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06 Marzo 2025

Lando, Sioli, Bruni, Molinarolo, Furlani: grande Italia nei salti ad Apeldoorn. Semifinale per Simonelli (7.66), Carmassi (7.98) e Di Lazzaro (8.05) negli ostacoli

Saltatori in evidenza ad Apeldoorn (Olanda), nella prima giornata dei Campionati Europei Indoor, dedicata principalmente ai turni di qualificazione. Nell’alto, Manuel Lando e Matteo Sioli (entrambi 2.23) sono promossi come primo e secondo alla finale di sabato sera (eliminato, come primo degli esclusi, Eugenio Meloni). Doppietta di passaggi del turno anche nell’asta donne, con Roberta Bruni (quinta) ed Elisa Molinarolo (ottava) qualificate al round per le medaglie in programma sabato (out Scardanzan, 4.30). Finale, infine, anche per Mattia Furlani, il cui salto a 7.95 vale la promozione per il round decisivo di domani sera (quinto posto parziale nella qualificazione). Bene le ostacoliste Giada Carmassi (7.98, quarta prestazione italiana di sempre, a soli 4 centesimi dal record italiano di Veronica Borsi) ed Elisa Maria Di Lazzaro (8.05), entrambe promosse alle semifinali di domani. Semifinale anche per Lorenzo Simonelli (7.66), eliminati Giacalone (7.75, primato personale) e Fofana (7.80). Eliminati Marta Zenoni e Federico Riva nel primo turno dei 1500 metri.

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LA CRONACA DELLE GARE

60hs uomini – Batterie – Il crono di 7.66 basta a Lorenzo Simonelli per guadagnare la semifinale europea. Due centesimi di troppo gli negano la gioia della qualificazione diretta (il polacco Kiljan, terzo, lo sorprende con 7.64) ma l’azzurro è comodamente inserito nella lista degli atleti ripescati con i tempi, e domani potrà allinearsi al via del secondo round di campionato. Nella batteria di Simonelli, spicca il 7.46 del francese Belocian, miglior tempo del primo turno. Eliminati gli altri due azzurri in gara, Nicolò Giacalone (7.75 il crono del suo primato personale) e Hassane Fofana (7.80).

60hs donne – Batterie – Doppia promozione alle semifinali della gare sugli ostacoli per le azzurre. Elisa Di Lazzaro apre la danza italiana tra le barriere con una prova eccellente: Q maiuscola e primato stagionale, un 8.05 che è ad un solo centesimo dal limite personale. L’azzurra è superlativa in partenza (0.126, miglior tempo di reazione della batteria), e difende poi con le unghie e con i denti dal ritorno delle avversarie la qualificazione diretta alle semifinali di venerdì sera (davanti a tutte, Visser centra subito un notevole 7.89). Ma è Giada Carmassi che lascia a bocca aperta, capace com’è di un superlativo 7.98, quarta prestazione italiana di sempre, a soli 4 centesimi dal record italiano di Veronica Borsi datato 2013. Anche per lei, come già per la Di Lazzaro, super partenza (0.132), e manciate di aggressività nella corsa, con un secondo posto nella batteria (alle spalle della polacca Skrzyszowska, 7.88) che vale almeno quanto l’ammissione alla semifinale europea. Bravissime.

Lungo uomini – Qualificazione – Missione compiuta. Marttia Furlani è in finale, domani sera affronterà la battaglia per il titolo continentale in sala del salto in lungo, lui, che a soli 20 anni, può già mostrare nel palmarès il bronzo olimpico della specialità. Il verdetto è giunto al termine di una qualificazione priva di scintille, come molto probabilmente è giusto che sia, in un confronto nel quale pesare le energie (fisiche e nervose) risulta spesso determinante. L’azzurro è quinto con 7.95, misura ottenuta nel primo salto a disposizione, a cui hanno fatto seguito poi un nullo ed il “passi” conclusivo, quando era abbastanza chiaro che aggiungere una misura non avrebbe modificato nulla.
Film della qualificazione che parte dal salto valido di Furlani. Grande rincorsa, ed esecuzione, come sempre, di altissimo livello tecnico. Il romano di Rieti lascia solo qualcosa allo stacco, centimetri che peseranno nella misurazione: il 7.95 che ne scaturisce manca infatti, di poco, la promozione diretta (fissata a 8.00). Questione formale, perché nella realtà, il salto vale già un buon pezzo di finale. Si torna in pedana per il secondo round. Furlani apre il gas nella rincorsa, talmente tanto che si trova molto avanti allo stacco, prova a tagliare il passo per cercare la pedana (rischiando anche qualcosa sul piano muscolare) ma non può evitare il nullo. Poco male. Come da previsione, basta il 7.95 per la promozione (guida la fila il portoghese Baldé con 8.11). Si torna in pedana già domani sera, venerdì (ore 20:34). Si salta per il podio continentale.È una pedana ancora da interpretare – le parole di Furlani – il 7,95 l’ho fatto letteralmente in sicurezza, senza spingere. Nel secondo salto l’obiettivo era capire meglio la rincorsa, e sono contento perché mi ha dato elementi utili. Domani è un altro giorno. Non sento la pressione di essere leader mondiale dell’anno, non ho niente da perdere, faccio ‘il mio’. Entrerò in pedana deciso come sempre, consapevole e lucido”

1500m uomini – Batterie – Disco rosso per Federico Riva nel primo round dei 1500 metri. Il romano, alle prese con una prova tattica di complicata lettura, battaglia fino ad un giro dalla fine, quando deve però arrendersi nella volata finale. Per lui, quinto posto parziale (3:45.60)

1500m donne – Batterie – Poca fortuna, per Marta Zenoni, nel primo round del miglio metrico. L’azzurra, reduce da qualche problema di natura fisica, corre bene la prima parte di corsa, sempre in seconda ruota, sulle tracce della spagnola Guerrero. Quando il ritmo si accende, però, la lotta spalla a spalla con la svizzera Wind e con l’olandese Damink, finisce per spingerla fuori dal terzetto destinato alla qualificazione. Per la Zenoni settimo posto finale (4:19.49). 

