Trump 2 – Via ai dazi e, quindi, a una guerra commerciale di dimensioni planetarie. E stop agli aiuti all’Ucraina. Queste le due decisioni di ieri di Donald Trump, che, questa sera, parlerà al Congresso riunito in sessione plenaria: un discorso programmatico che, tecnicamente, non è l’annuale discorso sullo stato dell’Unione, perché il presidente è appena entrato in carica. I congressmen democratici hanno deciso di riempire le tribune degli invitati, per quanto di loro competenza, di dipendenti federali licenziati da Trump e dal suo sodale Elon Musk, responsabile dell’efficienza dell’Amministrazione pubblica.
Trump 2: dazi su import da Canada, Messico e Cina
Quella dei dazi sembrava la favola di Esopo dell’ ‘al lupo al lupo’, tanti allarmi e altrettanti rinvii, e, invece, la guerra è davvero scattata alla mezzanotte di lunedì ora di Washington, le sei del mattino in Italia. Ed è stata subito botta e risposta. L’import degli Usa da Canada e Messico è ora gravato di un dazio del 25%, che si riduce al 10% per i prodotti energetici canadesi. L’import dalla Cina era già colpito da un dazio generalizzato del 10%, che è ora raddoppiato al 20%.
La conferma dell’imposizione dei dazi, ieri, era stata accompagnata da una caduta della Borsa dell’ordine del 2,6%, per il timore di un aumento dell’inflazione e della deflagrazione di una guerra commerciale su vasta scala, nonostante il presidente continui ad affermare che i dazi sono la via più semplice alla prosperità americana.
La Cina ha già preso contromisure per difendere “i suoi diritti e interessi legittimi”. In una nota, il ministero delle Finanze ha annunciato l’adozione di tariffe al 15% su alcuni beni Usa quali pollame, grano, cotone e mais e del 10% sull’import di soia, sorgo, carne di maiale e manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e prodotti lattieri caseari. Le misure cinesi sono selettive, quelle Usa generalizzate.
In un’analisi sul Washington Post, Aaron Blake scrive che Trump “s’addentra nel pericolo” con i suoi dazi. Come le reazioni della Borsa sembrano confermare. Accanto al timore di un aumento dell’inflazione e di una guerra commerciale, c’è quello di contraccolpi ad esempio sull’industria automobilistica negli Stati Uniti.
Gli scambi commerciali automobilistici fra Usa, Canada e Messico valgono 300 miliardi di dollari l’anno. I dazi potrebbero incidere su catene d’approvvigionamento operative da decenni e potrebbero spingere ulteriormente in alto i prezzi già proibitivi delle nuove vetture.
Da segnalare, ieri, l’impegno della Tsmc di Taiwan, colosso mondiale dei microchip, a investire 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti e l’annuncio a sorpresa di Trump della decisione di inserire cripto-valute nelle riserve strategiche degli Stati Uniti, con conseguente impennate del valore, estremamente volatile, delle monete virtuali, nelle quali il presidente Trump e la sua famiglia hanno interessi diretti.
Trump 2: Ucraina, stop agli aiuti, una pausa, non un blocco
La decisione di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina di ogni tipo giunge tre giorni dopo lo scontro nello Studio Ovale tra Trump e il suo vice JD Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si tratta, viene specificato, di una pausa nell’erogazione degli aiuti e non di una cancellazione degli stessi: una pressione perché Zelensky si impegni a negoziati di pace con la Russia.
La pausa riguarda centinaia di milioni di dollari in armamenti e munizioni che stavano già per essere avviati in Ucraina e che sono indispensabili perché i soldati ucraini possano continuare a fronteggiare l’invasione russa. Le Monde titola: “Trump gela brutalmente l’aiuto militare all’Ucraina per indurre Zelensky al cessate-il-fuoco”.
Secondo Vance, che ha dato un’intervista a Fox News ieri sera, Trump è pronto a incontrare di nuovo Zelensky quando il presidente dell’Ucraina mostrerà iun vero impegno a risolvere il conflitto con la Russia. “Certo, la porta è aperta – ha detto Vance -, quando Zelensky sarà disposto a parlare seriamente di pace”.
Vance è fiducioso che ciò avvenga presto, anche se venerdì Zelensky, a suo dire, “ha mostrato un chiaro rifiuto di impegnarsi nel processo di pace”. “Penso che Zelensky non fosse ancora pronto – ha detto – e penso, francamente, che non lo sia ancora, ma penso che prima o poi ci arriveremo. Dobbiamo farlo”. La pausa negli aiuti è una pressione in tal senso del Trump 2.
· (AP) Senate confirms McMahon to lead Education Departiment as Trump pushes to shut it down.
Linda McMahon will face the competing tasks of winding down the Education Department while also escalating efforts to achieve Trump’s agenda. Already the Republican president has signed sweeping orders to rid America’s schools of diversity programs and accommodations for transgender students while also calling for expanded school choice programs.
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