Nel corso dell’evento “Let’s Grow!”, il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha approfondito scenari e strumenti di crescita. Grazie alla SACE Growth Map, sono stati individuati i 14 mercati strategici GATE su cui puntare. Ulteriori prospettive nel Continente africano, in linea con il Piano Mattei
Innovazione ed export. Sono queste le due leve su cui devono puntare le imprese italiane nel 2025. L’opportunità è una crescita potenziale da 100 miliardi, secondo le stime di SACE. Il gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, martedì 4 marzo ha organizzato l’evento “Let’s Grow!”. Un’occasione per approfondire scenari e strumenti di crescita insieme alle imprese italiane sullo sfondo delle prospettive delineate dalla SACE Growth Map, il mappamondo interattivo che traccia le opportunità mercato per mercato e dà accesso alle soluzioni di SACE.
Alessandra Ricci: “Italia leader nell’export, può lavorare su diversificazione”
“Innovazione ed export sono le due leve di crescita per le imprese italiane che insieme danno una spinta al fatturato di quasi 4 punti percentuali e si rinforzano l’una con l’altra. Come SACE nel 2025 abbiamo individuato 100 miliardi di opportunità in questi ambiti”, ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore delegato di SACE. “L’Italia è leader nell’export, ma può lavorare su una maggior diversificazione, che passa attraverso i mercati GATE e in questa direzione l’azione di sistema è fondamentale per fare da apripista. L’Italia non è ancora leader nell’innovazione, ma sta crescendo in questo ambito: se ci paragoniamo a chi è più avanti di noi vediamo che la finanza svolge un ruolo cruciale. E noi di SACE vogliamo essere il fulcro su cui fare leva con quello che chiamiamo ‘effetto grow’”.
Cos’è l’effetto GROW?
L’effetto GROW sintetizza gli strumenti di intervento di SACE per la crescita delle imprese: dalle garanzie e liquidità (G) alla gestione e protezione dei rischi (R) fino al fare da apripista a nuove opportunità attraverso business matching e attività che facilitano incontro tra domanda e offerta (O); il tutto con un servizio worldwide accompagnando le imprese in 200 mercati al mondo (W). Dei 100 miliardi di opportunità da cogliere identificate da SACE, 15 miliardi sono relativi a investimenti aggiuntivi annui in innovazione necessari per portare l’intensità innovativa dell’Italia al livello dell’area euro, dove le spese in ricerca e sviluppo delle imprese sono pari all’1,5% del PIL (rispetto all’attuale 0,8% italiano). Oggi un’impresa su tre in Italia investe in innovazione tecnologica e digitale, ma serve spingere di più per far evolvere i settori tradizionali verso settori del futuro. Ogni impresa che investe in innovazione – e rafforza la propria filiera lavorando in partnership con altre aziende – offre una spinta alla crescita del proprio fatturato di 2 punti percentuali, rispetto a chi non investe.
L’Innovation Intensity Index
SACE ha elaborato l’Innovation Intensity Index, un indicatore che misura il grado innovazione per ogni settore (da un minimo di 1 a un massimo di 4). Tra i settori a maggior opportunità d’intervento vi sono, ad esempio, tessile e abbigliamento, legno e arredo, alimentari e bevande, carta e stampa; mentre tra le filiere di frontiera vi sono la space & blue economy e l’economia circolare, dove l’Italia vanta un buon posizionamento. Per alcuni settori merceologici si registra un alto grado di innovazione, come la farmaceutica e la chimica, mentre per altri l’indice è più basso nonostante un buon potenziale trasformativo, come nel caso di alimentari e bevande. Più in generale, diverse imprese manifatturiere sottolineano un limite a investire in innovazione per temi di disponibilità finanziarie, particolarmente evidenziato nei settori del tessile e abbigliamento, legno e arredo, alimentari e bevande, carta e stampa.
Le possibilità con l’export
Altri 85 miliardi di opportunità riguardano invece l’export che, secondo le stime di SACE, tornerà a crescere del 3%, dopo un biennio di continuità su livelli record di 625 miliardi di euro. Le esportazioni sono da sempre un pilastro dell’economia italiana, rappresentando quasi un terzo del Pil e costituendo la principale spinta alla crescita negli ultimi 15 anni. Se l’Italia oggi è un esportatore top a livello globale, ha un ampio margine di diversificazione verso nuovi mercati ad alto potenziale che oggi rappresentano solo il 13% dell’export italiano. Mentre le esportazioni nazionali stanno scontando in particolar modo il rallentamento del nostro primo partner commerciale, la Germania, è in atto una netta crescita in mercati approcciati solo più recentemente. I Paesi Asean, ad esempio, dove le nostre esportazioni hanno registrato un incremento del 10,3%, con il Vietnam che ha visto una crescita al 25%. Ma anche l’Arabia Saudita (+28%), gli Emirati Arabi Uniti (+20%), la Serbia (+16%), il Messico e il Brasile (+8%). Sono tutti mercati ad alto potenziale dove SACE ha aperto uffici per fare da apripista alle esportazioni italiane nel mondo. Sono i mercati che il gruppo ha identificato come GATE – Growing Ambitious Transforming Entrepreneurial – perché considerate vere e proprie porte d’accesso a nuove aree di opportunità.
La SACE Growth Map
Nel corso dell’evento del 4 marzo è stata presentata la SACE Growth Map. Come ha spiegato Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE, si tratta della “porta di accesso all’offerta di SACE per la crescita delle imprese italiane, attraverso l’export e l’innovazione, indispensabile per rimanere agili e competitive, in questa fase di continuo cambiamento a livello globale. Consultando la mappa è possibile identificare i rischi e le opportunità per il proprio business e scegliere le migliori soluzioni. Dal Medio Oriente all’America Latina, dal Far East al Continente Africano, sono 14 i mercati GATE che SACE ha identificato per fare da apripista con i propri uffici e che raggiungeranno gli 85 miliardi di export”. Gli indicatori dell’Export Opportunity Index (EOI) e dell’Investment Opportunity Index (IOI), che sono alla base della Growth Map, mostrano le destinazioni più dinamiche per l’internazionalizzazione. I mercati strategici individuati sono Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto, Marocco, Sudafrica, Serbia, Turchia, Vietnam, Singapore, Cina, India, Brasile, Messico e Colombia. In un’ottica di ulteriore diversificazione, è fondamentale guardare anche ai Paesi africani inclusi nel Piano Mattei, che offrono ampie opportunità di sviluppo in settori come infrastrutture, energie rinnovabili, agroalimentare, trasporti e sanità. In particolare, Algeria, Egitto, Marocco, Angola e Tanzania sono Paesi chiave per le imprese italiane, che possono contribuire con tecnologie e soluzioni in vari ambiti, dalla diversificazione energetica alla modernizzazione agricola.
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