La Camera approva il ddl Spazio, la protesta delle opposizioni: “Il governo è sotto il ricatto di Elon Musk?”

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In Aula cartelloni con scritto “giù la Musk” e “il troppo Stroppa”: per il centrosinistra il provvedimento aprirebbe le porte a Starlink e l’Italia diventerebbe “una colonia di un magnate digitale”. Bocciati gli emendamenti del Pd e del M5s

Dopo una discussione piuttosto movimentata, con 133 voti a favore, 89 contrari e 2 astenuti, la Camera dei deputati ha dato il suo via libera al ddl Spazio. Un iter – quello che si è concluso a Montecitorio – che è stato particolarmente complesso. Non solo per l’oggetto del provvedimento, la space economy, ma anche perché, nel permettere agli operatori internazionali di lavorare nei sistemi di comunicazione digitale italiani, per le opposizioni si finirebbe per fare un regalo a Elon Musk e alla sua tecnologia satellitare Starlink. La maggioranza di governo ha scelto di tirare dritto e di bocciare gli emendamenti che chiedevano di affidare il servizio a soggetti europei e istituzionali.

Le proteste delle opposizioni

Oltre agli interventi in cui annunciavano il loro voto contrario sul provvedimento, in Aula le opposizioni hanno anche dato vita a una protesta con cartelli con scritte come “Giù la Musk” o “Il troppo Stroppa”, ironizzando sul nome del referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa. “Il governo lo dica con chiarezza: sulla sicurezza è sotto il ricatto di Musk o è complice di un piano che non vuole comunicare a questo Parlamento?“, ha attaccato il deputato di Italia viva Mauro Del Barba. Toni simili quelli del pentastellato Antonio Ferrara: “L’Italia è ancora padrona del proprio destino o sta diventando una colonia di un magnate digitale oltreoceano?”. Per Marco Grimaldi di Alleanza verdi sinistra “questa è l’ennesima cessione di sovranità a un predatore senza scrupoli”. Tra i contrari intervenuti in Aula c’è stato anche Andrea Casu del Pd, primo firmatario degli emendamenti all’articolo 25, quello più problematico per le opposizioni: “Non chiediamo nessun dazio contro Starlink, chiediamo garanzie per l’utilizzo dei soldi pubblici italiani”.

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L’esempio ucraino

“La space economy nelle ultime settimane è diventata l’oggetto della discussione internazionale e degli eventi geopolitici che stanno cambiando in maniera molto veloce: di fronte a questi accadimenti e di fronte al ruolo di Musk che oggi è proprietario del sistema di comunicazioni satellitari più all’avanguardia, non ci si può esimere da un confronto e dalle preoccupazioni”, ha detto il deputato di Azione Fabrizio Benzoni. “In alcuni Paesi, tra cui l’Ucraina, la messa a disposizione del sistema di comunicazione è usata con fini ricattatori per interessi di altri Paesi. Una situazione che, in futuro, potrebbe accadere anche all’Italia: su questo non c’è stato dibattito. È legittimo preoccuparsi, inoltre, davanti ai commenti degli emissari di Musk che si esprimono sull’approvazione o meno degli emendamenti, con frasi come ‘non chiamateci più’. Non si può essere sovranisti solo quando si vuole: bisogna avere la possibilità di difendere gli interessi nazionali”.

La soddisfazione di Urso

“L’Italia indica all’Europa la rotta per lo spazio – commenta con soddisfazione il ministro per le Imprese e il made in Italy e autorità delegata alle politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso –. Siamo il primo Paese a dotarsi di una legge sulla space economy, che rafforza la nostra sovranità tecnologica e proietta il nostro sistema industriale nel futuro. Un modello che ispirerà la normativa europea e consoliderà la nostra leadership”.

L’articolo 25 del provvedimento

Il rischio del ddl Spazio così come approvato alla Camera – è l’argomentazione dei più critici – è che finisca di essere un provvedimento “ad personam” che metta l’Italia sotto scacco da parte di Starlink e di Musk che, ormai da qualche mese, non è più solo un imprenditore privato ma anche un esponente di primo piano dell’amministrazione Trump. In particolare, l’articolo 25 istituisce una “Riserva di capacità trasmissiva nazionale”, cioè un sistema di comunicazione da utilizzare in maniera straordinaria in situazioni di emergenza. E Starlink, per le sue caratteristiche all’avanguardia, sarebbe la candidata naturale. Le opposizioni hanno cercato di proporre che le aziende di Paesi Nato vengano coinvolte solo se istituzionali (e solo se altri soggetti europei non riescano a fornire il servizio). Proposta poi bocciata in commissione.

Il tweet di Stroppa

Tra maggioranza e opposizioni durante l’iter del testo un compromesso c’è stato – quello che chiede di tutelare la “sicurezza nazionale” e “assicurare un adeguato ritorno industriale per il sistema Paese”. Una modifica non così determinante, ma comunque sufficiente per far fare a Stroppa un tweet contro Fratelli d’Italia. Colpevole, secondo il referente di Musk in Italia, di fare accordi con il Partito democratico. A differenza dei deputati di Pd, 5 stelle e Avs, durante la discussione nessuno tra gli esponenti del centrodestra ha preso la parola in Aula.



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