Sosteniamo chi si assume la responsabilità del riarmo europeo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


di Carlo Fusaro

 

1-L’America di Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina. Non è una sorpresa: solo i ciechi o i venduti possono non vedere che la strategia scelta dal presidente gaglioffo è – al momento – quella di obbligare Zelensky e il suo paese a una resa pressoché totale, in combutta con la Russia di Putin (del quale Trump riecheggia ogni pretesa: fino al tentativo di far fuori il presidente ucraino!). E’ una strategia che mette l’Europa in condizioni di debolezza verso un paese aggressivo, in preda un nazionalismo esasperato, economicamente debole ma dotato di grandi risorse e, soprattutto, di un temibile arsenale atomico. Molti dicono che l’obiettivo di fondo sia allearsi con Putin per staccarlo dalla Cina e meglio fronteggiare quest’ultima.

Contabilità

Buste paga

 

2-Credo che sia un disegno miope e destinato a fallire. Dato e non concesso che corteggiando Putin ed anzi facendo tutto quello che gli fa comodo, riesca nell’intento di scavare un solco fra la Russia e la Cina, non si vede come gli Stati Uniti possano permettersi di competere con la seconda senza una forte alleanza con l’altra massima potenza economica e commerciale del mondo che è l’Europa. Senza dire che con le sue scelte mette a repentaglio anche la posizione americana in Asia: vedere che ne pensano in Giappone e in Australia.

3-Ma tant’è. Non c’è che prendere atto che gli interessi nostri e quelli americani sono, per scelta a freddo di Trump, oggi divergenti (le tariffe lo confermano). Ce ne dobbiamo fare una ragione. Mi pare che questa aspra realtà sia ormai accettata da tutti i leader europei (trumputinisti alla Órban a parte)

4-A me pare che la cosa decisiva sia la consapevolezza di ciò (che almeno i prossimi anni, e non sappiamo se anche oltre, gli interessi europei e americani potranno essere diametralmente divergenti) si diffonda nell’opinione pubblica europea e sia condivisa da una forte maggioranza dei cittadini (come lo è già in molti paesi, ma non in alcuni e non fra i minori, per esempio Francia, Spagna e naturalmente Italia). Questa è la cosa più importante oggi: poiché siamo democrazie e tali vogliamo restare, il sostegno dell’opinione pubblica è determinante. E allora…

5-Primo: invertiamo la narrazione che Trump e c. cercano di imporci dipingendoci come profittatori imbelli che protetti dagli americani si sono arricchiti nel secondo dopoguerra. Questa narrazione è falsa. Intanto il cuore dell’Europa dopo la II guerra mondiale era un paese sconfitto ed occupato che nessuno voleva riarmare. In secondo luogo c’è stata una cosuccia che si è chiamata guerra fredda. L’avversario globale degli USA era l’URSS e le truppe USA in Europa (e le truppe europee alleate nella NATO) servivano per contrastarla. La dottrina strategica americana era che conveniva tenere il fronte lontano. E conveniva inoltre che gli europei si sviluppassero economicamente senza diventare una potenza militare. La debolezza militare dell’Europa è stata per decenni un comune e condiviso interesse. E ricordiamo anche che il famoso art. 5 del Trattato NATO è stato usato una volta sola: dagli USA dopo l’11 settembre 2001!

6-Secondo. Invertiamo la narrazione che l’Europa è debole. Certo: la sua forza militare non è paragonabile a quella americana. E ovviamente la sua forza nucleare non è paragonabile a quella russa. Ma per uomini, equipaggiamento, armi è perfettamente in grado di fronteggiare, volendo e dandosi un coordinamento adeguato (che in larga parte è assicurato via NATO), una Russia indebolita quale quella attuale e del prossimo futuro. Inoltre Regno Unito e Francia hanno un piccolo arsenale atomico che se numericamente è il 10% di quello russo (ma più efficiente) basta e avanza alla funzione di deterrenza che serve. Non parliamo poi della potenza industriale, finanziaria, economica: un gigante (Europa) contro un nano (la Russia).

