il peso politico è zero

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La chiamano unità di crisi. Nel gergo vuol dire disporre di una pattuglia di esperti che si occupano di una crisi aziendale o politica. Nel caso del Milan, piombato in un periodo nerissimo di risultati, voci e commenti, va letta diversamente: serve l’unità del club durante questa crisi. Per uscire dalla metafora allora ecco un punto fondamentale perché se procuratori e faccendieri che hanno accesso al Milan continuano a riportare “fuori” l’impressione di una società a due teste, allora ogni energia spesa, ogni scelta fatta non avrà alcun effetto positivo. Non solo. È anche vero che la narrazione catastrofista che viene fatta all’esterno -complici siti, social, vedovi delle diverse stagioni- finisce col condizionare in modo negativo anche Milanello. Prendo a esempio la nomina del nuovo ds: sembrano le primarie del PD. Ma dico io: c’è bisogno di organizzare un casting, come se si trattasse di un film? Se si hanno idee chiare e conoscenza del settore si va su un nome, libero, lo si contatta, lo si fa conoscere al proprietario come è giusto che sia, e lo si nomina tenendo conto che poi altri candidati -attraverso i rispettivi procuratori- parlano con i cronisti, rilanciano dettagli della trattativa, e la questione diventa un polpettone indigesto. In un caso, per la scelta del nuovo capo della comunicazione, è stato fatto tutto a fari spenti: scelta la candidata con curriculum super, incontrata, fatta firmare e soltanto qualche giorno prima dell’addio ufficiale di Vercellone, la notizia ha cominciato a circolare. Ci vuole così tanto?

CONCEIÇAO – Anche il tecnico deve cambiare registro. Sabato scorso annuncia: il mio vero periodo di allenatore comincerà da lunedì, dopo la Lazio, perché avrò modo di lavorare una settimana piena. Bene: comincia la sua prima settimana e arriva eco di rivoluzioni, gente da far dimagrire, titolari da mettere in panchina. Ma che metodo è questo? Ma cosa pensa di ottenere così? Può solo moltiplicare nervosismo, agitazione, insofferenza, incazzatura. E invece questo Milan -come ha dimostrato la reazione spaventata dinanzi alla contestazione della curva- ha bisogno solo di serenità. 

PS: Quesito da rivolgere allo staff medico: è mai possibile che Florenzi, che ha avuto un infortunio grave in estate, torna pronto in gruppo prima o addirittura in contemporanea con Loftus Cheek sparito dai radar? Ma cosa ha avuto l’inglese? Una ricaduta, d’accordo. E impiega così tanto tempo?

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Servono risposte convincenti.

ARBITRI – Questo è un altro nervo scoperto del Milan di questi tempi. Dai tempi di Berlusconi e Galliani, non ha più contato in materia di rapporti diplomatici, come dimostra in quest’ultimo periodo il ruolo politico dominante esercitato daBeppe Marotta, presidente dell’Inter. Ma a tutto c’è un limite. Gli arbitri si comportano come se sapessero perfettamente che se sbagliano contro il Milan non succede assolutamente nulla. Un po’ perché è indietro in classifica e un po’ perché a livello politico è inesistente. Intendiamoci: era così anche ai tempi di Paolo Maldini che infatti dovette intervenire pubblicamente per lamentarsi degli errori marchiani (Spezia, Udinese) che stavano frenando la stagione che portò poi al tricolore. Ibra ha annunciato una lettera di protesta che di fatto ha avuto lo stesso valore di uno starnuto. Dopo gli errori ripetuti con espulsi a raffica (7 in questo campionato, contro lo 0 dell’Inter!!!!!!), per Lecce è stato designato il rude Doveri, con Chiffi al var, un altro che quando vede il Milan gli capita spesso di prendere qualche abbaglio.  Forse è meglio la prossima volta spedire un telegramma di complimenti all’Aia, magari funzionerà!

SETTORE GIOVANILE – Una delle rare belle notizie arriva dal settore giovanile. Nei giorni scorsi il coordinatore delle nazionali giovanili Viscidi ha tenuto a rapporto il Milan e tutti i collaboratori di quel settore, guidati da Vincenzo Vergine, e ha illustrato loro il contributo virtuoso del club rossonero in materia di convocazioni azzurre. Pensate: tra tutti i club di serie A, il Milan è quello che offre il maggior numero di convocati (30) contro i 28 dell’Atalanta, i 26 della Juve e i 23 dell’Inter. Qualcosa di buono, sotto sotto, c’è.



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