Scritte anti Israele (subito cancellate) nel cantiere del museo della Shoah

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Il cantiere del Museo della Shoah adiacente a villa Torlonia, Roma 21 marzo 2023 – ANSA/ANGELA GENNARO

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«Gaza libera».. E ancora: «Assassini infami» e «Oggi 45mila morti». Scritte accompagnate da una chiazza di vernice rossa, a simboleggiare il sangue versato da Israele nel conflitto contro Hamas, e da escrementi spalmati sui lucchetti del cantiere.

A fare la spiacevole scoperta è stato, in mattinata, il direttore dei lavori che porteranno alla costruzione del nuovo Museo della Shoah, dentro Villa Torlonia, nel quartiere romano del Nomentano. Ed è stato ancora lui, dopo aver avvisato la Polizia, a rimuovere scritte e lucchetti sporchi. Sarebbe invece errata la notizia, diffusa da alcuni siti e agenzie di stampa, del ritrovamento sul posto di una testa di maiale mozzata: “A noi non risulta”, risponde, interpellato da Avvenire, l’ufficio stampa della Questura di Roma.

​La Digos esamina le telecamere

Sulla vicenda indagano ora gli investigatori della Digos, che proveranno a dare un volto e un nome ai responsabili dello sfregio al cantiere del museo. Per farlo, si avvarranno anche delle immagini di alcune telecamere di sicurezza, che potrebbero aver ripreso gli autori dei vandalismi.«Atti di questa natura non possono e non devono trovare spazio nella nostra società, dalla quale devono essere respinti con fermezza e determinazione. Sono certo che le indagini consentiranno di individuare presto i responsabili», afferma in serata il prefetto di Roma Lamberto Giannini, già capo della Polizia ed esperto investigatore nella delicata materia dell’antiterrorismo. «Intendo esprimere la mia ferma condanna per gli atti vandalici – prosegue – che rappresentano una grave offesa alla memoria storica e alla dignità delle vittime dell’olocausto. Ritengo che ogni forma di aggressione all’identità culturale e ai valori di pacifica convivenza debba essere contrastata, con decisione, attraverso tutti gli strumenti che il nostro ordinamento ha a disposizione».

Lo sdegno e la condanna delle istituzioni

La notizia dei vandalismi, rilanciata dai media e dai siti web, ha suscitato lo sdegno delle istituzioni. Per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si tratta di gesti «inaccettabili, atti vili e intimidatori che colpiscono l’intera città, che fonda la sua identità sui valori della memoria e del rispetto». Gli fa eco il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che parla di «atti intimidatori inquietanti che fanno rabbrividire» e invita a condannarli in modo corale e deciso non soltanto le istituzioni ma, più in generale, l’intera opinione pubblica. Sul piano nazionale, fra i primi a esternare «profonda indignazione» è il presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Si tratta di gesti squallidi e intimidatori che meritano la più ferma condanna – considera -. Ogni tentativo di inquinare il dibattito pubblico con atti di questo tipo non fa che alimentare tensioni in un momento storico che richiede, invece, di promuovere il dialogo e il confronto civile e democratico». Vibrante è la condanna dell’Unione delle comunità ebraiche italiane: «Quanto avvenuto, non offende solo noi ma l’Italia nel suo insieme e fa male al suo futuro e alle sue fondamenta democratiche – considera la presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni -. Abbiamo affrontato l’apologia del nazifascismo, affronteremo anche l’apologia del terrorismo e ogni atto di odio». Fra le altre voci di condanna del gesto, oltre a quelle di diverse forze politiche, c’è quella di “Sinistra per Israele – Due popoli due Stati”, che definisce l’atto vandalico «l’ennesimo insulto allo sterminio degli ebrei. L’ennesimo episodio di odio antisemita che vorrebbe essere giustificato citando la drammatica guerra in corso in Medio Oriente. Chi insulta la memoria con atti antisemiti non può dare lezioni di nulla».

Un progetto fermo da vent’anni

Il museo della Shoah dovrebbe sorgere a Villa Torlonia, nel quartiere Nomentano, alle spalle della Casina delle Civette. Luogo fortemente simbolico perché vi abitò Benito Mussolini dal 22 luglio 1925 al 25 luglio 1943, accettando l’offerta del principe Giovanni Torlonia Junior, che gliela affittò alla cifra simbolica di una lira all’anno. Il progetto, che risale a circa 20 anni fa, è firmato dall’architetto Luca Zevi. Per farlo ripartire, nel marzo del 2023 l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro.





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