Le indagini della Procura di Milano hanno portato alla luce l’esistenza una rete di relazioni tra membri di altissimo livello, tra gli altri, anche politici. Lupi, Morelli e Foti tra i nomi emersi nelle intercettazioni dell’inchiesta urbanistica.
È stata scoperta “l’esistenza di un sistema” nascosto e parallelo, una rete di relazioni tra membri di altissimo livello, tra gli altri, anche politici, architetti, operatori economici e soggetti dell’amministrazione cittadina, il cui fine sarebbe stato quello di favorire il rilascio di titoli edilizi illeciti e di realizzare operazioni immobiliari altamente speculative. Sarebbe questo il sistema, emerso dalle indagini della Procura, alla base dell’inchiesta sull’urbanistica che, in questi giorni, ha travolto Milano.
L’inchiesta, che sta facendo tremare Palazzo Marino, mercoledì 5 marzo aveva portato all’arresto dell’architetto Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale. Tra le svariate accuse avanzate nei suoi confronti, anche quella di aver “voluto e dettato“, insieme al progettista Marco Cerri (indagato), la legge Salva Milano ai propri referenti politici presenti al Governo e alla Camera dei deputati. Il risultato di un lunga attività di pressing, avviata già dal mese di febbraio 2024, volta a ottenere una legge che, agendo sui punti più sensibili delle violazioni della normativa urbanistica rilevate dai magistrati, sia in grado di mettere “al riparo il sistema edilizio instaurato a Milano” dalle conseguenze dei procedimenti penali in corso. Tutto ciò, secondo l’accusa, non farebbe altro che mostrare un fitto reticolo di relazioni che dagli uffici porterebbe direttamente al Governo e al Parlamento.
I politici di centro destra: Lupi, Morelli e Foti
Nello specifico, sono tre i nomi che sono emersi nel corso delle indagini condotte dagli inquirenti, tutti riconducibili ad ambienti politici di centro destra. Il primo di questi è quello di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati (non indagato). Nelle intercettazioni raccolte dalla procura, sembra che Cerri abbia discusso con un legale del testo della legge Salva Milano e avrebbe detto che sarebbe arrivata direttamente dalla camera, “cioè da Lupi“. Cerri avrebbe quindi continuato affermando che una prima bozza gli sarebbe giunta proprio “da quella fonte” che gli avrebbe richiesto di esprimere in merito “opinioni pareri e commenti“, e che avrebbe dato lui il testo al relatore del disegno di legge, l’onorevole Tommaso Foti di Fratelli d’Italia (non indagato), oggi ministro delle Politiche europee, del Sud e del Pnrr, in accordo con Guido Bardelli, assessore alla Casa del Comune di Milano (all’epoca ancora avvocato) che oggi, venerdì 7 marzo, ha rassegnato le proprie dimissioni. Dalle indagini emergerebbe, inoltre, un contatto telefonico tra gli stessi Cerri e Lupi proprio lo stesso giorno in cui è stata approvata in aula la proposta di legge in materia urbanistica ed edilizia Salva Milano, il 21 novembre 2024.
In un altro filone d’indagine che vede indagato Franco Zinna, architetto ed ex direttore di Area del settore Urbanistica del Comune di Milano, sono spuntati altri nomi. Secondo quanto emergerebbe dalle intercettazioni degli inquirenti, a ottobre 2024, Zinna avrebbe comunicato a Oggioni di aver parlato direttamente con l’onorevole Alessandro Morelli della Lega (non indagato), “riguardo al testo della legge Salva Milano“.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Ma non è finita qui. Tra le tante persone coinvolte, c’è chi punta più in alto. È il caso di Ada Lucia De Cesaris (non indagata), avvocata che cura gli interessi di importanti società del settore immobiliare ed ex assessora all’Urbanistica di Milano con Giuliano Pisapia. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, a febbraio 2024 la legale avrebbe dialogato in chat con Regina De Albertis, presidente di Assimprendil Ance, sottolineando la necessità di fare “un colloquio riservato ma serve lei”, riferendosi alla “presidente del Consiglio dei Ministri”, Giorgia Meloni. Il motivo dell’incontro, secondo i magistrati coinvolti nelle indagini, sarebbe in riferimento “alle iniziative a loro sgradite di alcuni dirigenti del Comune di modifiche del PGT e del RE e, in ultima analisi, e per fermare l’indagine“.
Infine, l’ultimo nome. Matteo Salvini. In una telefonata intercettata tra l’avvocato Fabio Todarello (non indagato), i cui studi professionali curano i contenziosi e gli interessi economici di grossi gruppi immobiliari operanti a Milano, e la dirigente Carla Barone (indagata), il primo avrebbe affrontato l’argomento relativo alla stesura del testo di legge per il Salva Milano, affermando che “il giorno prima Salvini ha avuto bisogno di fare una rimodulazione del testo di legge” e che sarebbe “terrorizzato” dall’idea che “il solito Salvini” lo possa modificare.
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