La recente decisione dell’amministrazione statunitense di bloccare i finanziamenti dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale ha suscitato forti reazioni tra i leader della sanità africani, riuniti in Rwanda per la Conferenza Internazionale sull’Agenda sanitaria Africana. Gli effetti di questa scelta si preannunciano drammatici, con conseguenze dirette sulla lotta contro l’Aids e sulla salute pubblica nel continente. Guglielmo Micucci, direttore generale di Amref Health Africa-Italia, ha sottolineato l’importanza per i Paesi africani di prendere in mano la gestione della propria salute, con un forte impulso all’orgoglio e alla responsabilità collettiva.
Le conseguenze del blocco dei fondi
Il blocco dei fondi di Usaid ha un impatto devastante su diverse nazioni africane. In Sudafrica, si stima che per ogni mese di interruzione dei finanziamenti oltre 200 neonati nasceranno con l’Hiv, con un terzo di questi a rischio di morte entro il primo anno di vita. Situazioni critiche si registrano anche in Tanzania, dove ben 1,3 milioni di persone non avranno accesso ai test per il virus, e in Malawi, dove 20mila donne in gravidanza rischiano di trasmettere l’Hiv ai propri bambini. Questa decisione dell’amministrazione Trump, che prevede la sospensione dei fondi per 90 giorni, mette a repentaglio la vita di milioni di persone sul continente.
Amref Africa ha lanciato un forte appello durante la conferenza di Kigali, dove i leader della sanità hanno chiesto ai governi africani di unirsi e formare un fronte comune per fronteggiare questa crisi. La combinazione tra pandemie e il calo degli aiuti internazionali richiede risposte rapide e risolute. In un contesto in cui la salute pubblica è sempre più minacciata da cause esterne, la necessità di un approccio unitario e indipendente diventa cruciale.
La necessità di una risposta congiunta
I leader presenti alla conferenza hanno messo in evidenza l’importanza di un’azione congiunta per rafforzare i sistemi sanitari africani. Con la riduzione degli aiuti esterni, diventa indispensabile per i governi locali sviluppare strategie autonome che garantiscano accesso e qualità dei servizi sanitari. Guglielmo Micucci ha affermato che il blocco dei fondi diventa un’opportunità per ridurre la dipendenza dagli aiuti esterni, incoraggiando i Paesi africani a investire nelle proprie capacità e risorse.
Il direttore di Amref ha espresso preoccupazione per la chiusura delle fonti di finanziamento, con il rischio di un effetto domino che potrebbe portare anche altri Paesi a limitare la cooperazione sanitaria. Oltre ai finanziamenti esteri, è essenziale che le nazioni africane creino una rete di donatori nazionali per affrontare le sfide sanitarie attuali.
Autonomia e sviluppo delle identità africane
Uno dei messaggi centralizzati durante la conferenza riguarda l’importanza che i governi africani sviluppino un orgoglio nazionale e una forte autonomia rispetto agli aiuti esterni, per designare il loro futuro sanitario. C’è una crescente convinzione che un certo grado di indipendenza dalle fonti americane di finanziamento possa spingere i Paesi a ristrutturare i propri sistemi sanitari in maniera sostenibile.
Micucci ha fatto notare come l’Africa può rimanere resiliente, con la creazione di strategie che possano compensare il deficit causato dal blocco di Usaid, che rappresentava circa il 40% delle risorse destinate alla salute. È fondamentale che i governi africani inizino a guidare le iniziative sanitarie, integrando le identità locali e creando soluzioni che rispondano ai bisogni urgenti dei cittadini. La lotta all’emergenza sanitaria può trasformarsi in un’opportunità di crescita.
Salute per tutti: un obiettivo collettivo
L’aspettativa di garantire che la salute diventi un diritto accessibile a tutti è stata un altro tema di rilievo. Durante il convegno è emersa la necessità di elaborare modelli che assicurino l’accesso a servizi sanitari essenziali, acqua potabile e cibo sufficiente per ogni abitante. L’assistenza sanitaria primaria diventa cruciale specialmente nei Paesi colpiti da conflitti e corruzione, dove i bisogni fondamentali delle popolazioni non sono soddisfatti.
Guglielmo Micucci ha sottolineato come ci siano molti Paesi già attivi, ma è essenziale incrementare ulteriormente gli sforzi coordinati per liberare risorse e migliorare le condizioni di vita. Un’attenzione particolare dovrebbe essere dedicata all’integrazione dei mercati e alla rimozione delle barriere commerciali tra i Paesi, promuovendo un percorso di cooperazione fruttuosa all’interno del continente.
Il compito non sarà semplice né immediato, ma le basi per una vera autonomia e un’azione coordinata dai governi africani sono già state poste e necessitano di essere sviluppate ulteriormente.
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