Effetto Nordio, il traffico d’influenze svuotato e il “sistema Tedeschini”: nessun reato per i pm anche sulle nomine all’AgCom

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L’indagine sul cosiddetto ‘sistema Tedeschini’ come abbiamo già raccontato sul Fatto si è risolta in un mezzo flop per i Carabinieri e la Procura di Roma.

Dopo due anni di intercettazioni e tre anni di inchiesta, dopo tanti articoli di stampa che annunciavano nel dicembre 2022 una mega indagine su nomine e favori, cosa rimane di tanto sforzo? Solo un processetto per due contestazioni di corruzione nei confronti di una dirigente ministeriale e di un magistrato amministrativo. Il dibattimento procede lentamente tra schermaglie procedurali degli avvocati di Federico Tedeschini, Gaetano Scalise e Michele Andreano, contro il pm Fabrizio Tucci.

C’è poi un’indagine svelata dal Fatto a novembre del 2024 che vede indagati per corruzione i soliti avvocati Federico Tedeschini e Pierfrancesco Sicco con Vera Corbelli, Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale. Chissà forse già archiviata pure questa in silenzio. Ci sono state una serie di richieste di archiviazione poi per singoli soggetti di alcuni filoni o di filoni interi.

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In molti casi c’è già il decreto del GIP che proscioglie tutti.

Queste storie hanno portato all’iscrizione di una ventina di persone per una dozzina di capi di imputazione con relativi titoloni dei giornali nel dicembre 2022 (quando ci furono gli arresti domiciliari per Tedeschini e altri, poi revocati) sulla ‘cricca’ che voleva fare le nomine nei ministeri e arrivare a gestire il PNRR. Nonostante queste storie non abbiano rilevanza penale per i pm, hanno rilevanza per i lettori.

Le nomine e le consulenze sono di interesse pubblico. Molti soggetti sono ancora in posti importanti con responsabilità e stipendi pubblici. A nostro parere è bene che i cittadini conoscano quanto emerge dalle indagini. Poi c’è un’altra ragione di interesse pubblico. In gran parte dei casi i pm vogliono archiviare con una motivazione che si basa anche sulle riforme pro-indagati del ministro Carlo Nordio. La modifica del reato di traffico di influenze illecite e l’abolizione dell’abuso di ufficio hanno reso lecite alcune condotte che prima non lo erano. Ed è bene che tutti conoscano gli effetti dell’azione politica del Governo Meloni. Ovviamente stiamo parlando di contestazioni embrionali e teoriche. Non di reati accertati. Però per i pm romani queste condotte tre anni fa erano di dubbia liceità e ora invece sono pienamente legali. Nomine, raccomandazioni, segnalazioni, che un tempo almeno a livello di ipotesi ricadevano nel traffico di influenze illecito ex articolo 346 bis del codice penale, quindi da indagare, ora non lo sono più.

In più passaggi delle intercettazioni di questa indagine il professor Federico Tedeschini dice ai co-indagati frasi tipo ‘attenti che qui rischiamo la contestazione di traffico di influenze’. Dopo il caveat, da buon consulente legale, il prof. suggerisce la soluzione: fare un contratto in un certo modo nei confronti di un ‘mediatore’ o evitare di parlare al telefono con un altro soggetto ‘a rischio 346 bis’. Tedeschini sa quel che dice. Oltre a essere una persona dotata di ironia e cultura, con relazioni ai massimi livelli nei governi della prima seconda e terza Repubblica, come emerge dalle intercettazioni, è uno dei massimi esperti di diritto amministrativo. Se il professor Tedeschini dice ai suoi nel 2021, ‘attenzione che qui rischiamo il reato di traffico’ sa quel che sta dicendo perché l’articolo 346 bis allora vigente se lo era studiato bene. Forse più per ragioni professionali concrete che per amore della dottrina astratta.

