Cosa si deve sapere quando si decide di andare in pensione prima? I requisiti per andare in pensione di vecchiaia quest’anno non sono cambiati, fissati a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi. Resta ferma anche la possibilità di andare in pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico.
Sono, perĂ², stati confermati anche tutti i sistemi di pensione anticipata (ancora sperimentali) giĂ vigenti lo scorso anno. Si tratta, in generale, di meccanismi che permettono di lasciare il lavoro prima quasi fino a 10 anni ma che bisogna attentamente valutare prima di scegliere. Cerchiamo di seguito di far chiarezza.
- Come si puĂ² andare ancora in pensione anticipata nel 2025
- Cosa valutare prima di decidere di andare in pensione prima
- Cosa sapere dopo che si va in pensione anticipata
Come si puĂ² andare ancora in pensione anticipata nel 2025
I sistemi che permettono ancora quest’anno di andare in pensione anticipata sono i seguenti:
- quota 103, con 62 anni di età e 41 di contributi, considerando le finestre mobili di sette mesi per i lavoratori dipendenti privati e di nove mesi per i lavoratori dipendenti pubblici e il ricalcolo esclusivamente contributivo della pensione per poi rideterminare l’importo secondo le leggi vigenti al raggiungimento dei 67 anni della normale pensione di vecchiaia;
- opzione donna, che permette di uscire a 61 anni di etĂ con la possibilitĂ di ottenere un anticipo di un anno per ogni figlio, entro un massimo di due anni, per cui si puĂ² uscire a 60 anni se si ha un figlio e a 59 anni se si hanno due o piĂ¹ figli, sempre a condizione di avere 35 anni di contributi e accettare il calcolo della pensione finale esclusivamente con sistema contributivo senza ricalcolo una volta maturati i normali requisiti richiesti;
- ape sociale, che permette di andare in pensione prima a 63 anni e 5 mesi di etĂ e con 30 anni di contributi, che diventano 36 per gli usuranti, ma solo se si appartiene a categorie di persone considerate svantaggiate, come disoccupati, disabili e cargiver e usuranti.
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Cosa valutare prima di decidere di andare in pensione prima
Andare in pensione anticipata con uno dei sistemi attualmente vigenti rappresenta certamente una buona possibilitĂ per collocarsi prima a riposo, dopo una vita di impegni e sacrifici.
Ma sarebbe bene effettuare prima alcune valutazioni per capire se risulti davvero conveniente lasciare il lavoro anticipatamente.
Sarebbe bene sapere prima:
- qual è la posizione contributiva maturata, operazione che si puĂ² semplicemente fare accedendo al servizio online dell’Inps La mia pensione futura per ottenere una simulazione della pensione al termine dell’attivitĂ lavorativa, con relativo importo dell’assegno e tempistiche, in modo da capire se i contributi sono stati regolarmente accreditati e contabilizzati e quali sarebbero gli scenari possibili, per esempio un aumento o una diminuzione della retribuzione futura;
- conoscere l’importo della pensione pubblica e se e come potrebbe variare scegliendo di anticipare la pensione secondo le regole di calcolo previste dai diversi sistemi;
- capire le proprie spese e un’eventuale situazione debitoria, perché con il calcolo esclusivamente contributivo previsto da alcuni sistemi, come la quota 103 e l’opzione donna, il trattamento che si percepisce si riduce rischiano di non permettere al pensionato di sostenere tutte le spese necessarie a vivere serenamente ed eventualmente estinguere i debiti. Se si avessero, sarebbe meglio pagarli prima di andare in pensione.
Chi decide, per esempio, di andare in pensione con la quota 103, prima di sceglierla, dovrebbe sapere che la pensione che riceverĂ non puĂ² risultare superiore a quattro volte il trattamento minimo fino al compimento dell’etĂ di 67 anni. Prima era di cinque volte, quindi piĂ¹ conveniente.
Chi sceglie, invece, l’opzione donna è bene che sappia che, a fronte di un’uscita notevolmente anticipata, visto che puĂ² arrivare ad andare in pensione prima a 59 anni, riceve un assegno tagliato anche fino al 30% rispetto a quanto percepirebbe andando in pensione con la normale pensione di vecchiaia a 67 anni.
A chi va in pensione con l’ape sociale spetta poi un’indennitĂ che, per legge, corrisponde all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’uscita, ma non puĂ² superare i 1.500 euro e non è soggetta rivalutazione fino a quando l’interessato non arriva i 67 anni di etĂ per la pensione di vecchiaia.
Chi arriva, quindi, ad un importo normalmente maggiore, per circa 4 anni prende meno di quanto dovrebbe.
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Cosa sapere dopo che si va in pensione anticipata
Chi decide di andare in pensione anticipata con i sistemi sopra riportati deve sapere diverse regole e limiti vigenti una volta a riposo,
Se chi va in pensione con i normali pensionistici, sia di vecchiaia che anticipata ordinaria, puĂ² rimettersi a lavorare, percependo redditi sia da lavoro dipendente che autonomo senza alcun limite, per chi va in pensione anticipata ci sono, al contrario, diverse restrizioni da rispettare.
Per esempio, la quota 103 non permette di lavorare perché si tratta di un sistema incompatibile con qualsiasi reddito da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale ma solo se si guadagnano massimo 5.000 euro lordi annui. Questo limite vale fino al raggiungimento dei 67 anni della pensione di vecchiaia.
Inoltre, chi esce con la quota 103 deve poi, una volta raggiungi i 67 anni, controllare che il ricalcolo della normale pensione avvenga correttamente per evitare di correre rischi di errori o riduzioni dell’assegno.
Stesso discorso vale per chi esce con l’ape sociale: anche in tal caso, al compimento dei 67 anni, i soggetti interessati devono controllare che il trattamento finale definitivo venga correttamente ricalcolato.Â
E anche per l’ape sociale vale l’incumulabilità con i redditi di lavoro, anche in forma di lavoro autonomo occasionale se produce redditi superiori ai 5mila euro annui.
Diverso è il discorso della cumulabilitĂ di pensione anticipata con l’opzione donna e il lavoro: questo sistema è, infatti cumulabile con qualsiasi attivitĂ lavorativa, a patto che si inizi solo successivamente all’erogazione della pensione, che comunque risulta inferiore.Â
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