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Dan Adika, CEO e co-fondatore di WalkMe, una società di SAP approfondisce la questione del divario importante esistente tra le promesse legate all’AI e l’impreparazione dei dipendenti
Nel 2024, le imprese hanno perso 104 milioni di dollari a causa dell’utilizzo parziale o inefficiente della tecnologia. È quello che emerge dallo studio di WalkMe, una società di SAP, appena pubblicato “2025 State of Digital Adoption Report: Special AI Edition”. La ricerca si concentra sullo stato di adozione dell’AI nelle organizzazioni di tutto il mondo. Non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale stia trasformando le ambizioni delle imprese, ma il suo successo dipende dalle persone. Il divario implicito nel fattore umano dell’equazione sembra essere oggi il principale ostacolo alla realizzazione delle grandi promesse dell’AI.
I risultati dell’analisi devono essere considerati alla luce delle opportunità perse che hanno caratterizzato molti sforzi di trasformazione digitale. Una ricerca di BCG evidenzia che mentre alcuni responsabili di progetti di digital transformation hanno generato 9.000 miliardi di dollari di valore per i loro azionisti tra il 2018 e il 2023, altri hanno perso 5.000 miliardi di dollari di guadagni potenziali. Le imprese si trovano ora di fronte a una scelta: continuare ad accumulare debiti in questo ambito e rimanere indietro rispetto ai concorrenti, oppure abbracciare l’adozione del digitale come ponte verso il successo sostenuto dall’intelligenza artificiale.
L’analisi di WalkMe ha coinvolto oltre 3.700 manager e dipendenti di aziende nel mondo e descrive sette best practice per l’adozione del digitale e l’impatto sul business. L’implementazione anche di una sola best practice può quasi triplicare il ROI della trasformazione digitale dal 22% al 64%. Il successo nell’era dell’intelligenza artificiale non si otterrà solo con la tecnologia, ma con l’eccellenza di un’adozione sistemica.
I principali risultati dello studio
Nonostante si preveda che la spesa delle grandi aziende in AI crescerà del 64% nel 2025 – da 14 a 23 milioni di dollari – molte organizzazioni faticano a tradurre questi investimenti in impatto. La ricerca evidenzia che, mentre il 79% dei manager esprime fiducia nel raggiungimento degli obiettivi di trasformazione dell’AI, solo il 28% dei dipendenti si sente adeguatamente formato e solo il 25% dichiara di essere in grado di utilizzare l’AI per lavorare in modo più efficiente. Questo divario dimostra che, senza un’adozione strategica, gli investimenti in AI spesso non riescono a produrre un valore di business significativo. Il costo delle inefficienze digitali, dovute principalmente a tecnologia sottoutilizzata e scarsa produttività, è stato stimato in oltre 104 milioni di dollari solo nel 2024 per le grandi imprese.
Mentre i manager stimano di avere in uso una media di 37 applicazioni nella loro organizzazione, i dati del rapporto di WalkMe mostrano che in media le grandi imprese hanno 625 applicazioni in uso – una discrepanza tra le due stime di 17 volte o un gap di visibilità del 1.600%. Come le aziende possono ottimizzare efficacemente i loro investimenti in tecnologia se non hanno visibilità su quali applicazioni vengono effettivamente utilizzate e come? La risposta è, ovviamente, non possono. Le imprese devono innanzitutto scoprire con precisione quali applicazioni sono in uso al loro interno prima di poter realizzare significativi aumenti di produttività. È il primo passo fondamentale per aiutare ogni singolo dipendente, team e business unit ad avere successo utilizzando gli strumenti tecnologici già adottati e presenti in ufficio.
L’imperativo dell’adozione del digitale non è motivato solo dal ROI: i dipendenti chiedono a gran voce di essere aiutati a utilizzare queste tecnologie sempre più complesse e numerose. Il rapporto ha rilevato che i dipendenti non hanno ancora una completa familiarità con gli strumenti tecnologici a loro disposizione, tanto da sprecare in media 36 giorni lavorativi all’anno per gestire e superare le frustrazioni tecnologiche. Ciò equivale a dire che ogni singolo dipendente si prende quasi due mesi di pausa solo per risolvere i problemi con l’innovazione digitale.
Possiamo e dobbiamo fare di meglio.
Dan Adika, CEO e co-fondatore di WalkMe, una società di SAP
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