Nel 2021 quella norma faceva paura a Tedeschini. La nuova formulazione introdotta dal Governo Meloni (anche per effetto di sentenze della Cassazione che picconavano il 346 bis perché non distingueva trafficanti illeciti e lobbysti leciti) ha sterilizzato la norma. Come certificato dai pm, il nuovo 346 bis farà sì che d’ora in poi i Carabinieri girino proprio alla larga da vicende come queste.

A Roma la sintesi brutale del popolino sarà: ‘Allora se po’ fa’!. La lettura delle richieste di archiviazione dei Carabinieri ci spiega cosa ‘se po’ fa’ grazie anche al Governo Meloni e perché.

Qualcuno applaudirà Nordio e Meloni per il loro ‘tana libera tutti’. Ci sarà invece chi lamenterà l’arretramento della tutela penale nei confronti del corretto andamento della pubblica amministrazione.

La scelta del Fatto è quella di pubblicare gran parte di quanto emerso nell’inchiesta Tedeschini sul sito perché sono storie complesse e c’è bisogno di spazio per spiegarle. Iniziamo dalle nomine dell’AgCom, l’Agenzia nota ai lettori del Fatto Quotidiano sin dal debutto della nostra testata. Un suo commissario di allora, Giancarlo Innocenzi Botti, ex manager Publitalia, ex senatore e sottosegretario FI, poi presidente di Invitalia, sempre sotto l’ala di Silvio Berlusconi, fu indagato nel 2010 (e poi prosciolto) per le sue conversazioni intercettate dalla Procura di Trani mentre, insieme a Berlusconi, ordiva trame finalizzate a contrastare la messa in onda della trasmissione di Michele Santoro e Marco Travaglio, Anno Zero, sulla Rai, ai tempi dell’ultimo Governo Berlusconi.

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Innocenzi Botti è stato indagato dal 2022 dalla Procura di Roma con Federico Tedeschini e altri per due vicende di presunto traffico di influenze su commesse e autorizzazioni di presidi anti-Covid. All’inizio era pure iscritto per associazione a delinquere con Tedeschini e altri. Su tutte queste vicende (come raccontato già nell’edizione cartacea del Fatto) pende da dicembre la richiesta di archiviazione motivata anche con le modifiche legislative delle riforme di Nordio.

Innocenzi Botti è citato nelle conversazioni di Tedeschini relative ad altri due filoni, quelli connessi alle nomine in AgCom nel 2021, ma qui non è nemmeno stato indagato.

Queste due storie dell’AgCom (connesse tra loro perché riguardano le mire di due persone sulla stessa poltrona) raccontano bene come funziona il jet set romano delle professioni legali. Quando un commissario in carica muore nel 2021 e si libera un posto ambito all’AgCom, un magistrato del Tar, Brunella Bruno, e un avvocato di Stato, Antonio Maria Scino, buoni amici di Tedeschini, subito si presentano allo studio di Largo Messico, nemmeno il prof. fosse un ‘head hunter’. Le cimici del Nucleo dei Carabinieri di Roma registrano i loro colloqui e per questo siamo qui a scriverne.

Nei prossimi giorni ci occuperemo di altre nomine e altre gare.

Nell’informativa dei Carabinieri del 3 febbraio 2022 sul cosiddetto “Sistema Tedeschini”, depositata con ampi omissis in uno dei filoni dell’inchiesta a disposizione dei difensori, c’è un capitolo intitolato “Operazioni afferenti le nomine in incarichi pubblici” dove i Carabinieri inseriscono “le operazioni realizzate dal sodalizio facente capo a Tedeschini al fine di far ottenere a persone allo stesso collegate nomine ad importanti incarichi pubblici attraverso l’intervento sui pubblici ufficiali competenti a seguire le relative istruttorie o su personaggi (….) in grado cli condizionarne l’attività”.

