«Così si favorisce Musk». Ma c’è l’interesse di Parigi

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Da una parte le opposizioni, che sventolano cartelli in Aula per denunciare il «regalo» alle aziende del miliardario patron di Tesla: «Giù la Musk», «il troppo Stroppa». Dall’altra il governo, che non sarebbe più così convinto di firmare un accordo da 1,5 miliardi con il magnate sudafricano per utilizzare il suo sistema satellitare. E che secondo Bloomberg starebbe negoziando con il concorrente francese di SpaceX, Eutelsat (fonti dell’esecutivo però a sera smentiscono). Tutto mentre l’uomo-ombra di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa, rilancia tweet al veleno, accusando Roma di voler «pugnalare alle spalle» l’imprenditore-amico di Trump.

È in questo clima che alla Camera va in scena il via libera (con 133 sì e 89 no) al ddl Spazio, che ora passa al Senato per l’ok finale. Si tratta del provvedimento proposto dal ministro per Imprese e Made in Italy Adolfo Urso per regolare la “space economy” e colmare il vuoto normativo sulle attività spaziali (e quindi anche satellitari) condotte da privati. Un testo salutato da governo e maggioranza come «all’avanguardia», che per il relatore di FdI Andrea Mascaretti «consente ai privati italiani di entrare in gioco». Rilancia Urso: «L’Italia indica all’Europa la rotta per lo spazio: siamo il primo Paese a dotarsi di una legge sulla Space economy». Ma che viene approvato tra le proteste della parte sinistra dell’emiciclo. Un po’ per «l’assenza del ministro», un po’ – soprattutto – perché per le opposizioni il disegno di legge è «un favore a Musk». Di più: «Un regalo», affondano Pd, M5S, Avs, che al momento del sì sfodera i cartelli contro il fondatore di SpaceX e Stroppa. Contrarie anche Azione e Italia viva, che si chiede se l’esecutivo sia «sotto ricatto» del magnate trumpiano.

I NODI

E dire che nelle scorse settimane, durante l’esame del provvedimento in commissione, pareva che dem e meloniani avessero raggiunto un compromesso sul nodo più controverso, quello delle connessioni satellitari, dando la precedenza ai sistemi italiani ed europei. Un’intesa che aveva fatto imbufalire Stroppa, che via X era passato al contrattacco rivolgendosi a FdI: «Siete contro Starlink, non chiamateci più per conferenze o altro».

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E proprio quei tweet dell’informatico romano vicino a Musk, secondo i dem, avrebbero fatto calare il gelo sul confronto. «C’era l’impegno della maggioranza a correggere alcuni punti critici in Aula. Invece i nostri emendamenti sono stati bocciati, senza neanche una proposta di riformulazione», va all’attacco dal Pd Andrea Casu.

Il pomo della discordia è l’articolo 25 del ddl, che si occupa della “Riserva di capacità trasmissiva nazionale”. Tradotto: il sistema di trasmissioni da utilizzare in caso di calamità naturali, conflitti e situazioni di emergenza. In commissione le opposizioni avevano ottenuto che nell’articolo venisse inserita una garanzia di tutela della «sicurezza nazionale» e di «ritorno industriale per il sistema Paese». Ma non sono riusciti a modificare la formulazione del passaggio successivo, secondo cui i satelliti devono essere «gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza atlantica». In altre parole, anche da attori privati statunitensi, come Musk. Bocciato l’emendamento a prima firma di Casu, che chiedeva di prediligere i «soggetti appartenenti all’Ue» e solo «in caso di comprovata impossibilità quelli dell’Alleanza Atlantica». Così come non è stata accolta la corsia preferenziale per i «soggetti istituzionali» chiesta sempre dai dem. Che ora puntano a ottenere modifiche in Senato «per tutelare l’interesse nazionale»: «La partita non è chiusa», avverte Casu.

LE TRATTATIVE

Alle accuse di un «regalo» a Musk, intanto, replica Urso: «È esattamente il contrario», spiega il ministro. «Siamo i primi in Europa a normare l’attività di privati e indicare la via di una costellazione nazionale» di satelliti. Un tema su cui secondo indiscrezioni si starebbe trattando non con Musk, ma con il suo rivale francese, Eutelsat. L’azienda, che gestisce la terza rete satellitare mondiale, conferma: «Colloqui molto positivi» con l’esecutivo. Ipotesi che non piace alla Lega, preoccupata per la sicurezza nazionale: «Sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano», fa sapere una nota del Carroccio. A sera ecco la smentita del governo: «Non sono in corso trattative con Eutelsat né con altre aziende del settore».





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