CATANZARO – Il procuratore aggiunto di Salerno Luigi Alberto Cannavale e il sostituto procuratore Francesca Fittipaldi hanno chiesto una condanna a tre anni di carcere per l’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, accusato di falso e corruzione impropria.
Due anni di reclusione a testa sono stati invece chiesti per il maresciallo dei carabinieri forestali Carmine Greco, ex comandante della Stazione di Cava di Melis, per il poliziotto di Cosenza Vito Tignanelli, gestore della società di intercettazione Stm e per la moglie di quest’ultimo, Marisa Aquino, titolare della Stm.
Un anno è stato infine chiesto per Alessandro Nota, carabiniere in servizio a Cava di Melis.
Le accuse sono relative a un procedimento nato dall’inchiesta, condotta dalla Dda di Catanzaro contro il “locale” di ‘ndrangheta di Cirò e le sue “cellule” presenti in Nord Italia e in Germania.
Reati ipotizzati che ruotano intorno al rilascio alla società di intercettazione Stm srl delle giustificazioni per le infrazioni al codice della strada. Sotto la lente della Procura di Salerno anche l’affidamento alla stessa società del servizio di intercettazione presso la Procura di Castrovillari.
I reati contestati dalla Procura di Salerno sono quelli di corruzione e falso per presunti illeciti nell’affidamento alla Stm del noleggio di apparecchiature per intercettazione.
Secondo l’accusa, il procuratore Facciolla avrebbe «affidato il noleggio di apparecchiature nell’ambito di attività di intercettazione alla Stm srl, formalmente intestata a Marisa Aquino e di fatto amministrata da Vito Tignanelli, con il quale il magistrato intratteneva relazioni personali risalenti a circa venti anni addietro».
In particolare, «a riprova del rapporto fiduciario», Tignanelli, nell’ottobre 2018, risultava depositario presso la propria abitazione di una copiosa documentazione affidatagli in custodia» sempre da Facciolla.
Questi affidamenti, sempre l’accusa, avrebbero procurato un «ingiusto vantaggio patrimoniale» alla Stm srl «in violazione dell’obbligo di imparzialità gravante su ogni pubblico ufficiale».
Il procuratore Facciolla, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto per sé delle «utilità»: l’uso di un’utenza telefonica intestata a Marisa Aquino «da epoca anteriore e prossima al 23 dicembre 2015 e fino a tutto il 17 ottobre 2016, avendone assunto la titolarità solo il 17 ottobre 2016». Inoltre, nella primavera 2017, su indicazione Aquino, sarebbero state installate dalla Stm due videocamere nel parcheggio antistante l’ingresso dell’abitazione del magistrato.
Dopo l’arresto dell’imprenditore di San Giovanni in Fiore Antonio Spadafora nell’ambito dell’operazione “Stige”, Facciolla e Greco – sempre secondo le accuse – avrebbero concordato la redazione di un’annotazione nella quale fossero descritte le attività informative che lo stesso Greco aveva acquisito «mesi prima nel corso di interlocuzioni con Antonio Spadafora».
Un documento «risultato materialmente falso» poiché reca la data del 31 dicembre 2017, giorno in cui Greco non era in servizio.
Dagli accertamenti eseguiti sul computer di Greco, inoltre, «il file risultava generato il 15 dicembre 2018 e modificato l’ultima volta il 19 febbraio 2018».
Risulterebbero false, inoltre, alcune attività compiute da Greco. Falsa sarebbe anche l’informazione telefonica «ricevuta il 3 novembre 2017 da Antonio Spadafora circa un controllo eseguito dai carabinieri in località Russi, laddove la telefonata risultava essere stata fatta in realtà da Rosario Spadafora».
Secondo l’accusa, «il procuratore Facciolla suggeriva a Carmine Greco la redazione dell’atto e la sua retrodatazione e, a seguito della consegna avvenuta da parte dell’ufficiale di polizia giudiziaria nelle mani della segretaria in servizio nella Procura di Castrovillari, in epoca successiva e prossima al 19 febbraio 2018, non essendo stato apposto sul documento alcun timbro di avvenuta ricezione, ne approvava il contenuto dopo l’avvenuta lettura, provvedendo al suo inserimento all’interno del fascicolo di cui era contitolare, con provvedimento ‘visto agli atti d’ufficio’ che recava la data del 28 giugno 2018».
Vedremo come andrà a finire. Presto la sentenza.
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