Nel sotto-paragrafo sull’Agcom si legge: “Più persone hanno chiesto a Tedeschini un intervento per ottenere la nomina a presidente dell’AgCom, ruolo svolto fino a poco tempo fa da Mandelli Enrico, improvvisamente deceduto. Il 12 dicembre 2021, in sequenza, si sono presentati presso lo studio del Tedeschini, prima Bruno Brunella, magistrato del TAR Lazio che in più occasioni è stato relatore in cause che hanno visto tra i difensori di una delle parti proprio Tedeschini, e Angelo Caliendo (avvocato dello Studio Tedeschini, ndr) e poi Scino Antonio, funzionario del MISE. Entrambi hanno chiesto a Tedeschini un suo intervento per ottenere la nomina a commissario dell’AgCom. Nel contempo Tedeschini ha chiesto a Scino di affidare ad un suo amico un incarico presso il MISE”. I Carabinieri raccontano le due visite consecutive del 12 dicembre 2021. Alle ore 16 arriva nello studio Tedeschini di Largo Messico a Roma “Brunella Bruno, magistrato del TAR Lazio (ora promossa al Consiglio di Stato, ndr) che in più occasioni ha preso parte al collegio giudicante che ha trattato cause che hanno visto tra i difensori di una delle parti proprio Tedeschini e Caliendo (…) nel corso della conversazione la Bruno chiede a Tedeschini di intervenire al fine di farle ottenere la nomina a commissario AgCom, ruolo svolto fino al giorno prima da Mandelli Enrico, improvvisamente deceduto. Dal tenore della conversazione si evince che Tedeschini e la Bruno stanno programmando insieme il futuro professionale della stessa giudice. Infatti Tedeschini, oltre a rendersi disponibile a effettuare l’intervento richiesto dice che parlerà della cosa con tale Giancarlo, evidentemente Innocenzi Giancarlo, ex commissario AgCom, con la senatrice Cinzia Bonfrisco della Lega e con tale Federico, verosimilmente Federico Freni, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, soggetto che Tedeschini nomina esplicitamente più volte quando parla di candidature a commissario AgCom. Tedeschini – proseguono i Carabinieri – afferma che secondo lui l’eventuale nomina a commissario AgCom le renderà più difficile andare a ricoprire il ruolo di segretario generale presso un Ente non citato: ‘Tieni conto …. Noi le dobbiamo pensare tutte, tieni conto che un’ipotesi di genere non è che poi ti favorisce per andare poi a fare il segretario generale eh perché una volta che poi hai fatto il componente del consiglio di amministrazione, quindi il controllore …. è un pò .. per una prassi non è che c’è una legge’. La Bruno alle parole di Tedeschini risponde dicendo che la cosa la dovranno valutare insieme ‘questo pensiamolo insieme … ( … )… e però allora questa …. perché tu sostanzialmente mi dici attenzione Brunella un conto è che fai prima il segretario e poi il commissario’.(…) La Bruno – proseguono i Carabinieri – propende quindi per il posto all’AgCom, anche perché, dice il posto di segretario generale è attualmente ricoperto da una donna che rimarrà ancora a lungo”.

I Carabinieri non lo scrivono ma dal contesto è chiaro il senso: i due posti di cui si parla sono quello di consigliere AgCom (vacante dopo la morte d Mandelli) e quello di segretario generale dell’AgCom, presidiato da una donna allora, cioè Giulietta Gamba. Anche se diventare consigliere potrebbe far insorgere qualche problema di opportunità per un domani provare a fare il segretario generale, Brunella Bruno pensa che sia meglio l’uovo oggi che la gallina domani e punta a prendere oggi e subito il posto del fu Mandelli piuttosto che chissà se e quando quello di Gamba, che rimarrà al suo posto infatti fino al 2024. I due interlocutori si danno appuntamento dopo le feste e, proseguono i Carabinieri: “il legale si raccomanda di usare il telefono solo per fissare l’appuntamento senza parlare della questione, evidentemente nel timore di eventuali intercettazioni telefoniche che lo stesso Tedeschini dà per scontate: ‘Mi telefoni fui quello che hai fatto oggi …. inc … vieni in un giorno feriale e il caffè me lo offri sul serio … (. .. ) … un caffè .. ricordati il telefono mio è’. La Bruno afferma che anche lei è probabilmente intercettata ‘eh pure il mio che te pensi’ e Tedeschini replica ‘Eh ma il mio di più’.

