TFA sostegno senza studio e tirocinio: l’inchiesta di Fanpage su chi compra i titoli esteri e scavalca i colleghi in graduatoria

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Ieri, 4 marzo, è uscita la seconda parte dell’inchiesta condotta dall’unità investigativa Backstair di Fanpage intitolata “Cattiva Scuola“. La prima parte, pubblicata a gennaio, ha smosso le acque, mettendo luce sulle modalità con cui alcuni aspiranti docenti ottengono certificazioni per ottenere punteggio in graduatoria semplicemente pagando, senza acquisire nuove competenze.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato, in seguito alla diffusione dell’inchiesta, un esposto in Procura, a Napoli.

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La seconda parte dell’inchiesta

Nella seconda parte, l’inchiesta si è concentrata sull’acquisto di titoli esteri e finti tirocini, bypassando il percorso formativo ufficiale del TFA (Tirocinio Formativo Attivo).

Il sistema basato sul punteggio derivante dai titoli (lauree, master, certificazioni linguistiche) previsti dal Decreto 549/2024, ha creato un mercato di agenzie formative e università “farlocche” che vendono titoli a pagamento. Questo permette a chi non supera la preselettiva del TFA di cercare “strade alternative” online, acquistando percorsi esteri spesso presentati come già riconosciuti, ma che si rivelano costosi e non sempre validi.

Nel servizio di Fanpage è possibile vedere come acquistare un titolo TFA estero (in questo caso in Romania) al costo di 5.500 euro tramite lezioni e tirocinio online. La segretaria spiega al telefono a un aspirante docente sotto copertura cosa occorre fare per acquistare il titolo senza dover mai andare in Romania, senza studiare, svolgendo un finto tirocinio e senza cimentarsi in esami finali. Inoltre, i professori sono anche tranquillizzati dall’ente che eroga il servizio su eventuali ricorsi da fare con un avvocato di fiducia per essere poi inseriti in graduatoria.

L’inchiesta “La cattiva scuola” rivela come questo meccanismo penalizzi gli insegnanti che hanno seguito il regolare percorso del TFA, investendo tempo e denaro nella loro formazione. L’ordinanza n°88 del 16 maggio 2024, introducendo l’“inserimento a pettine”, consente ai docenti con specializzazione conseguita all’estero senza TFA di ottenere contratti anche in attesa della validazione del titolo. Questo crea un “cortocircuito” che svantaggia chi possiede formazione, competenze e titoli ufficialmente riconosciuti.

A farne le spese sono soprattutto gli studenti con disabilità, che rischiano di essere affidati a personale non adeguatamente formato. Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati ha chiesto al Ministro Valditara di intervenire per fermare questa situazione e stabilizzare il personale docente qualificato.

Il docente Fanpage sotto copertura – Prima Parte inchiesta “Cattiva Scuola”.

Ottenere certificazioni linguistiche o informatiche senza studiare, persino senza sostenere un esame reale: è questo il risultato dell’inchiesta condotta dall’unità investigativa Backstair di Fanpage.it. Il lavoro degli esperti, andato in onda in anteprima assoluta nel programma di La7, Piazza Pulita nella serata di giovedì 23 gennaio, ha rivelato come sindacati, enti privati e associazioni vendano pacchetti di titoli utili a scalare le graduatorie provinciali per le supplenze (Gps). Un meccanismo che favorisce chi può permettersi di pagare, penalizzando chi invece si impegna nello studio.

Secondo l’indagine, con circa 3.600 euro è possibile ottenere fino a 22 punti in graduatoria. Tra i titoli offerti spiccano certificazioni linguistiche e informatiche: un Clil (insegnamento integrato di lingue e contenuti) vale tre punti, mentre un livello C2 di inglese ne garantisce sei. La gravità della questione emerge quando si scopre che tali attestati sono spesso concessi senza alcuna preparazione, come confermano diversi interlocutori coinvolti. Per esempio, in alcuni casi è sufficiente inviare una tesina preconfezionata per ottenere un certificato linguistico.

Osservando le immagini dell’inchiesta si vede il docente sotto copertura che va in persona a chiedere informazioni sull’acquisto delle certificazioni per poi andare a svolgere il finto esame (dopo aver rigorosamente pagato la cifra pattuita). In alcuni casi l’esame è stato già svolto da qualcun altro e non si deve far altro che ricopiarlo corretto. I commenti degli aspiranti docenti sono molto duri, ma realistici: qualcuno è cosciente di ciò che fa, giustificando il tutto come un investimento per un futuro posto di lavoro fisso; qualcun altro, invece, rivolge un pensiero a chi non può permettersi di pagare per acquistare i titoli e continua a studiare lealmente vedendosi scavalcare dai truffatori.

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Non tutti i sindacati accettano di partecipare a questo sistema, ma alcuni sono stati citati come facilitatori del processo insieme ad altre organizzazioni regionali che, tramite gruppi Facebook, reclutano possibili docenti-clienti. Le testimonianze raccolte descrivono modalità che lasciano poco spazio ai dubbi: esami pilotati, risposte inviate in anticipo e corsi di formazione solo sulla carta. “Non deve preoccuparsi, non c’è da studiare. È solo una formalità”, rassicurano i referenti.





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