Questa mattina si è aperto il processo abbreviato per l’inchiesta Doppia Curva, che ha portato alla luce un sistema di estorsioni, violenze e traffici illeciti legati alle curve di San Siro. Nell’aula bunker del carcere di San Vittore, il giudice per l’udienza preliminare Rossana Mongiardo ha dato il via al procedimento a carico di sedici imputati, tra cui gli ex capi della curva Nord dell’Inter Marco Ferdico e Andrea Beretta e il leader della curva Sud del Milan Luca Lucci. Le accuse mosse dalla Procura di Milano sono gravi e spaziano dall’associazione per delinquere alla commissione di reati come lesioni, percosse, rissa, resistenza a pubblico ufficiale, estorsione e intestazione fittizia di beni.
Durante l’udienza, il giudice ha accolto le richieste di costituzione di parte civile presentate da Inter, Milan e Lega Serie A, riconoscendo loro il diritto di chiedere risarcimenti per i danni subiti a causa delle attività illecite condotte dagli ultras. La decisione ha rappresentato un primo importante passo per le società calcistiche, che da anni denunciavano le pressioni e i ricatti subiti dalle frange più estreme del tifo organizzato. Il Milan e la Lega hanno inoltre avanzato un’analoga richiesta per il processo immediato a carico di tre ultras rossoneri, iniziato lo scorso 20 febbraio. Su questo punto il tribunale dovrà pronunciarsi nelle prossime udienze.
Alla sbarra, oltre a Ferdico e Beretta, era presente anche Luca Lucci, leader storico della Curva Sud del Milan. Beretta ha scelto di collaborare con la giustizia e la sua posizione potrebbe evolversi nel corso del procedimento. Per alcuni membri della tifoseria interista, l’accusa includeva anche l’aggravante mafiosa, un elemento che potrebbe incidere sulla definizione delle condanne. L’udienza di oggi ha occupato l’intera mattinata e si è concentrata sulla discussione delle istanze difensive e delle richieste delle parti civili.
L’inchiesta Doppia Curva ha già avuto un primo sviluppo giudiziario con l’udienza dello scorso 20 febbraio, che ha visto coinvolti Christian Rosiello, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, fratello di Luca Lucci. Per loro, il dibattimento era già in corso. Il processo che ha preso il via oggi riguardava invece i sedici imputati che avevano optato per il rito abbreviato, una scelta che in caso di condanna garantisce uno sconto di pena ma che esclude la possibilità di difendersi nel dibattimento ordinario.
Le indagini, condotte dai pm Paolo Storari e Sara Ombra e coordinate dal procuratore Marcello Viola e dall’aggiunta Alessandra Dolci, hanno delineato un quadro di forte infiltrazione criminale nelle curve di San Siro. Le intercettazioni raccolte dagli investigatori hanno mostrato come gli ultras riuscissero a condizionare non solo le dinamiche interne delle curve, ma anche quelle delle società calcistiche. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha coordinato l’inchiesta, gli imputati avrebbero imposto un clima di intimidazione, controllo e violenza, rafforzando la propria influenza attraverso il ricorso sistematico a minacce e ritorsioni nei confronti di chi si opponeva al loro potere.
Il blitz del 30 settembre scorso, che ha portato all’arresto di diciannove esponenti delle curve di Inter e Milan, era stato il punto di svolta di un’indagine che per mesi ha monitorato il mondo del tifo organizzato. Tra gli arrestati figurava anche Andrea Beretta, già detenuto per l’omicidio di Antonio Bellocco avvenuto il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio. Beretta, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo chiave nella gestione del potere all’interno della curva Nord, cercando di consolidare il controllo sul gruppo dopo l’arresto di figure storiche del tifo interista. Anche Marco Ferdico, considerato il nuovo leader della tifoseria nerazzurra, era accusato di aver gestito un sistema di racket basato su estorsioni e intimidazioni, con l’appoggio di altri esponenti del gruppo.
L’inchiesta ha portato alla luce anche il forte legame tra il tifo organizzato e ambienti della criminalità organizzata. In particolare, è emerso come alcuni gruppi ultras abbiano avuto rapporti diretti con esponenti della ‘ndrangheta e di altre organizzazioni criminali, sfruttando il potere della curva per riciclare denaro e condizionare dinamiche economiche legate al calcio. Questo aspetto potrebbe diventare uno dei punti centrali del dibattimento nelle prossime udienze.
L’attenzione resta alta sull’aula bunker di San Vittore, dove il processo continuerà nelle prossime settimane. Il destino dei sedici imputati si deciderà nel corso delle udienze future, ma l’inchiesta Doppia Curva sembra destinata ad allargarsi ulteriormente, con nuovi sviluppi che potrebbero emergere nel corso del procedimento.
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