imprese e i cittadini.
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