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Indovinate quante ditte hanno partecipato? Scopritelo nell’articolo. Al limite dell’esilarante i tempi delle sedute della commissione di gara: ogni volta che si riunivano, una settimana dopo la procura arrestava qualcuno nell’Ufficio Tecnico. Una procedura nata quando il sindaco, il suo console e il fido ingegnere si sentivano invincibili e poi portata avanti con la commissione d’accesso nella stanza di fianco
CASERTA – Da quando questo giornale ha saputo, pubblicandone tutti i particolari, delle 370 imprese che hanno risposto ad un bando di gara a procedura aperta del comune di Aversa, scritto lapalissianamente sotto le pressioni di CasertaCe, abbiamo avuto la prova inconfutabile, totale che gli Uffici tecnici della nostra provincia sviluppano strategie finalizzate fin dall’inizio ad arrivare direttamente, o con centrali di committenza compiacenti, all’aggiudicazioni di ricchi, lautissimi appalti ad imprese già sceltee a monte, oppure di attribuire incarichi di progettazione a ingegneri, architetti, geometri e chi più ne ha, più ne metta, che l’aggiudicazione l’hanno già ghermita sin da prima della pubblicazione dell’avviso pubblico.
Sì, lo diciamo con chiarezza, come scritto sempre negli anni, facendoci sostenere oggi dall’immissione nel codice penale di un comma che va a rafforzare l’articolo 353 bis, che va a specificare la fattispecie della turbata libertà degli incanti avvenuta a monte, in partenza, truccando i dettagli e i contenuti del bando e degli atti preparatori delle procedure di gara.
Ora, veniamo a parlare di un’altra vicenda, a nostro avviso scandalosa. Lo è per l’identità dell’impresa coinvolta, secondo noi, ma lo è anche oggettivamente perché un bando a procedura aperta, pubblicato dal comune di Caserta, incontra la partecipazione di sole due imprese. Per noi, alla luce di quanto raccontato in questi anni, una circostanza simile significa tribunale, appello e cassazione per considerare, in quel letamaio che è l’Ufficio tecnico del comune di Caserta, truccata già a prescindere.
MARINO SULLE ORME DI MAGLIOCCA
È mai possibile che un ente aggiudichi lavori da oltre 884 mila euro alla società di un imprenditore accusato di aver corrotto politici e funzionari della stessa amministrazione in cui vince questa gara d’appalto?
Qualcosa di simile l’avevamo visto solo con Raffaele Pezzella, l’imprenditore accusato di aver corrotto dirigenti all’amministrazione provinciale di Caserta, che si è visto a giudicare lavori con una società direttamente a lui collegata o, indirettamente, secondo quanto avrebbe scoperto la DDA di Napoli, negli anni della presidenza di Giorgio Magliocca, dimessosi per le accuse di appalti pilotati pochi mesi fa.
Evidentemente, il comune di Caserta del sindaco Carlo Marino, attualmente sotto processo per il mega appalto di rifiuti truccato da 116 milioni di euro, nelle scorse ore ha pubblicato la determina di aggiudicazione per i lavori di via del Seggio a Caserta vecchia alla Gesim di Raffaele Nunziante, ovvero l’imprenditore classe 31enne che, l’estate scorsa, ha rischiato l’arresto, richiesto e non ottenuto dalla procura di Santa Maria Capua Vetre, indagato per quel giro di mazzette che ha visto coinvolto anche Franco Biondi, Massimiliano Marzo e altri soggetti apicali del comune capoluogo.
A questo punto, ci si potrebbe fermare qui, in considerazione di quanto scritto. Ma è necessario ragionare su altri punti di questa aggiudicazione.
ESTATE 2023, NULLA ALL’ORIZZONTE
Partiamo dalla gestione. Il comune di Caserta ha scelto di attivare la cosiddetta procedura aperta, ovvero qualsiasi imprenditore può presentare offerta. Eppure, il 30 luglio 2023, quindi nel momento né Biondi, né Nunziante, né Marzo, né nessun altro sapeva di essere indagato, a partecipare alla gara sono solo due imprese, la Edilcap di Quarto, molto attiva in provincia di Caserta, legale rappresentante Domenico Carandente, e la citata Gesim.
Qualcuno poi dovrà spiegarci in maniera credibile perché un comune capoluogo che mette a disposizione di imprese e imprenditori gare d’appalto da milioni di euro sia sempre, perennemente snobbata da tantissimi operatori economici, ad esclusione di chi conosce bene il modus operandi di Palazzo Castropignano.
