Prevarrà il bellicismo o la saggezza? In questi momenti bui per l’Europa non ci dobbiamo scoraggiare

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Dicono: l’Europa non esiste più. Io penso che ci sia. Sono ovviamente sconcertato dalla seconda Von Der Leyen che metamorfosa dal dr Jekyll di Green Deal, Transizione Ecologica e Next Generation Eu al mr Hyde che propone di “turbocharge” le spese militari (uso le sue parole). Metamorfosi condivisa con il nostro ex ministro per la transizione ecologica, ora al vertice di una fabbrica di armi e centrali nucleari. Dalla transizione ecologica alla transizione bellica.

Non è questa l’Europa che ho conosciuto negli ultimi 30 anni. Con i progetti Erasmus i giovani europei passano da uno stato all’altro per inseguire i loro sogni: la loro casa è l’Europa. Con i progetti Horizon le comunità scientifiche europee sono diventate una sola comunità scientifica, sostenuta dalle Reti di Eccellenza che hanno migliorato le infrastrutture di ricerca europee. I progetti europei hanno promosso collaborazioni con Nord Africa e Asia, per integrare una cultura scientifica che non può che essere “una”. Gli ecosistemi e la biodiversità, la salute umana e tutto quello che è oggetto di indagine scientifica non segue “leggi” che differiscono da stato a stato: non possiamo risolvere i problemi “da soli”.

Ci dicono che siamo divisi da troppe lingue, ma i giovani e la comunità scientifica parlano una sola lingua: l’inglese. Giovani e comunità scientifica, però, non sono una massa critica elettoralmente sufficiente, e spesso i giovani partecipano poco alle elezioni, come è avvenuto nel caso della Brexit, gettando nello sconforto la comunità scientifica britannica. I vecchi, categoria a cui appartengo anagraficamente, sono il passato, mentre i giovani sono il futuro e la scienza è il motore della conoscenza. In questi momenti bui per l’Europa non ci dobbiamo scoraggiare. Ci sono le premesse per rafforzare il processo che tende ad amalgamare i nostri popoli. Si dice che l’unica unificazione sia stata economica, dimenticando quella culturale generata dagli scambi di studenti, docenti e scienziati. Per non parlare del turismo innescato dai voli a basso costo.

I sovranisti sono destinati a farsi la guerra tra loro, visto che ognuno pensa di mettere i propri interessi nazionali davanti a quelli di tutti gli altri paesi: tutti contro tutti. Trump dice America First (prendendo una parte, gli Usa, per il tutto: l’America), non dice Texas first, o California first. Noi dovremmo dire Europe First. In effetti lo stiamo dicendo, ma solo per prepararci alla guerra con la Russia, nel timore che ci attacchi. La Russia non ha mai attaccato paesi dell’Europa Occidentale, mentre è stata attaccata da norvegesi, francesi, tedeschi e italiani, per non parlare della guerra di Crimea, a cui partecipò anche il Regno di Sardegna. Ha cercato, e cerca, di circondarsi di stati cuscinetto, vista la storia del passato. Proprio come gli Usa, che non hanno mai tollerato governi “ostili” nei paesi che rientrano nella loro sfera di influenza: paesi a sovranità limitata, Italia compresa. Tutti parlano del patto tra Stalin e Hitler, dimenticando che Stalin lo fece a seguito del rifiuto degli stati europei occidentali di far fronte comune alla minaccia nazista che, allora, fu vista come un argine al comunismo. Proprio come fu visto il nostro fascismo, e tutti gli altri fascismi e nazismi. Gli stessi stati appoggiarono la controrivoluzione che cercò di sovvertire gli esiti della rivoluzione di ottobre.

Una guerra nucleare tra l’Europa e la Russia sarebbe un suicidio per entrambe, vista la vicinanza. L’Urss intraprese la corsa agli armamenti per inseguire l’unico paese che aveva usato l’arma nucleare, e si dissanguò economicamente, fino a crollare. Ricevendo la promessa che le basi militari non sarebbero mai state installate vicino ai suoi confini. Un conto è allargare a oriente l’Unione Europea, altro conto è allargare il Patto Atlantico, dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia. Avere basi militari vicino al proprio confine, dotate di armi nucleari, non può che portare a tensioni e a reazioni dettate dalla paura di essere attaccati da forze così vicine e micidiali.

Non sono sicuro che i giovani europei siano entusiasti di fare la guerra: sarebbero loro ad andarci. I vecchi attizzano gli impulsi bellicisti, tanto non saranno loro a rischiare la pelle. Dopo aver ingaggiato una guerra con la natura, per dominarla, ora stiamo pianificando di farci la guerra tra noi, usando le armi più potenti. La guerra contro la natura ci vede vittoriosi in qualche battaglia ma, se esagereremo, e lo stiamo facendo, sarà la natura a prevalere. Le guerre tra i popoli non sono ad esito così certo. Probabilmente non ci saranno vincitori, ma solo perdenti. Ve lo ricordate Chernobyl? La nube radioattiva arrivò anche da noi. Succederebbe anche in caso di conflitto nucleare tra Europa e Russia. Le correnti atmosferiche, di solito, vanno da ovest verso est, e la Russia si sparerebbe nei piedi se ci bombardasse.

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Se abitassi in Papuasia riterrei “interessante” il futuro dell’Europa. Prevarrà la follia bellicista o la saggezza dell’integrazione culturale? Dovendo scommettere tra stupidità e intelligenza, di solito il pronostico è a favore della stupidità, visto il suo ruolo cruciale nel delineare la nostra storia sul pianeta. Vale la pena ricordare che nessuna invasione della Russia da parte di stati europei ha avuto successo. E noi chi stiamo sfidando, adesso? La Russia! E proprio quando gli Usa vogliono fare affari con lei. Quindi ora siamo contro la Russia, gli Usa e la Cina. Complimenti!!! La vittoria è certa.



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