Ecco quanto renderà al Comune il Porto del Gambarogno

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Il costo finale del nuovo Porto del Gambarogno, attualmente in costruzione nella zona Sass di Sciatt nella frazione di San Nazzaro, ammonterà a 22,1 milioni di franchi. Una cifra non da poco, che nel corso degli anni è costantemente lievitata. Il prossimo 24 marzo il Consiglio comunale sarà chiamato a discutere e votare il secondo “credito suppletorio”: un ulteriore balzello di 3,25 milioni, di cui oltre la metà causato da rincari. Ricordiamo che per contenere i costi la parte a terra del progetto è stata ridimensionata.

Il Municipio ha sempre sostenuto che la struttura sarà in grado di autofinanziarsi e che genererà utili per il Comune. Affermazioni che poggiano sulle analisi economiche e finanziarie eseguite dal professor Orlando Nosetti, consulente aziendale e già docente di contabilità finanziaria e controlling all’Università della Svizzera italiana (Usi). L’ultimo aggiornamento, richiesto allo stesso Nosetti dall’Esecutivo gambarognese, è datato 29 novembre 2024 e, assieme alle tabelle di calcolo, è stato allegato al messaggio municipale per la richiesta del credito suppletorio.

La conclusione conferma che “sulla base dei piani economico-finanziari, aggiornati con i dati più recenti, e tenuto conto dello sviluppo stimato dopo il 2029, così come dei rischi d’investimento, finanziari e operativi, si può affermare ragionevolmente che la sostenibilità del progetto nel medio-lungo termine è garantita”.

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Saldo e stralcio

 

In termini concreti, a piena occupazione il Porto (con i suoi 280 posti barca) permetterà indicativamente di generare annualmente un utile netto di 230mila franchi e sin dai primi anni d’esercizio, una liquidità che sarà rilevante e si avvicinerà a un milione di franchi all’anno. Le valutazioni di Nosetti contengono pure alcune considerazioni circa l’iniziale occupazione del Porto, che verrà aperto – in forma ridotta e senza alcuni servizi a terra, che ancora devono essere completati – già nel corso di quest’anno. “Va osservato – indica il Municipio nel messaggio della richiesta del credito suppletorio – che le valutazioni di Nosetti sono sostanzialmente prudenziali, il che significa che con buona probabilità i calcoli relativi alla redditività del Porto vedranno una evoluzione migliore e soprattutto potrebbero avverarsi in tempi più brevi rispetto a quanto indicato. Dal 2027 saranno generati utili crescenti che permetteranno gradualmente di assorbire, al più tardi entro il 2034, le perdite riportate. In tale condizione è prevedibile che l’intero debito assunto per la realizzazione della struttura potrà essere ammortizzato entro l’anno 2050, mentre gli anticipi del Comune potranno essere estinti entro il 2040”.

I nuovi parametri

Nel suo rapporto lo specialista ha dovuto tener conto di nuovi parametri. La durata dei lavori farà slittare l’apertura all’inizio del 2026, ma alcuni posti barca saranno disponibili già nella seconda metà del 2025. La durata della convenzione demaniale – 30 anni – decorrerà dalla messa in servizio del porto e scadrà quindi nel 2056 (ma, come specifica l’Esecutivo, ‘‘indubbiamente sarà in seguito rinnovata”). L’autorità fiscale ha confermato che le attività portuali non saranno tassate, salvo quelle legate alla ristorazione. E ancora: la ristorazione (in versione ridotta) sarà affidata a terzi; il costo dei mutui ipotecari è stimato al due per cento.

Il costo totale dell’investimento è quantificabile in 22,1 milioni di franchi; ai sussidi di due milioni, già considerati nei piani precedenti, si aggiunge un contributo PaLoc di 435mila franchi. Sono confermate le ipotesi relative al grado di occupazione, che tengono conto dei proprietari di imbarcazioni ora attraccate alle boe e dei “cantieristi”; senza dimenticare che la lista d’attesa per tutto il bacino svizzero del Lago Maggiore supera le 500 unità. “La piena occupazione potrà essere raggiunta in breve tempo”, conclude a Nosetti.

Il pareggio già nel 2027

Stando al piano di conto economico, il punto di pareggio, cioè la copertura integrale dei costi, “dovrebbe essere raggiunto e superato già nel secondo anno di attività operativa (2027) e i risultati dovrebbero poi migliorare sensibilmente nei periodi successivi”. Le perdite accumulate durante gli anni della progettazione e della realizzazione del progetto (poco più di 900mila franchi) e quelle subite nella fase di avviamento 2025-2026 (quasi 570mila franchi) “potranno perciò essere azzerate al più tardi entro il 2034. A regime l’utile netto annuale ammonterà almeno a 230mila franchi”.

Nosetti proietta pure uno sguardo oltre la scadenza del piano, basato sulla proiezione dei valori del 2029. La conclusione: “Gli anticipi del Comune saranno rimborsati al più tardi entro il 2040, il mutuo bancario dieci anni dopo (nel 2050), mentre già nel 2051 la liquidità disponibile corrisponderà più o meno al totale dei prestiti degli utenti decennali. Alla scadenza della concessione, nel 2056, la liquidità disponibile ammonterà a circa nove milione e 700mila franchi”.

Il rischio finanziario (costo del capitale preso a prestito) a breve-medio termine viene definito “praticamente nullo” dallo specialista, “considerando la tendenza attuale al ribasso dei tassi d’interesse”. E ancora: “In merito al rischio operativo, confermato l’interesse segnalato dai proprietari di barche, come risulta dal numero elevato dei pre-contratti e dal lungo elenco della lista di attesa, si può affermare che le stime dei gradi di occupazione sono più che prudenti”.



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