Sabato 8 marzo, alle ore 21, “AltreScene”, la rassegna di arti performative dedicata alla drammaturgia contemporanea di Zo Centro culture contemporanee di Catania ospiterà la messinscena di “Ad esempio questo cielo”, regia di Elisa Canessa, interpreti Federico Dimitri e Andrea Noce Noseda, costumi di Joachim Steiner-Oberndörfer, disegno luci di Marco Oliani, una produzione della Compagnia Dimitri/Canessa e della svizzera Theaterwerkstatt Glais 5, con il sostegno della Fondazione culturale del Canton Turgovia, dipartimento culturale delle città svizzere di Frauenfeld e Kulturpool Regio, e la produzione esecutiva di Pilar Ternera / NTDC.
“Ad esempio questo cielo” spinge la ricerca della compagnia Dimitri/Canessa verso un altrove poetico, in una sorta di riconciliazione con quel “mondo contemporaneo” che era stato oggetto di sbeffeggiamento nella precedente produzione “Hallo! I’m Jacket!”, il gioco del nulla. «La necessità che ci ha mosso è stata quella di ritrovare, all’interno di questo grigio/ovunque, segmenti di luce. Piccole epifanie. Spazi poetici. Chiarito questo, un autore si è riaffacciato con forza alla nostra memoria: Raymond Carver. Carver si occupa di tutti gli infiniti segmenti che restano fuori e usa la scrittura per avere a che fare direttamente con l’esistenza. Dopo l’ultima pagina dell’ultimo racconto, dopo l’ultima poesia, l’ultimo frammento, quello che resta è una voglia commossa e potente di far parte del mondo, di stare insieme agli altri».
Lo scrittore, poeta e saggista americano Raymond Carver, riuscito a stento ad evitare una morte per alcolismo, ha continuato a scrivere con un tumore al cervello e due terzi di un polmone divorati dal cancro. Almeno fino al 1988 quando a soli 50 anni la malattia ha avuto il sopravvento. Eppure, consapevole di non avere più molti giorni da vivere, dichiara imbarazzato in un’intervista che ogni sua poesia dovrebbe intitolarsi “Felicità”. “Immagina, che ti resti soltanto un minuto da vivere? Che fai?” Non molti saprebbero rispondere a questa domanda, soprattutto perché mentre ci stai pensando il minuto è ormai passato. Raymond Carver, sulle cui parole poetiche è costruito lo spettacolo, sapeva cosa fare. L’ultimo periodo della sua vita è una frenetica corsa alla registrazione, alla conservazione, lavora senza sosta alla stesura del volume che raccoglierà tutte le poesie di una vita: «Vorrei avere ancora un po’ di tempo. Non cinque anni, e nemmeno tre, non potrei sperare così tanto — ma se avessi anche solo un anno. Se sapessi di avere un anno».
Da questo nucleo e dalla domanda iniziale prende spunto “Ad esempio questo cielo”. Sulla scena due attori, due aste con microfoni ai lati, una in proscenio a destra e uno verso il fondale, dal lato opposto a sinistra. Al centro una piattaforma girevole. Due uomini in scena a dare vita alle parole di Carver rendendo manifesto il suo canto all’esistenza, al mondo, all’umano. È una corsa e un inseguirsi intorno a questo nucleo tematico rappresentato dalla piattaforma, dal suo turbinare come ruota intorno al perno. E la forza centrifuga è tutto ciò che ci strappa con forza dalla vita.
Lo schema compositivo lancia simbolicamente la parola dentro la scatola/teatro con i due attori come “belve affamate”, a vedere cosa rimane all’osso dell’ispirazione. È una metafora che, a un certo punto, prende proprio corpo anche nello spettacolo, in un riverbero di parole che viene continuamente consacrato e dissacrato, elevato a rango lirico e poi ridotto a brandelli. Le parole sembrano sgorgare alla bell’e meglio, come qualcosa di pescato a fatica dal torrente. Eppure sono puntuali nella ricostruzione del momento. E’ un flusso inesauribile di parole, immagini, dettagli, che si stratificano aprendo inaspettati spazi di libertà. Spazi di creazione. L’autoironia riscatta continuamente la morte. E’ una vita quella che ci scorre davanti. Una vita freneticamente vissuta nell’infaticabile e inesauribile ricerca della poesia. Una poesia semplice, umana. Capace di parlare e comunicare. Legata a doppio filo con la concretezza dell’esistenza. E che porta verso queste ultime, limpide, parole: “Hai avuto tutto quello che volevi, dalla vita, nonostante tutto? Si. E cosa volevi? Potermi dire amato. Sentirmi amato sulla terra. (Raymond Carver, “Ultimo frammento”, 1987)
Biglietti € 20, prevendita on line su https://dice.fm/partner/dice/event/avvvvv-ad-esempio-questo-cielo-8th-mar-z-centro-culture-contemporanee-catania-tickets € 15 ridotto studenti al botteghino. Info tel. 0958168912, da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 13.
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