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Per ultimo i due interlocutori, dopo aver fatto altri commenti sulle eventuali intercettazioni ‘adesso sicuramente ti avranno tracciato’’, si confortano a vicenda asserendo di non stare facendo nulla di male (Bruno: ‘non è che sono venuta a fare niente di strano .. perchè cosa c’è di strano’. Tedeschini: ‘Oh ma e ci mancherebbe mica è reato’), in forza di argomentazioni quantomeno discutibili: Tedeschini infatti afferma che qualora gli venisse loro contestato l’incontro con la Bruno che, si ricorda, è il magistrato che, come risulta anche da fonti aperte, ha più volte seguito le cause aventi come difensore di una delle parti lo stesso Tedeschini, egli potrà giustificarsi dicendo che è un giornalista e ha incontrato la Bruno per un articolo ‘io ho il segreto professionale, è una questione professionale, qual è il problema? … ( … )… non ti dimenticare che io ho, come sai, anche la tessera di giornalista, per cui pure per scrivere un articolo ho chiesto delle cose …’”.

Poi i Carabinieri elencano una decina di cause degli anni passati nelle quali Bruno era giudice e Tedeschini avvocato difensore. E infine aggiungono: “Appare utile evidenziare che Tedeschini in un’altra occasione spende il nome di Brunella Bruno”.

Per comprendere meglio questo paragrafetto dell’informativa bisogna ricordare ai lettori il ruolo dell’avvocato Giovanni Bruno, allora uno dei tre commissari della società Condotte, in amministrazione straordinaria sotto il controllo del Ministero dello Sviluppo Economico. Condotte, quando era amministrata dalla terna di cui era parte il fratello di Brunella Bruno – come svelato da Il Fatto una mezza dozzina di anni fa (“Tutte le consulenze che portano ad Alpa”, Il Fatto Quotidiano 12 marzo 2019) quando Conte era al Governo e ‘scoperto’ ora che al Governo c’è Meloni dalla stampa di destra con titoli surreali (“Spunta il maestro di Conte tra i consulenti di Condotte”, Il Giornale, 17 febbraio 2025) – aveva dato incarichi legali leciti agli avvocati Luca Di Donna e a Guido Alpa, quest’ultimo soprattutto vicino a Conte.