Asta donne – Qualificazione – Ancora una doppietta. Roberta Bruni (quinta, 4.55) ed Elisa Molinarolo (ottava, 4.45) centrano l’appuntamento con la finale dell’asta, portando altre due bandiere tricolore (dopo quelle della finale dell’alto maschile) nella serata di sabato. Nulla da fare per la terza italiana in gara, Virginia Scardanzan (4.30).
Si parte da 4.10. Scardanzan, unica azzurra impegnata a questa quota, sbriga la pratica senza difficoltà. Roberta Bruni ed Elisa Molinarolo scelgono di passare: il via è a quota 4.30, ma anche in questo caso non si manifestano problemi. A 4.45 Molinarolo vola subito oltre l’asticella, aggiungendo un tassello importante sulla strada verso la finale (con lei, altre cinque atlete riescono al primo tentativo). Bruni e Scardanzan sbagliano, con la reatina che si issa ben oltre la barra ma finisce per colpirla in fase di discesa. La luce verde, per Bruni, si accende al secondo salto, mentre Scardanzan si arrende. Ai successivi 4.55, la Bruni affonda il colpo, riuscendo immediatamente a volare oltre la barra. Molinarolo sbaglia, è ottava, a rischio per un salto valido, uno qualunque, delle quattro inseguitrici. L’attesa è lunga, ma alla fine la veneta ce la fa (decisivo il 4.45 realizzato alla prima prova), aggiungendosi alla Bruni nella finale continentale della specialità. Appuntamento alle 19:35 di sabato 8 marzo (peraltro, il giorno del compleanno di Roberta Bruni). “ll mio regalo di compleanno? Voglio che sia un salto veramente alto – dice la romana – Oggi bene, c’è stato soltanto un brivido nel primo salto sbagliato a 4,45 perché ho rischiato di rompermi un dente. Nonostante quell’errore, la qualificazione andata come volevo e ora devo restare concentrata per sabato, senza pensare al 4,70 di venerdì scorso”. Molinarolo aggiunge gradi di soddisfazione: “Sarà la mia prima finale europea indoor, due anni fa ero stata la prima delle escluse, oggi è andata meglio. Sto attraversando un periodo difficile tecnicamente parlando, e si è visto. Ma sabato si riparte da capo”.

Alto uomini – Qualificazione – Grande serata dei saltatori in alto azzurri, che centrano la finale con due dei tre uomini scherati. Manuel Lando è perfetto, nessun errore e tre soli salti nello score (2.13, 2.18, 2.23), unico capace del percorso netto nella qualificazione dell’Europeo; dietro di lui, al secondo posto parziale (con l’ucraino Doroschuk), il 19enne Matteo Sioli, una sola prova fallita, a 2.18, ma glaciale poi a quota 2.23, nel salto che vale il clamoroso 1-2 tricolore. Va fuori, davvero per un soffio, Eugenio Meloni, nono (e primo degli esclusi), con un ultimo salto a 2.23 fallito di un nulla. Cadono in tanti, nella trappola del round di ammissione: l’olandese Amels, l’israeliano Kapitolnik, il belga Carmoy, ad impreziosire la bella prova dei “fratellini” di Gimbo Tamberi.
I tre alfieri azzurri (Manuel Lando, Eugenio Meloni e Matteo Sioli) cominciano bene il percorso di gara. Meloni valica 2.08 e 2.13 alla prima prova a disposizione, Lando e Sioli partono da 2.13, misura superata agevolmente. A 2.18 le prime difficoltà: Meloni e Sioli abbattono l’asticella nel primo dei tre tentativi, come la maggior parte degli avversari, mentre Lando mette a segno un colpo importante: è tra i cinque che mettono a referto la misura al primo giro, e tre i tre (con il ceco Stefela, uno dei favoriti per le medaglie, ed il turco Acet) senza errori, in testa. Meloni e Sioli si aggiungono al gruppo al secondo tentativo. In quattordici attaccano i successivi 2.23. Sioli e Lando, bravissimi, riescono alla prima prova, issandosi ai vertici della classifica (Lando in testa in virtù del percorso netto, Sioli secondo). Meloni, purtroppo, fallisce sia il secondo sia il terzo salto (quest’ultimo davvero di un’inezia), ed esce dalla top eight che vale la finale. Sarà il primo degli esclusi, alla fine, a causa dell’errore commesso alla prima prova a 2.18. Lando si gode il momento: “Sono contento perché è stata una gara lunga, circa due ore, in diciotto in una sola pedana. Siamo stati bravi entrambi (con Sioli, ndr) a rimanere concentrati e non dare nulla per scontato. Siamo compagni di stanza, la 141 ha colpito! C’era un po d’agitazione ma ci siamo detti di star calmi, perché sapevamo di valere questa finale”. Sioli esulta: “Ce l’abbiamo fatta, era una bella prova e l’abbiamo superata a pieni voti. Nel mio caso con qualche acciacco a quota 2,18. Tamberi e Sottile? Li ringraziamo del supporto e speriamo di rimpiazzarli bene facendo un buon lavoro al posto loro in finale”.

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