La campagna di Coop che vuole portare l’educazione sentimentale a scuola

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


L’educazione sentimentale non è solo un celebre romanzo di Gustave Flaubert, perché l’educazione sentimentale è anche il tema dell’agenda 2025 della campagna Coop «Close the Gap» per l’inclusione e la parità di genere, quest’anno giunta alla sua quinta edizione. La campagna di sensibilizzazione, che prende il nome «Dire, fare, amare», punta sull’istruzione come prevenzione, al fine di rendere ogni persona consapevole di chi è, cosa desidera, come comportarsi al meglio con gli altri. Si tratta di una formazione che coinvolge la sfera degli affetti e della sessualità, una perfetta, quanto necessaria, materia scolastica, che però ancora non lo è, nonostante il monito di organizzazioni, movimenti, psicologi, pedagoghi. L’obiettivo della campagna è che l’educazione alle relazioni – così come accade in altri Paesi europei – diventi materia scolastica obbligatoria in Italia. In quasi cinquant’anni sono state presentate ben sedici proposte di legge affinché l’educazione alle relazioni diventi materia scolastica, ma nulla è stato fatto.

Educare è meglio che curare

«Non bastano le famiglie, c’è bisogno del supporto delle istituzioni», spiega Linda Laura Sabbadini, ex dirigente del Dipartimento per le Statistiche Sociali dell’Istat e oggi editorialista, in occasione della presentazione dell’indagine “La Scuola degli affetti”, a supporto della campagna. «Di fronte all’impoverimento delle relazioni, c’è bisogno di una crescita della consapevolezza che si è persa notevolmente a partire dalla pandemia», aggiunge. L’indagine sull’educazione alle relazioni è una survey svolta dall’Ufficio Studi di Coop in collaborazione di Nomisma su un campione rappresentativo della popolazione italiana (2000 persone tra i 18 e i 64 anni). I lavori sono stati guidati da un Comitato scientifico, composto dalla Sabbadini e da Elisabetta Camussi, docente di Psicologia Sociale all’Università Milano Bicocca, Enrico Galiano, scrittore e insegnante.

L’indagine di Nomisma a supporto della campagna “Dire, fare, amare”.

Cosa pensano gli italiani

I dati del sondaggio sono molto chiari. Il 70% delle degli italiani pensa che l’educazione alle relazioni debba diventare una materia obbligatoria nelle scuole. Inoltre, 9 italiani su 10 pensano che l’insegnamento scolastico possa contribuire alla prevenzione di fenomeni di odio, emarginazione e violenza di genere. Interessante notare come nel rapporto genitori e figli ci sono argomenti, come l’informazione sessuale, che sono ancora un tabù. Se il 44% dichiara di parlare spesso con il proprio figlio di rapporti interpersonali con amici o familiari, la percentuale scende al 21% se si parla di coppie e al 19% se si parla di informazione sessuale. «Per questo la scuola può, deve essere un luogo di educazione su questi temi», spiega la Camussi. «Ma c’è bisogno di competenza». Lo pensa anche il 68% degli intervistati, che vorrebbe programmi nelle scuole al fine di coinvolgere esperti esterni, psicologi o pedagogisti. Per il 62% dovrebbero esserci anche spazi di ascolto psicologico specializzato, mentre per il 51%, programmi di formazione specialistica agli insegnanti.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Il 68 degli italiani vorrebbe programmi dedicati nelle scuole al fine di coinvolgere esperti esterni psicologi o...

Il 68% degli italiani vorrebbe programmi dedicati nelle scuole, al fine di coinvolgere esperti esterni, psicologi o pedagogisti.

Verso una maggiore parità di genere

«Nei 5 anni di “Close the Gap” abbiamo affrontato molti temi, dalla “tampon tax” alla causa delle donne in Iran all’indomani della morte di Masha Amini, fino all’estensione del congedo paterno obbligatorio oltre i limiti della legge ancora oggi esistente» commenta Maura Latini, presidente di Coop Italia. «Oggi alziamo l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza e sulla necessità dell’educazione alle relazioni per le giovani generazioni, perché il tema non è più procrastinabile e da affrontare senza infingimenti ideologici, ma come strumento irrinunciabile di maggiore consapevolezza e di prevenzione». Continua, inoltre, il lavoro interno di Coop Italia per l’inclusione, anche dopo che Coop Italia ha ottenuto, nel febbraio di un anno fa, la certificazione per la Parità di Genere Uni PdR 125, lo strumento volontario previsto dal dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri. E tra le novità, anche grazie al coinvolgimento delle direzioni del personale delle cooperative, l’avvio di percorsi di inserimento lavorativo per le donne vittime di violenza.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link