Ciò premesso, continuiamo a leggere l’informativa dei Carabinieri del febbraio 2022: “Il giorno 29 gennaio 2022 Tedeschini si trova nel proprio ufficio con Luca Di Donna. I due nel corso della prima fase della conversazione affermano di avere lasciato fuori dello studio i loro telefoni per timore di eventuali intercettazioni per mezzo di trojan. Quindi dopo aver parlato a lungo di varie vicende (il colloquio è tutt’ora in fase di analisi), Tedeschini e Di Donna parlano di una cena che si deve tenere il giorno 1 febbraio 2022. In tale contesto Tedeschini elenca i partecipanti, tra cui vi sono i fratelli Giovanni e Brunella Bruno, la quale, dice Tedeschini, ‘è passata in Consiglio di Stato’. Di Donna a quel punto, riferendosi a Giovanni Bruno quale amministratore straordinario della società Condotte, afferma che, con l’occasione potrebbero sollecitarlo su una determinata questione ‘così, magari, in quell’occasione cerchiamo e tu che sei abile ecc. .. di dire ‘Giova, superiamo tutte le …’’. Tedeschini – seguitano i Carabinieri a sintetizzare il contenuto del colloquio – “alle parole di Luca, replica dicendo di aver già parlato della cosa al Bruno. La parte successiva della conversazione permette di comprendere che la vicenda di cui Tedeschini ha già parlato al Bruno – secondo i Carabinieri – riguarda le consulenze della società Condotte concesse dal Bruno allo studio Alpa e che, verosimilmente a seguito delle vicende penali che hanno riguardato il Di Donna, ora intende revocare. Di Donna infatti afferma: ‘Sto preoccupato perché lo sai che c’è? Lui aveva dato (a bassa voce ndt) un incarico a Guido (Avv. Alpa, ndt) sull’azione di responsabilità, no? E su un’altra azione di responsabilità poi, su un gruppo ci stavo pure io … e gli altri li ha lasciati, sostanzialmente… ( … ) … l’altro giorno se n’è uscito con Guido … dice ‘Ah, Guido, stavo pensando di toglierti’ …. a Guido proprio! Cioè! Poi è un’uscita stupida .. ho detto …’. Tedeschini alla richiesta del Di Donna risponde che lui solitamente per avanzare istanze a Giovanni Bruno si rivolge alla sorella Brunella ‘Sai quante volte che ci dovevo parlare, ma di cose di lavoro eh? (…) … chiamavo Brunella! Anzi l’andavo a trovare! Perché è fatto così’”. I Carabinieri riportano queste conversazioni, che hanno ad oggetto incarichi legali (pienamente leciti) con la società Condotte, incarichi che risultavano dal sito di Condotte in Amministrazione Straordinaria e sono poi stati mantenuti da Guido Alpa e da Luca Di Donna, solo per far capire i rapporti tra la giudice Brunella Bruno e Tedeschini quando la prima chiede all’avvocato di aiutarla a diventare commissario AgCom.

Poi come finisce questa storia?

I pm iscrivono per corruzione giudiziaria per l’esercizio della funzione con questa accusa “poiché, Brunella Bruno, magistrato in servizio presso il TAR Lazio, al fine di favorire nei ricorsi presentati innanzi alla sezione II Bis del TAR Lazio le società rappresentate dallo studio Tedeschini richiedeva e si faceva promettere dall’avv. Federico Tedeschini raccomandazioni e interventi in suo favore presso esponenti di vertice politico istituzionale o ministeriali al fine di ottenere la nomina a commissario dell’AgCom in sostituzione del defunto dott. Mandelli ovvero la nomina a segretario generale in altra struttura pubblica. In Roma nel dicembre 2021”. Poi però, dopo avere fatto una lunga indagine anche sui procedimenti giudiziari nei quali Bruno era giudice e Tedeschini avvocato, chiedono l’archiviazione. Nella richiesta del 13 dicembre 2023, firmata dal pm Fabrizio Tucci e dal procuratore Francesco Lo Voi, prima si ricostruisce il fatto: “Gli elementi di fatto della vicenda in esame sono i seguenti:

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– l’avv. Tedeschini ha plurimi e rilevanti contenziosi innanzi alla sezione 2 Bis del TAR Lazio di cui è componente la dott.ssa Brunella Bruno;

– la dott.ssa Brunella Bruno chiede all’avv. Federico Tedeschini di mettersi a disposizione per raccomandarla per la nomina a commissario AgCom;

– la dott.ssa Brunella Bruno già si è rivolta in passato all’avv. Tedeschini per avere il suo appoggio, atteso che l’avvocato le chiede di rinviargli nuovamente il curriculum e lascia intendere di essersi mosso anche per l’altra nomina a cui aspira il magistrato.