Per motivi che non conosciamo, ci sono voluti undici mesi per arrivare all’inizio dei lavori della commissione di gara, composta dal presidente esterno Giovanni De Marinis, e i componenti interni, Raffaele Villano e Luigi Vitelli, divenuto capo dell’Ufficio Tecnico dopo gli arresti che hanno colpito Franco Biondi, e sotto processo per concussione, per una vicenda al tempo in cui lavorava al comune di San Tammaro, salvatosi dall’indagine di giugno solo per la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio.
GLI SCHERZI DEL DESTINO: OGNI SEDUTA, UN’ORDINANZA
La prima seduta di gara è del 6 giugno 2024. Esattamente, una settimana dopo, la procura comunica gli arresti domiciliari all’assessore comunale Massimiliano Marzo, ai dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale, al dipendente comunale Giuseppe Porfidia e all’imprenditore Gioacchino Rivetti, padre di un ingegnere in servizio al comune capoluogo.
Evidentemente, questa vicenda, causa scatenante dell’arrivo a Palazzo Castropignano della commissione d’accesso, prodomo di un possibile scioglimento del comune di Caserta per infiltrazione criminale, rallenta un po’ i tempi, visto che la seconda seduta è datata 8 ottobre 2024.
Ma dato che il destino è cinico e baro, dopo soli sei giorni un’altra ondata di arresti per appalti truccati nell’Ufficio tecnico di Caserta e, in quest’occasione, anche San Nicola la Strada, dove lavorava prima della pensione Giulio Biondi, fratello di Franco, finito nuovamente ai domiciliari assieme al funzionario del capoluogo Michele Amato, e agli imprenditori Francesco Cerreto, Raffaele Antonucci e Giuseppe Fazzone.
Passa un altro mese e il 6 novembre c’è la terza seduta, ma questa volta non arrestano nessuno. Infine, la quarta e ultima è datata 21 novembre. Questa volta le cose sono state più rapide. Forse la commissione di gara temeva che questa procedura fosse maledetta e ha accelerato il passo.
NUNZIANTE, INDAGATO E CONTENTO. 20 MESI PER UN CANTIERE
Come detto, la Gesim batte la Edilcap, soprattutto grazie all’offerta economica, il ribasso, e quella sui tempi di cantiere, mentre l’offerta tecnica è molto simile. L’appalto è stato assegnato alla società di Raffaele Nunziante, che ha ottenuto un punteggio di 92,159 punti, offrendo un ribasso del 14,4% (la Edilcap si era fermata al 10%) sia sui lavori che sui servizi tecnici, con una durata complessiva dei lavori di 292 giorni, pari a una riduzione del 20% rispetto ai 365 giorni previsti inizialmente nel bando.
I lavori quindi avranno un valore di 773 mila e 684 euro, partendo dalla base d’asta di 884.910 euro, alla quale si sottrae il 14,4%.
Finite le stranezze? Non proprio. L’atto che sancisce quest’aggiudicazione è datato 31 dicembre 2024, ovvero il giorno in cui in provincia di Caserta abbiamo assistito alla firma delle maggiori stranezze, al via libera di procedure al limite dell’illegittimo. Ma solo 48 ore fa, ovvero il 4 marzo 2025, è stata pubblicata la determina numero 1497 che trovate in calce all’articolo assieme ai verbali di gara, con un incredibile e immotivato ritardo di 60 giorni.
PROCEDURA INQUIETANTE
E allora ci viene spontaneo chiederci perché una procedura nata nel luglio 2023 vede la sua fine nel marzo 2025, ovvero 1 anni, 7 mesi e 4 giorni dopo? Perché firmare questa determina il 31 dicembre e pubblicarla dopo oltre due mesi?
Secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere, Raffaele Nunziante di Gesim, in cambio dell’appoggio elettorale a Massimiliano Marzo, avrebbe ricevuto “affidamenti di lavori nel settore del verde pubblico“. Marzo, questo emerge dal capo C dell’ordinanza dello scorso giugno, per favorire Nunziante si sarebbe accordato con Luigi Vitelli e con Franco Biondi, rispettivamente membro della commissione di gara ed ex capo dell’Ufficio Tecnico che ha gestito questo appalto. In considerazione di tutto ciò, ritenere quantomeno opaca, molto dubbia questa procedura, visti anche gli strani tempi avuti prima dalla commissione di gara, poi dal dirigente firmatario dell’aggiudicazione, ovvero sempre Luigi Vitelli, è un atto diffamatorio o è un dubbio normale, naturale che può venire a chiunque legga tutto questo?
In altre occasioni, dopo l’esplosione delle inchieste e l’arrivo della commissione d’accesso, Marino, Biondi e Vitelli sono corsi in ritirata, revocando procedure che sembravano decisamente discutibili (CLICCA E LEGGI). Evidentemente, per quest’aggiudicazione alla Gesim di Nunziante non si poteva fare la stessa cosa.
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