Nella giornata di ieri, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accolto alla Casa Bianca otto ex ostaggi israeliani, tra cui Iair Horn, Omer Shem Tov, Eli Sharabi, Keith Siegel, Aviva Siegel, Naama Levy, Doron Steinbrecher e Noa Argamani. “Il presidente ha ascoltato con attenzione le loro testimonianze drammatiche“, riferisce la Casa Bianca, aggiungendo che gli ex ostaggi hanno espresso riconoscenza per l’impegno americano nel riportare a casa tutti i prigionieri.
Intanto, resta incerto il destino della tregua tra Israele e Hamas, con Trump che non sembra intenzionato a esercitare pressioni su Netanyahu affinché la mantenga. La proposta negoziale sul tavolo, formulata dall’inviato statunitense Steve Witkoff, prevede la liberazione di metà degli ostaggi rimanenti da parte di Hamas in cambio di un’estensione della tregua e dell’impegno a negoziare una pace duratura. Tuttavia, Israele non ha incluso la liberazione di detenuti palestinesi tra i termini dell’accordo, una questione che potrebbe complicarne l’attuazione.
“Al popolo di Gaza: un bellissimo futuro vi aspetta, ma non se tenete degli ostaggi. Se lo fate, siete morti! Prendete una decisione intelligente. rilasciate gli ostaggi ora, o ci sarà un inferno da pagare più tardi! Liberate subito tutti gli ostaggi e restituite i corpi delle vittime, altrimenti per voi è FINITA!“, ha tuonato Trump. “Solo individui malati e perversi trattengono i cadaveri, e voi lo siete!“. L’avvertimento giunge subito dopo la conferma della Casa Bianca sull’invio di un emissario speciale per avviare colloqui diretti con Hamas, una mossa che segna una svolta nella politica estera americana. “Sto inviando a Israele tutto ciò di cui hanno bisogno per finire il lavoro, nessun membro di Hamas sarà al sicuro se non fate ciò che dico“, ha minacciato ancora il presidente statunitense. Per quanto riguarda i leader dei terroristi, ha intimato: “È il momento di lasciare Gaza, finché siete ancora in tempo“.
Trump ha reso nota la sua posizione attraverso un messaggio su Truth Social, poco dopo aver ricevuto alla Casa Bianca gli ex ostaggi israeliani. Ha inoltre riaffermato il supporto incondizionato a Israele, dichiarando che gli Stati Uniti stanno fornendo “tutto il necessario per concludere l’operazione“. L’escalation verbale del presidente fa seguito, dunque, alla conferma di un contatto diretto con Hamas, infrangendo una lunga prassi che escludeva negoziati ufficiali con il gruppo, designato come organizzazione terroristica dagli USA dal 1997. Gli incontri si sono tenuti a Doha, in Qatar, segnando la prima interazione diretta tra funzionari statunitensi e rappresentanti di Hamas.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato le trattative, sottolineando che Trump ha dato mandato ai suoi emissari di “dialogare con chiunque” al fine di tutelare gli interessi statunitensi. Fino a oggi, da ciò che è noto, gli Stati Uniti avevano affidato la mediazione a intermediari egiziani e qatarioti. “Il dialogo con le parti coinvolte è un elemento essenziale per salvaguardare gli interessi del popolo americano“, ha dichiarato Leavitt, precisando che Israele è stato tenuto al corrente delle discussioni. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato in una breve nota di aver espresso agli Usa la propria posizione sui colloqui diretti con Hamas. Secondo fonti israeliane, a Gaza si troverebbero ancora 24 ostaggi vivi, tra cui l’americano Edan Alexander, oltre ai resti di almeno 35 vittime.
A condurre i negoziati per conto di Trump è stato Adam Boehler, CEO di Rubicon Founders e figura di spicco degli Accordi di Abramo. Rubicon Founders è una società imprenditoriale di investimenti nel settore sanitario, specializzata nella creazione e crescita di aziende innovative con l’obiettivo di trasformare il modo in cui le persone ricevono cure mediche. Boehler, vanta un’ampia esperienza nell’innovazione e negli investimenti in ambito sanitario, avendo precedentemente fondato Landmark Health e ricoperto ruoli di leadership nel governo statunitense. Le discussioni dello scorso mese si sarebbero concentrate prevalentemente sulla liberazione degli ostaggi americani e su un possibile cessate-il fuoco che escluda Hamas dalla guida di Gaza.
Un rappresentante dei terroristi, che ha parlato in condizione di anonimato, ha affermato che non sono stati raggiunti progressi concreti, ma ha definito il contatto “incoraggiante“, lasciando presagire ulteriori incontri.
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