“La priorità è garantire la continuità del servizio e la salute dei cittadini”. In una nota le associazioni di categoria delle strutture sanitarie private accreditate, Aiop, Anisap e Assosalute, hanno fatto sapere di aver deciso di riprendere le prenotazioni sospese in segno di protesta contro i tagli medi del 30%, previsti dal nuovo tariffario in vigore dal primo marzo. Allo stesso tempo hanno fermato temporaneamente il ricorso al Tar del Friuli Venezia Giulia. Inoltre, nello stesso comunicato congiunto, è stata sottolineata la volontà di proseguire fattivamente un tavolo di lavoro, già convocato per venerdì prossimo, per trovare una soluzione alle criticità del nuovo tariffario che impatta su numerose prestazioni sanitarie.
Cosa è successo
Martedì scorso, 25 febbraio, le associazioni di categoria del privato accreditato regionale avevano depositato il ricorso al Tar regionale contro alcune delle nuove tariffe sanitarie in vigore dal 29 dicembre scorso. Inoltre, avevano unitariamente deciso di sospendere, a partire da sabato primo marzo, le prenotazioni in regime di convenzione con il Servizio sanitario regionale delle prestazioni che erano state oggetto di una drastica diminuzione del rimborso, come RX, TC, Risonanza Magnetica, riabilitazione, per citarne alcune.
Dopo l’incontro avvenuto durante il fine settimana tra i vertici regionali e quelli di Aiop, Anisap e Assosalute, le associazioni hanno deciso di sospendere temporaneamente il deposito dell’istanza per la fissazione dell’udienza al Tar, senza la quale il ricorso non può essere deciso. Inoltre, hanno deciso di riaprire le prenotazioni, certi che la Regione troverà metodi e soluzioni per lavorare insieme e risolvere le numerose criticità. Alla Regione le strutture private accreditate chiedono anche di definire, possibilmente entro la fine di marzo, il nuovo accordo triennale regionale per avere una prospettiva unitaria del proprio ruolo all’interno della programmazione regionale.
Le dichiarazioni
“La priorità – sottolineano i rappresentanti delle tre associazioni – è salvaguardare la continuità del servizio e la salute dei cittadini. Avere un tavolo di lavoro significa poter contare su uno spazio di confronto reale, fattivo e costante dove si lavora a concretamente per arrivare a soluzioni condivise e sostenibili. Vanno ascoltati soprattutto i timori delle strutture sanitarie mono o bi-specialistiche: basti pensare, per esempio, alle cliniche che fanno esclusivamente radiologia o riabilitazione, le specialità più coinvolte dall’abbassamento delle tariffe, che si trovano in un momento di grandissima difficoltà”. “Nell’ultima settimana, i pazienti e gli utenti hanno chiamato allarmati i nostri centralini e hanno inondato di commenti, richieste e dubbi i nostri siti web e i profili social: il nostro impegno è per loro e, naturalmente, per tutta la forza lavoro coinvolta” hanno concluso.
Tali nuove tariffe, infatti, ferme da 20 anni e caratterizzate da una riduzione del rimborso compresa tra il 20% ed il 60% con il recepimento del nuovo tariffario, rendono insostenibili i costi di erogazione.
e associazioni di categoria delle strutture sanitarie private accreditate hanno deciso di riprendere le prenotazioni sospese in segno di protesta contro i tagli medi del 30%, previsti dal nuovo tariffario in vigore dal primo marzo. Lo hanno fatto sapere in un comunicato congiunto le sigle Aiop, Anisap e Assosalute. Allo stesso tempo hanno fermato temporaneamente il ricorso al Tar del Friuli Venezia Giulia. “La priorità – sottolineano in una nota – è garantire la continuità del servizio e la salute dei cittadini”.
Il canale di dialogo con la Regione è aperto dopo l’iniziale muro contro muro. Nel fine settimana c’è stato un incontro con l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, che le associazioni rivedranno venerdì. Il taglio deriva da decisioni governative, ma ogni Regione si sta muovendo a modo proprio per rimediare: il Veneto, per esempio, ha rinviato a inizio aprile l’avvio del nuovo nomenclatore.
Particolarmente penalizzate alcune prestazioni, tra cui la riabilitazione e la diagnostica per immagini: risonanze, tac e radiografie. “I nostri centralini sono stati sommersi di chiamate da parte di pazienti allarmati, siti e social sono stati inondati di commenti”, fanno sapere le associazioni. La settimana scorsa, annunciando la serrata, avevano denunciato: “Con queste tariffe lavoriamo in perdita”.
Il Tar del Lazio si esprimerà a fine maggio sul ricorso presentato a livello nazionale dalle associazioni, che si sono mosse anche con il Tar del Friuli Venezia Giulia, prima di interrompere l’istanza, appunto. Il tema è complesso dal punto di vista giuridico. In aggiunta ai contenziosi di tipo amministrativo, si è attivata la Procura di Trieste per verificare eventuali profili penali nella vicenda. Ad esempio, una possibile interruzione di pubblico servizio.
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