7-Terzo. Naturalmente le risorse che l’Europa ha, si tratta di usarle. Soprattutto si tratta di muoversi come soggetto politico unito. Intanto registriamo la posizione del Regno Unito di Starmer che non riscatta la Brexit, ma per altri aspetti vale anche di più. In secondo luogo non sottovalutiamo la reazione alle provocazioni di Trump e compagnia bella. In terzo luogo anche l’UE come UE sta reagendo. E’ il momento di darsi da fare. Non è il momento né di recriminare contro quel che si poteva dover fare e non si è fatto (giudicare col senno di poi è un esercizio di rara disonestà: ad es., vi immaginate che sarebbe successo 15-10 anni fa se i singoli governi europei avessero voluto riarmarsi?) né di piagnucolarsi addosso su una presunta debolezza che è nelle nostre teste più che nella realtà. Il punto vero è: vogliamo essere padroni del nostro destino o no? Mi pare che molti in Europa vogliono proprio questo e ci stanno provando seriamente. Sosteniamoli.

8-Quarto. Invertiamo anche la narrazione secondo la quale c’è una guerra lontana, perché ci dovremmo immischiare, in fondo dell’Ucraina che ci interessa. Prima di tutto lontana non è affatto. In secondo luogo è chiaro che, se la Russia di Putin riesce a soggiogare l’Ucraina in una logica di ritorno alla sfera d’influenza che fu dell’Urss, tutta Europa è in pericolo. Per questo l’interesse di noi europei dell’Ovest coincide con quello degli europei dell’Est a partire dall’Ucraina. Per questo l’interesse di noi italiani (anche parlarando in termini strettamente nazionali) è tenere la Russia e la sua influenza più lontana possibile (almeno finché c’è Putin o gente come lui a coltivare un nazionalismo aggressivo).

9-Quinto. Come molti di voi, anch’io mi sento incondizionatamente dalla parte dell’Ucraina aggredita a freddo e di Zelensky che ne è il simbolo coraggioso. Tuttavia ci dobbiamo anche rendere conto che non solo un qualche sostegno USA sarebbe prezioso (e ci risparmierebbe qualche sacrificio in più) ma che non conviene a noi europei antagonizzarlo oltre quanto ci antagonizza lui stesso. E’ anche una questione di rapporti con l’opinione pubblica: americana, e soprattutto europea. Alla quale i vari Starmer, Macron, Merz, Tusk, Von der Leyen etc. fino ovviamente a Meloni, devono fornire, in ogni caso, la prova provata di aver fatto il possibile per non rompere con Trump: l’indispensabile autonomia strategica dell’Europa (= difendersi da soli) non sarà una passeggiata e avrà costi non da poco; occorre aspettarsi che una parte dell’opinione pubblica (putinisti, trumpiani, pacifisti ad oltranza, pompati da Mosca) proverà a ribellarsi ai conseguenti sacrifici. (Chiariamo: oggi  un paese come l’Italia spende per il sostegno all’Ucraina, quota di risorse UE incluse, quasi nulla: meno dello 0,5% del PIL, un vero affare per una difesa che è prima di tutto nel nostro interesse! Le cifre di cui si parla per il riarmo europeo sono tre-quattro volte tanto.)

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

10-Concludo. Non c’è dubbio che l’Europa è apparsa a lungo priva di leadership, e divisa. Ma è una litania da abbandonare. I leader emergono nelle difficoltà. E stanno emergendo, come sta emergendo una unità sostanziale anche se con accenti e disponibilità diverse. Non siamo inutilmente cinici, stupidamente autolesionisti, maestri del senno di poi, pessimisti da tastiera. Sosteniamo questi nostri leader che stanno indicando l’unica strada da percorrere per il futuro indipendente autonomo e prospero (welfare incluso) dei nostri figli e nipoti. E perdoniamo loro anche quando sono costretti a far finta di non vedere l’ostilità cocciuta e arrogante degli USA di Trump. Purché nel contempo facciano le scelte che contano e reggano il fronte contro la Russia di Putin, quel fronte dove a morire sono – anche per noi – i valorosi ucraini.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Cessione crediti fiscali

procedure celeri