Referendum sulle tre preferenze: la palla in mano al centrodestra

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Come si voterà in autunno – con tre preferenze o con la preferenza unica – sarà il centrodestra a deciderlo. Spetta a loro scegliere se chiedere un referendum confermativo, come annunciato, raccogliendo 2117 firme tra gli elettori valdostani oppure facendo sottoscrivere la richiesta da sette consiglieri regionali.

L’avvio dell’iter referendario bloccherebbe la promulgazione della legge approvata dalla maggioranza con 19 voti favorevoli, rendendo quasi certo il ritorno alla preferenza unica.

Lega a favore del referendum: “Legge approvata senza confronto”

“Noi siamo disponibili a mettere le nostre firme come consiglieri per il referendum”, afferma Marialice Boldi, segretaria della Lega VdA. “Non perché siamo contrari alle tre preferenze, ma non ci piace questa legge. Non ci piace come è stata approvata, senza una vera discussione con l’opposizione e senza prendere seriamente in esame le altre proposte depositate.”

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Boldi critica anche l’introduzione della preferenza di genere, ritenendola una misura che non valorizza realmente le donne: “Non accetto di essere considerata inferiore e di dover avere una protezione speciale. Le donne in gamba meritano di dirigere le industrie, i Cda e di essere una parte essenziale della nostra amministrazione.”

La Lega definisce la legge approvata una “riformicchia riduttiva” e ribadisce che il centrodestra aveva proposto una riforma più ampia, pensata per garantire stabilità di governo e impedire ribaltoni in Regione.

“Il referendum viene fatto per contrastare questa legge. Se andremo al governo, metteremo mano alla legge elettorale, ma non dopo quattro anni e mezzo. Ci impegniamo ad ascoltare tutti e a fare una vera riforma.”

Una riunione tra gli alleati per la decisione finale sulla richiesta del referendum è attesa non prima della prossima settimana. “Può darsi che ci saranno dei distinguo, vedremo. Non c’è una vera urgenza, abbiamo tre mesi.”

Forza Italia: “Mortificante ridurre la discussione fra 3 o 1 preferenza”

Emily Rini, coordinatrice di Forza Italia Valle d’Aosta, ribadisce la propria posizione a favore dell’elezione diretta del presidente della Regione.

“Avrei voluto un confronto reale sui vari aspetti per arrivare a una riforma vera e utile per la nostra regione. Così bisognava fare, dimostrando di essere forze politiche mature. Ora, se tutto si riduce alla discussione tra tre o una preferenza, la questione diventa mortificante per la politica tutta.”

La proposta del centrodestra prevedeva le cinque preferenze. “Non siamo certo noi a volere la preferenza unica, che limita eccessivamente la scelta dell’elettore e penalizza i volti nuovi, i giovani e le donne. Ricordiamo che la preferenza unica la volle la sinistra, in particolare il presidente Bertin, che ne è sempre stato un fermo sostenitore.”

Sul referendum, Rini lascia aperta la porta a ulteriori valutazioni: Ci riserviamo di fare tutte le valutazioni con serietà e pragmatismo, perché le scelte politiche non devono avere ripercussioni negative sui cittadini.”

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Fratelli d’Italia: “Gli impegni vanno rispettati”

Fratelli d’Italia – che non ha consiglieri in Regione – chiede chiarezza, con il suo coordinatore regionale Alberto Zucchi: “Non siamo abituati a fare i conti in casa d’altri. Se Forza Italia dovesse esprimere una posizione diversa, lo vedremo nella riunione che faremo. La nostra posizione resta coerente: mantenere gli impegni presi.”

Zucchi propone di affiancare alla richiesta dei consiglieri anche la raccolta firme tra i cittadini, per dare più forza alla contestazione della legge e spiegare le motivazioni del referendum.

“Ci aspettiamo che i nove consiglieri mantengano la parola data. La nostra proposta puntava a garantire stabilità di governo e a dare un’indicazione chiara sul presidente della Regione. Anche sul numero delle preferenze avevamo proposto un modello più ampio, per evitare la riorganizzazione delle cordate, che ci fanno tornare indietro nel tempo.”

Secondo Zucchi, eventuali posizioni diverse tra gli alleati non spaccano il centrodestra: “Cambiare idea è lecito, aspettiamo di conoscere le loro valutazioni.”

Fratelli d’Italia si dice comunque pronto alla raccolta firme: “Siamo fiduciosi di riuscirci, magari anche con il sostegno di altri.”

Referendum sulle tre preferenze: scattano i tre mesi per la richiesta

Con la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione di oggi, martedì 4 marzo, del disegno di legge che reintroduce le tre preferenze, di cui una di genere, scattano i tre mesi per la richiesta di referendum. Come specificato nella comunicazione del Presidente della Regione Renzo Testolin, pubblicata sempre oggi, per chiamare i valdostani ad esprimersi serviranno 7 consiglieri – numero già a disposizione del centrodestra, che ne conta nove – oppure un cinquantesimo degli elettori aventi diritto al voto pari a 2.117. 

Modello scheda elettorale

Se il referendum venisse richiesto, le modifiche alla legge elettorale non verrebbero promulgate, in attesa del pronunciamento degli elettori. I tempi della procedura potrebbero far sì che la consultazione si tenga dopo le elezioni regionali, appuntamento che vedrebbe i valdostani tornare a votare con la preferenza unica. 

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Che cos’è il referendum confermativo?

Il referendum confermativo in Valle d’Aosta è uno strumento previsto dallo Statuto speciale e regolato da una legge regionale. Si applica alle leggi approvate dal Consiglio regionale, ma solo in alcuni casi specifici e con procedure ben definite.

Quando si può richiedere il referendum?

Il referendum confermativo può essere richiesto solo per leggi approvate dal Consiglio regionale con la maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi. Se la legge viene approvata con almeno due terzi dei voti, la soglia per richiedere il referendum è più alta.

Il referendum può essere richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei consiglieri regionali, se la legge è stata approvata con la maggioranza assoluta.

La richiesta deve essere presentata entro tre mesi dalla pubblicazione della legge sul Bollettino ufficiale della Regione.

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verifica la validità delle firme entro dieci giorni dal deposito della richiesta. Se la richiesta è valida, il Presidente della Regione deve indire il referendum entro 30 giorni dalla comunicazione della validità.

La data del referendum viene fissata in una domenica compresa tra il 60º e il 90º giorno successivo alla pubblicazione del decreto di indizione sul Bollettino ufficiale della Regione.

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Il referendum si svolge con voto diretto, libero e segreto. I seggi sono aperti dalle 7 alle 22 della domenica stabilita. Lo scrutinio dei voti avviene il giorno successivo.

Cosa è riportato sulla scheda elettorale?

La scheda elettorale contiene il quesito referendario, che segue la seguente formula:

“Approvate la legge regionale di cui all’articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, recante ‘(titolo della legge)’, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del…, con la maggioranza assoluta (o con la maggioranza dei due terzi) dei suoi componenti e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione numero …, in data …?”

Gli elettori si esprimono con un o un No sulla legge regionale approvata dal Consiglio. Se prevalgono i voti favorevoli, la legge viene confermata e promulgata. Se invece i voti contrari sono superiori o uguali ai favorevoli, la legge decade e non entra in vigore.





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