Gli esiti delle indagini successive, attività di intercettazione, l’analisi delle sentenze del Tar in cui la dott.ssa Bruno era componente del collegio giudicante ed il prof. Tedeschini avvocato di parte, non hanno consentito di far emergere un quadro probatorio idoneo a dimostrare un sinallagma tra la richiesta di intervento e di raccomandazione fatti dalla dott.ssa Bruno al prof. Tedeschini e le funzioni giurisdizionali esercitate dalla Bruno. In assenza di specifici atti emersi e nel quadro di una ipotesi di corruzione per funzione, è difficilmente dimostrabile sul piano probatorio l’esistenza del sinallagma corruttivo, soprattutto se si tiene conto del fatto che nel corso del colloquio le due parti non fanno specifico riferimento a contenziosi pendenti innanzi al giudice amministrativo”. Per questi motivi il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Gennaro Varone e il sostituto Fabrizio Tucci chiedono l’archiviazione disposta dal Gip Roberta Conforti il 22 marzo 2024.

Per Antonio Maria Scino le cose vanno diversamente. L’avvocato dello Stato è stato indagato per traffico di influenze illecite e su di lui i pm hanno chiesto l’archiviazione il 17 dicembre del 2024. Prima ricostruiscono il fatto così: “L’analisi complessiva delle conversazioni dimostra come il pubblico ufficiale Antonio Scino prometta di intervenire presso gli Uffici competenti del MISE (da qui la riqualificazione in traffico illecito della originaria iscrizione di corruzione) per favorire incarichi all’avv. B.Z., segnalato dal Tedeschini, a fronte dell’intervento di quest’ultimo presso organi istituzionali o soggetti pubblici in grado di favorire la nomina a commissario Straordinario. Dagli atti successivi di indagine è risultato che il 10 ottobre 2022 l’avv. B. Z. ha depositato il curriculum per essere nominato commissario liquidatore di cooperative; al deposito non è seguito alcun incarico”.

Insomma non c’è stato nulla di concreto a beneficio dell’avvocato B.Z., un amico di Tedeschini che l’avvocato voleva aiutare in un momento di difficoltà. I pm accertano che B.Z. non ha ottenuto nulla dopo la manifestazione di disponibilità ad aiutarlo espressa a Tedeschini da Scino nella medesima conversazione nella quale Scino, per i pm, chiedeva a Tedeschini una mano per diventare commissario AgCom. Le richieste contestate inizialmente dai pm a Tedeschini, di per sé lecite, non hanno portato a nulla. All’AgCom è stato nominato nel 2022 il leghista Massimiliano Capitanio. Brunella Bruno è stata archiviata dai pm e dal Gip nel merito. Anche Scino, indagato per traffico di influenze e non per corruzione, non ha ottenuto nulla. L’avvocato Scino a dicembre 2024 è stato nominato Chief Legal Officer di Ferrovie dello Stato per i suoi titoli notevoli, dopo aver lasciato il ruolo di Capo di Gabinetto del MASE. Dalle indagini, a parte le chiacchiere, non pare aver fatto né ottenuto nulla. La sensazione è che i pm avessero poco in mano per chiedere il giudizio anche senza riforma Nordio. Però, nella richiesta di archiviazione se la cavano senza entrare nel merito, proprio citando la riforma, come nei casi già esaminati in precedenti articoli del Fatto e riguardanti Tedeschini e altri per presunti traffici di influenze. “Anche in questo caso la presente richiesta di archiviazione è di fatto necessitata alla luce della modifica normativa della struttura del traffico illecito di influenze ed alla Iuce dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio intervenute con la legge 9 agosto 2024 n. 114”.

Abbiamo chiesto via whatsapp a Brunella Bruno un commento ma non siamo riusciti a avere risposta.

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Invece l’avvocato Giuseppe Cincioni, legale di Scino, dichiara: “L’Avv. Scino, nell’ambito del procedimento, ha ricevuto solo la notifica dell’avviso di proroga delle indagini. La Procura di Roma, infatti, non ha mai ritenuto necessario ascoltarlo e ha anzi ritenuto l’insussistenza di qualsiasi ipotesi di reato, chiedendo conseguentemente l’archiviazione”.



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