Ristoranti, una palestra e un museo nell’area ex Olivetti-Synthesis

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MASSA. Recuperare la fabbrica, ma aggiungendo negozi, ristoranti, una palestra, persino un museo da dedicare appunto alla Olivetti-Synthesis. È la proposta contenuta nella nuova variante urbanistica per quella maxi area industriale alle porte di Massa, oggi in stato di forte degrado. 92 mila metri quadrati di superficie, che nel 2020 sono stati acquistati ad una asta fallimentare dalla Apuania Immobiliare Srl che ora punta a riqualificare la ex Olivetti-Synthesis con un piano di recupero, che da un lato vuole ripristinare gli elementi architettonici e identitari della fabbrica “olivettiana”, dall’altro applicarla al contesto attuale. Quindi con diverse funzioni, oltre a quella industriale-artigianale: commerciali, sportive e sociali, ma anche culturali, come potrebbe essere un museo della Olivetti.

La variante

Per realizzare tutto questo, stante l’assenza di queste destinazioni d’uso nell’area, sul finire del 2024 è stata richiesta dalla proprietà una variante al regolamento urbanistico ed al piano strutturale, che in questi gironi è stata accolta dall’amministrazione comunale. Nelle prossime settimane la pratica, da completare con un piano di recupero, arriverà nelle commissioni consiliari competenti, in vista dell’eventuale adozione in Consiglio comunale. Ma intanto, la previsione è quella di rilanciare l’intero compendio industriale della ex Olivetti-Synthesis. Storicamente lo stabilimento apparteneva alla Olivetti di Ivrea, e veniva usata per la produzione di mobili per ufficio, schedari metallici e classificatori.

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Lo stabilimento

Lo stabilimento fu costruito in più fasi a partire dal 1942 e negli anni d’oro arrivò a contare quasi 800 dipendenti. Poi negli anni ’90 è iniziato l’inesorabile declino, nonostante i tentativi di rilancio come quello intrapreso dalla Ges. Co, poi fallita. Questo impianto industriale si componeva di vari capannoni, che formavano una cosiddetta “fabbrica nel verde”, in virtù delle aree verdi al suo interno. Proprio per recuperare questo aspetto pur rivisitato in chiave contemporanea, il progetto prevede di recuperare laddove possibile l’impianto urbanistico originario e le caratteristiche architettoniche dell’edificio principale, compresi i filari di alberi.

Il recupero

Su questo il procedimento valuterà quali edifici sono ancora recuperabili e quali invece presentano situazioni statiche da richiederne la demolizione, ma la previsione è di destinare almeno il 50-60% dei volumi esistenti alla destinazione industriale-artigianale, oltre agli spazi di pertinenza destinati a parcheggi, piazzali ed aree verdi. Nel resto dell’area, invece, potrà essere previsto un mix di funzioni, come potrebbero essere spazi direzionali come uffici, fondi ad uso commerciale come bar, librerie, negozi o ristoranti, ma anche aree fitness o sportive, attività culturali e sociali. L’obiettivo del piano di recupero è proprio questo: recuperare la memoria storica e la filosofia “olivettiana”, che ha permesso la coesistenza all’interno di spazi destinati alla “produzione” con un insieme di altri “spazi dedicati all’uomo”, tramite un’articolazione di aree dedicate alla formazione ed all’educazione, alla cultura (biblioteca), alla cura (ambulatori e studio medico/dentista), ad un piccolo spaccio alimentare, insomma anche spazi dedicati allo svago ed alla socializzazione, o anche alla storia stessa della fabbrica.

Il museo

In tal senso, la creazione di un museo della produzione Olivetti Synthesis. Come poi precisa la documentazione progettuale, il recupero dell’area non mette in secondo piano gli aspetti ambientali. Le nuove strutture risponderanno alle moderne esigenze della produzione ed alle istanze ecosostenibili che dovranno guidare tutto l’intervento. L’impiego di materiali e tecniche ecocompatibili dovrà essere predominante, limitando l’uso di quelli con scarse o nulle caratteristiche bioedilizie alle sole necessità reali. Su questa falsariga, i nuovi edifici dovranno essere caratterizzati da un alto isolamento termico con opere di coibentazione, utilizzando impianti ad alta efficienza. In tal senso, gli edifici dovranno essere di classe energetica A. Insomma, nei prossimi anni anche per la ex Olivetti-Synthesis si apre una nuova stagione.

La storia

La costruzione della fabbrica ha avuto inizio nel 1938, quando la società Adriano Olivetti di Ivrea decise di realizzare uno stabilimento nella Zona industriale apuana. Per quasi 50 anni la fabbrica ha realizzato mobili per ufficio, schedari metallici e classificatori, fino agli anni ’90 quando la produzione fu progressivamente abbandonata. Poi, nel 2000, c’è stata la vicenda della Ges. Co, un consorzio di piccole imprese che sotto l’egida della Confartigianato di Massa Carrara tentò di creare un polo artigianale con l’obiettivo di riassorbire parte dei dipendenti licenziati dalla Synthesis. Ma il fallimento della Ges. Co ha accelerato il degrado nell’area, poi finita all’asta fallimentare ed acquistata dalla Apuania Immobiliare Srl che ora intende dare un nuovo slancio a questa area. Se infatti oggi si passa da via Carducci o da via degli Oliveti, l’area si presenta come uno dei tanti ruderi del passato industriale della città, dove oltre alla vegetazione rigogliosa non restano che edifici abbandonati, prenda di artisti urbani. Ma tutto questo sta per cambiare.
 

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