“Situazione drammatica, servono misure urgenti”

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L’avvocato Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche Giovanili, Immigrazione e Politiche di Pace, si è espresso in merito alla giornata di protesta nazionale indetta dai Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

“Condivido pienamente le motivazioni della protesta, che denuncia il silenzio assordante della politica e della società civile sul dramma del sovraffollamento carcerario”, ha dichiarato Conia.

Secondo i dati aggiornati al 31 gennaio 2024, nelle carceri italiane si contano 61.852 detenuti, a fronte di una capienza effettiva di circa 47.000 posti, con un sovraffollamento di quasi 15.000 persone oltre il limite. Il carcere di San Vittore detiene il primato negativo con un indice di sovraffollamento del 218,3%.

Emergenza suicidi e condizioni inumane nelle carceri

L’allarme lanciato dai Garanti non riguarda solo la questione numerica, ma anche la drammatica situazione dei suicidi nelle strutture detentive.

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“Dal 1° gennaio 2024, sono 15 i detenuti che si sono tolti la vita, più un operatore, per un totale di 16 suicidi in meno di due mesi. Nel 2023 erano stati 61. A ciò si aggiungono i suicidi di 7 agenti di polizia penitenziaria, chiaro segnale del disagio e della disperazione che si respirano all’interno delle strutture carcerarie”, ha aggiunto Conia.

Tra i problemi più gravi del sistema carcerario italiano si segnalano:

  • Sovraffollamento e mancanza di spazi adeguati
  • Carente presenza di operatori sanitari e psichiatrici
  • Condizioni igienico-sanitarie critiche (celle con muffa, docce con acqua fredda)
  • Carenza di programmi di reinserimento sociale e istruzione

La questione dei detenuti psichiatrici: il 40% in cura senza strutture adeguate

Un ulteriore problema sollevato da Conia riguarda i detenuti psichiatrici, ovvero coloro che soffrono di gravi patologie mentali incompatibili con la detenzione.

“Il 40% dei reclusi è sottoposto a cure psichiatriche, ma migliaia di casi non vengono accertati per mancanza di personale sanitario. È una violazione evidente dei diritti umani”.

Le parole di Mattarella e il monito di Papa Francesco

Michele Conia ha richiamato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel discorso di fine anno ha ribadito il concetto fondamentale:

“Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza”.

A questo si aggiunge il gesto simbolico di Papa Francesco, che ha scelto di aprire la Porta Santa del Giubileo nel carcere romano di Rebibbia, un segnale di attenzione ai diritti dei detenuti.

Proposte per un sistema più equo

Conia si è detto d’accordo con le proposte dei Garanti per migliorare la situazione carceraria:

  • Aumentare le telefonate e le videochiamate ai detenuti
  • Misure deflattive per chi deve scontare meno di un anno di carcere
  • Accesso alle misure alternative per i 19.000 detenuti con pena inferiore ai tre anni
  • Diritto alla privacy negli incontri coniugali e familiari

Il DDL Sicurezza e la deriva securitaria

Conia ha poi espresso preoccupazione per il DDL Sicurezza, approvato il 18 settembre alla Camera e ora in discussione al Senato.

“Questa giornata di protesta si intreccia con il nuovo DDL Sicurezza, che introduce una serie di nuove fattispecie di reato e circostanze aggravanti, portando a un ulteriore sovraffollamento carcerario e a una svolta securitaria allarmante”.

Tra le misure più controverse, Conia evidenzia:

  • Reato di resistenza passiva, che potrebbe colpire chi protesta pacificamente (es. sciopero della fame)
  • Divieto di acquisto di schede telefoniche per i cittadini extraeuropei senza permesso di soggiorno, limitando la comunicazione con famiglie e avvocati
  • Revoca dell’esclusione dal carcere per donne incinte e madri, con neonati destinati a crescere nelle celle con le madri

“Questa norma ignora gli appelli dell’UNICEF e rappresenta una grave violazione dei diritti dei minori”.

Il dramma delle madri detenute: il caso di Carol e Alice

Infine, Conia ha voluto dedicare un pensiero a Carol e Alice (nomi di fantasia), due bambine di 7 e 8 anni costrette a lasciare la struttura Icam di Lauro (Campania), l’unica nel Mezzogiorno a ospitare madri detenute con figli in un ambiente non carcerario.

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“Dopo la chiusura dell’Icam, Carol e Alice saranno trasferite in sezioni speciali di carceri ordinarie a Milano e Venezia, nel bel mezzo dell’anno scolastico. È la sconfitta del superiore interesse del minore, sancito dall’art. 3 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia”.



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