Omeoimprese: cresce l’utilizzo dell’omeopatia e la fiducia, 18,5 milioni di italiani la scelgono

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Quasi 18.5 milioni di italiani (37%), hanno usato un farmaco omeopatico nell’ultimo anno, un dato in crescita, secondo quanto emerso dall’indagine “Scenario e consumatori di Medicinali omeopatici 2025” realizzata dall’istituto di ricerca Eumetra per Omeoimprese. Lo studio, presentato il 5 marzo, ha analizzato il livello di consapevolezza e i comportamenti degli italiani riguardo ai medicinali omeopatici, mettendo in evidenza le loro percezioni e scelte di salute.

 

 

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Determinante il consiglio del farmacista

Nel nostro Paese il 98% della popolazione adulta (circa 49 milioni di persone) conosce i medicinali omeopatici e 2 italiani su 3 (66%, pari a circa 33 milioni) li hanno acquistati almeno una volta nella vita. A utilizzarli nell’ultimo anno sono state quasi 18.5 milioni di persone (37%), un dato in crescita rispetto al passato che evidenzia una maggiore penetrazione dell’omeopatia nel panorama delle scelte terapeutiche degli italiani, con un livello di fiducia che si va consolidando.

«I risultati di questa ricerca mostrano che l’omeopatia rientra sempre più nelle scelte di salute delle famiglie, grazie soprattutto al consiglio competente di medici e farmacisti che ne riconoscono l’opportunità terapeutica» commenta Silvia Nencioni, Presidente di Omeoimprese. «Una crescita motivata dalle caratteristiche peculiari di questi medicinali quali la naturalità, la sicurezza e l’assenza di effetti collaterali e controindicazioni, che li rendono adatti a tutte le tipologie di pazienti».

I principali consumatori di medicinali omeopatici appartengono alla fascia d’età 35-55 anni (72%), risiedono prevalentemente nel Nord-Est e nel Centro Italia, con un picco in Toscana (75%) e hanno figli (71%), a testimonianza di come l’omeopatia sia spesso una scelta che coinvolge il benessere dell’intero nucleo familiare. È un target più femminile che maschile (60% vs 40%) trasversale per età e area geografica, che mostra una elevata soddisfazione nell’utilizzo sia individuale, che per i membri della propria famiglia. «Spesso l’omeopatia entra nelle scelte di cura delle famiglie proprio grazie alle donne e, aggiungo, in momenti particolari della vita come la gravidanza, la cura dei bambini, anche molto piccoli. È proprio allora che si vanno a cercare soluzioni di salute sicure, naturali, efficaci senza effetti collaterali» ha sottolineato Nencioni. Tra gli ambiti terapeutici per i quali si ricorre maggiormente all’omeopatia troviamo: sintomi influenzali, raffreddore e mal di gola (33%); insonnia e stress (28%); rafforzare il sistema immunitario (26%); dolori muscolari-articolari (23%); disturbi gastro-intestinali (20%).

L’indagine mette in luce anche il ruolo cruciale dei professionisti della salute nella diffusione dell’omeopatia. Dai risultati, infatti, emerge che per l’acquisto dei medicinali omeopatici il consiglio del farmacista al banco è risultato determinante nel 52% degli utilizzatori, nel 44% dei casi invece su prescrizione del proprio medico di medicina generale o pediatra.

Per quanto riguarda i canali di vendita, il 92% degli acquirenti continua a preferire il canale fisico delle farmacie e parafarmacie sul territorio per i propri acquisti, a testimonianza della necessità di un confronto diretto con il professionista della salute e del valore di un consiglio competente al banco per questa tipologia di farmaci. L’acquisto on-line è stato fatto almeno una volta dal 21% degli utilizzatori, sebbene gli acquirenti esclusivi online siano ancora una minoranza (6%).

Un dato particolarmente interessante è quello del potenziale di crescita del settore omeopatico nel nostro Paese: il 35% degli italiani che non hanno mai acquistato medicinali omeopatici si dichiara comunque favorevole al loro utilizzo. Resta tuttavia l’esigenza di ricevere più informazioni: gli italiani si aspetterebbero di ricevere queste informazioni anche dalle strutture sanitarie pubbliche (27%) e dalle autorità sanitarie (26%).

In conclusione, Nencioni ricorda che le aziende produttrici di farmaci omeopatici «non possono comunicare al grande pubblico le indicazioni terapeutiche dei medicinali. Da una parte, i pazienti ci chiederebbero di comunicare di più, come emerso dalla ricerca, ma di fatto non possiamo farlo. Questo si traduce in un grave disservizio per i pazienti che non possono ricevere da parte nostra informazioni chiare e trasparenti in merito alla posologia e agli ambiti di applicazione di questi medicinali. E questo ne ostacola la conoscenza, ma anche un utilizzo consapevole e appropriato».

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