dubbi sui risarcimenti ai migranti

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Nel corso di una conferenza stampa, i ministri Piantedosi e Nordio hanno commentato la sentenza della Cassazione sul caso Diciotti, esprimendo dubbi riguardo ai risarcimenti ai migranti. Piantedosi ha ribadito il rispetto per le decisioni giudiziarie, ma ha sollevato preoccupazioni sulle implicazioni finanziarie e legali. Nordio ha aggiunto che, pur rispettando la sentenza, teme le conseguenze di un principio che potrebbe minare la legalità e le finanze pubbliche.

Durante la conferenza stampa del Consiglio dei Ministri, che illustrava il provvedimento sull’introduzione del delitto di femminicidio e altre misure per contrastare la violenza di genere, sono emerse anche domande riguardo alla recente sentenza della Cassazione sul caso Diciotti, che ha condannato il governo italiano e disposto il risarcimento ai migranti a bordo della nave Diciotti. La sentenza ha suscitato numerose reazioni, in particolare nella maggioranza, che ha criticato l’orientamento della Corte, accusandola di politicizzazione. A queste dichiarazioni ha fatto però eco la risposta della Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, che ha difeso l’indipendenza della magistratura: “Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono, invece, inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto”.

Una dichiarazione che ha suscitato una reazione immediata da parte di Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno, e Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, che, pur rispettando la sentenza, hanno tuttavia espresso delle perplessità sul suo contenuto e sulle implicazioni future.

Piantedosi: “Rispetto sentenza della Cassazione ma non la condivido”

Così Piantedosi, durante la conferenza stampa, ha risposto anche alla critica di Cassano: “Per carità, le sentenze giudiziarie, a maggior ragione quelle della Cassazione, si rispettano, ma si possono commentare sul regime democratico. Quindi io dico che con il profondo rispetto non la condivido affatto, per una serie di motivi proprio conoscendo nella profondità quel caso”. Piantedosi ha aggiunto che, pur non avendo letto l’intera sentenza, aveva avuto modo di visionare ampi stralci riportati dai media, e ha ricordato un giudizio precedente del Senato, che aveva stabilito l’inesistenza del reato, ritenendo che l’azione del governo fosse motivata dal perseguimento di un interesse pubblico superiore. Inoltre, ha sottolineato che il salvataggio dei migranti era stato compiuto dalla Guardia Costiera in una zona di ricerca e soccorso non di competenza italiana, con il rispetto del diritto alla salvezza delle vite umane: “Il diritto della salvezza della vita umana era stato abbondantemente rispettato anche oltre gli obblighi che a mio modo di vedere sussistevano in capo allo Stato italiano”, ha affermato. Ha poi però aggiunto che la gestione successiva della nave, trattenuta nel porto di Catania, meritava un’altra valutazione, sebbene fosse frutto di legittime scelte operative. Piantedosi ha concluso il suo intervento dicendo: “Non commento quello che dice il presidente della Cassazione, ci mancherebbe, lo ascrivo ad un’opinione autorevolissima, ma pur sempre un’opinione, a cui oppongo il fatto che le sentenze, secondo me anche quelle autorevoli della Cassazione, si rispettano, ma sono commentabili e sono in qualche modo giudicabili, in questo caso da parte mia non condivisibili”.

Nordio: “Perplesso sulla sentenza e le sue implicazioni”

Nordio, dal canto suo, ha ribadito la necessità di rispettare la sentenza ma ha sollevato preoccupazioni simili: “Sono un pò perplesso sulle conseguenze che una simile interpretazione del diritto potrebbero avere, perché sappiamo che in Africa premono centinaia di migliaia di potenziali migranti, forse addirittura milioni, che sono gestiti da organizzazioni criminali e che aspettano di arrivare in Italia soltanto in base a delle convenienze di questi gruppi e alla capacità degli stati limitrofi di fermarli. Se noi introducessimo il principio che queste persone, anche entrando in Italia illegalmente, hanno diritto a risarcimenti finanziari, le nostre finanze andrebbero in rovina, visto che si tratta di centinaia di migliaia di persone o forse di milioni”. “Ci sono momenti in cui il giudice, pur mantenendo il suo rigore, deve anche avere una visione d’insieme, che non si limiti al caso singolo. Non possiamo ignorare le ripercussioni a livello sistemico delle sentenze che possono compromettere l’equilibrio sociale ed economico del Paese”, ha affermato il Ministro della Giustizia, che ha poi aggiunto: “Molte volte la magistratura non guarda oltre quello che è il significato e il risultato delle proprie decisioni. Certo, prima di tutto il diritto, però ci sono anche delle vecchie massime latine, fiat iustizia periat mundus sumum ius suma iniuria, che ti dicono che al di là del rigore della legge formale e della sua applicazione, occorre anche stare attenti a non ottenere dei risultati che possono essere devastanti in altri settori”.





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