Germania, nel nuovo Bundestag non ci sono i numeri per l’ok alle spese militari? Convocato d’urgenza il Parlamento uscente. Linke: ‘Che razza di democrazia è questa’

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Con il nuovo Parlamento appena eletto è faticoso avere l’approvazione del freno al debito pubblico per finanziare le spese militari anche oltre l’uno per cento del Pil? Stessa difficoltà per istituire un fondo straordinario di durata decennale di 500 miliardi di euro per l’economia in stagnazione? Nessun problema: basta riconvocare il vecchio Parlamento, quello mandato a casa dal voto degli elettori ma caratterizzato da una maggioranza di due terzi con cui forse è più facile ottenere il via libera alla riforma costituzionale. È quanto sta accadendo in Germania, dove il Parlamento uscente è stato convocato d’urgenza per la prossima settimana.

Equilibri e tatticismi – CDU/CSU e SPD sono costretti però a convincere ancora i Verdi e la FDP per avere la maggioranza di due terzi necessaria al via libera. Christian Dürr, capogruppo FDP, da sempre contraria a deviare dal pareggio di bilancio, ha aperto uno spiraglio: “Potremmo sostenere una maggiore spesa per la difesa al di fuori del freno al debito”, negando però l’assenso a “una gigantesca macchina per stampare denaro” per le infrastrutture. Neppure Katharina Dröge, capogruppo Verde, ha dato per scontata l’approvazione della manovra, stigmatizzando il voltafaccia della CDU su nuovi debiti senza impegni a tutela dell’ambiente. Nel nuovo emiciclo, tornato a 630 seggi, che si riunirà invece il 25 marzo sarebbe comunque più arduo racimolare i voti necessari. CDU/CSU e SPD avranno rispettivamente 208 e 120 deputati, ma per raggiungere la maggioranza di due terzi non basterebbe loro l’appoggio dagli 85 voti dei Verdi e del singolo deputato della minoranza danese SSW; servirebbero anche funambolismi per attingere ai 64 voti della Linke o i 152 della AfD. Il co-presidente della Linke Jan van Aken, però, non ha apprezzato che, riconvocando il Bundestag ancora in carica, il suo partito venga scavalcato: “Che razza di democrazia è questa? Abbiamo votato solo otto giorni fa. Poi a loro non piace il risultato e chiamano di nuovo il vecchio Bundestag“. A corredo, ha annunciato di voler verificare se la mossa “è costituzionale“. Anche la AfD ha indicato di volersi muovere nello stesso senso.

Il parere degli accademici – La nuova legislatura inizia tuttavia solo con il raduno della nuova assemblea, al più tardi entro 30 giorni dalle elezioni. L’articolo 39 della Costituzione tedesca esclude che ci sia un vuoto di potere. “Non esiste tempo senza Parlamento” ha detto in tv Hans-Detlef Horn, professore di diritto all’Università di Marburgo. “Fino alla sua ultima sessione, il Bundestag ha tutti i poteri che gli spettano, compreso il potere di legiferare per modificare la Costituzione” ha confermato all’emittente anche il costituzionalista di Heidelberg Hanno Kube. Dello stesso avviso l’ex giudice costituzionale Udo di Fabio parlando a Phoenix. Il professore di diritto di Würzburg Kyrill-Alexander Schwarz la vede invece diversamente: per lui il vecchio Bundestag non dovrebbe mettere il nuovo emiciclo davanti al fatto compiuto perché il nuovo debito potrebbe comportare ingenti pagamenti di interessi e limitare in modo significativo la capacità di agire dei futuri legislatori. Il varo delle modifiche costituzionali, tuttavia, per il professor Kube non sarebbe un ostacolo per l’attività legislativa futura, visto che a suo dire l’effetto potrebbe essere problematico solo quando l’onere degli interessi diventasse schiacciante e non lasciasse più spazio di manovra.

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Le due strade possibili – Ad un eventuale ricorso della Linke vengono dunque date poche chances. Per una serie di motivi. Innanzitutto si dovrebbe chiarire chi è legittimato a ricorrere: la vecchia compagine di deputati o piuttosto il nuovo gruppo parlamentare? Sarebbero comunque aperte teoricamente due strade. La prima: una domanda di revisione normativa alla Corte costituzionale che presuppone però l’adesione di almeno un quarto dei membri del Bundestag, quindi solo insieme alla AfD, il che è politicamente impensabile. La seconda: un procedimento per controversie tra organi costituzionali eventualmente collegato ad un ricorso d’urgenza per bloccare l’iter legislativo. I deputati della Linke dovrebbero far valere la violazione dei loro diritti costituzionali nella risoluzione. In questo contesto sarebbe inammissibile un ricorso che mirasse generalmente ad esaminare la costituzionalità della norma. I costituzionalisti dubitano tuttavia che una domanda di questa natura, presentata da un singolo gruppo parlamentare per far valere la nullità di una legge del Bundestag contro il Bundestag stesso, sia ammissibile.

L’obiettivo della mossa – Con la sottoscrizione di nuovo debito, nonostante realtà come Hensoldt o Diehl Defence, la Germania non potrà colmare a breve la dipendenza dagli Usa per quanto riguarda difesa missilistica, droni di ricognizione, cyberwar, aerei da trasporto e collegamenti satellitari. Carenze che si ingigantiscono anche sopperendo alle necessità dell’Ucraina. In prospettiva, poi, tutta la difesa europea necessita di un’unificazione dei sistemi d’arma, attualmente circa 150 e tutti diversi, contro una trentina degli USA.

Leva di nuovo obbligatoria? – L’Associazione dei riservisti chiede anche una rapida reintroduzione della leva obbligatoria, indicando la necessità di 20mila nuovi soldati. Eliminata nel 2011 dal Ministro Theodor zu Guttenberg (CSU), potrebbe essere ripristinata dal Bundestag a maggioranza semplice, e la legge sulla coscrizione militare prevede che il servizio militare obbligatorio per gli uomini venga ripristinato qualora il Parlamento constati una situazione di tensione e di difesa. Thomas Silberhorn (CSU) ha lamentato ai microfoni della Welt che l’esercito tedesco conta attualmente 180mila effettivi, ma ne avrebbe bisogno di 270mila. Anche l’ex ministro degli esteri Joschka Fischer (Verdi) ha dichiarato a Stern che l’abolizione della leva è stata un errore. L’attuale ministro della difesa Pistorius (SPD) però ne esclude la reintroduzione: “Non abbiamo abbastanza caserme da poter arruolare tutti i coscritti di un anno”. Il suo modello – presentato a novembre e rimasto in sospeso per la caduta del Governo – prevede il ripristino dell’anagrafe dei giovani in età idonea, accompagnata dall’obbligo per i maschi e la facoltatività per le ragazze, alla compilazione di un questionario in base al quale “offrire a chi lo desidera una prospettiva di cui possiamo approfittare“.



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