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Kim Rossi Stuart è il Principe di Salina: Il Gattopardo. Foto Netflix
Dopo una lunga gestazione, seconda solo a quella del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, arriva oggi 5 marzo su Netflix l‘attesissima serie che rilegge Il Gattopardo.
Dal Gattopardo alle Gattoparde
Con Kim Rossi Stuart nel ruolo del principe di Salina, annunciata nel 2022 e sul set l’anno successivo, è diretta da Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti. Tra le “novità” rispetto al film capolavoro di Visconti del 1963, una caratterizzazione più ricca di alcune figure chiave del romanzo, soprattutto quelle femminili. Tra queste la principessa Maria Stella di Salina, moglie del Gattopardo, interpretata da Astrid Meloni. La nostra intervista la leggete più sotto.
Astrid Meloni e Kim Rossi Stuart
Il Gattopardo, la nuova serie tv da oggi su netflix: quanti episodi, durata e location
La serie è composta da 6 episodi tutti disponibili da oggi alle 9 su netflix. Diretti da Tom Shankland (episodi 1-2-3-6), Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5), sulla base di una sceneggiatura di Richard Warlow e Benji Walters, i sei episodi della serie sono stati girati tra Palermo, Siracusa, Catania, Torino. E anche al Grand Hotel Plaza di Roma dove è ambientato il gran ballo finale. Ogni episodio dura dai 51′ ai 60′.
La trama del Gattopardo della serie tv tratta dal capolavoro di Tomasi di Lampedusa
L’Italia non è ancora unita quando Giuseppe Garibaldi si avvicina a Palermo. Lo sbarco dei mille a Marsala ha scatenato i moti del 1860 e acceso la fantasia di molti. Non del Principe di Salina don Fabrizio Corbera, detto “Il Gattopardo” (Kim Rossi Stuart). Lui, nella prospettata Unità d’Italia, vede soprattutto una minaccia allo status quo e all’aristocrazia a cui appartiene. Mentre intorno a sé tutto si agita, il nobile continua a gestire la vita privilegiata della famiglia e a occuparsi dei propri interessi e dei figli.
In primis della sua prediletta Concetta (Benedetta Porcaroli) e del nipote Tancredi (Saul Nanni), del quale la ragazza è innamorata e per il quale il principe ha un occhio di riguardo da sempre. Il giovane, però, è tra i più convinti sostenitori del nuovo ordine che si annuncia anche con l’ascesa di nuove figure di altre classi sociali, provenienti dagli ambiti della politica locale e dal mondo del commercio. È una trasformazione totale ed epocale alla quale sembra impossibile opporsi.
Benedetta Porcaroli è Concetta, figlia del principe
E che costringerà don Fabrizio a stringere nuove alleanze o considerare la possibilità di entrare nel nascituro Senato nazionale per non soccombere. Anche se questo significherà andare contro ai propri principi o spezzare il cuore della amata figlia, organizzando il matrimonio tra la ricca e bellissima Angelica Sedara (Deva Cassel) e Tancredi.
Deva Cassel e Saul Nanni
Il gattopardo: il mega cast e personaggi della nuova serie tv
- Kim Rossi Stuart è don Fabrizio Corbera, Principe di Salina
- Benedetta Porcaroli è Concetta Corbera di Salina
- Deva Cassel è Angelica Sedara
- Saul Nanni è Tancredi Falconeri
- Paolo Calabresi è padre Pirrone
- Francesco Colella è don Calogero Sedara
- Astrid Meloni è Maria Stella Corbera di Salina
- Greta Esposito è Chiara Corbera di Salina
- Dalila Ricotta è Caterina Corbera di Salina
- Ruben Mulet Porena è Francesco Corbera di Salina
- Alberto Rossi è Paolo Corbera di Salina
- Gaetano Bruno è Leonforte
- Francesco Di Leva è Russo
- Alessandro Sperduti è Bombello
- Jozef Gjura è Tassoni
- Romano Reggiani è Cavriaghi
- Roberta Procida è Mariannina
- Corrado Invernizzi è Chevalley
- Anna Ferruzzo è la Madre Superiora di Palermo
- Margareth Madè è Bastiana
- Enrico Roccaforte è don Ciccio
- Fabrizio Rongione è l’Ambasciatore Charroux
- Mary Cipolla è la Madre Superiora di Donnafugata
- Andrea Basile è il Sedara del 1839/1845
- Ludovica Nasti è la Bastiana del 1839/1845
- Mario Patanè è il Maggiordomo dei Salina
- Giuseppe Palazzolo è il Cocchiere dei Salina
Il trailer della nuova serie tv Il gattopardo
La recensione: la fedeltà aggiornata al testo e tutte le differenze con il film (ma non con il romanzo)
Il confronto era inevitabile. Nuova serie vs leggenda: Il Gattopardo Made in Netflix e il capolavoro di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Come ne esce la serie? Diciamo che almeno i primi episodi meritano la visione. Anche perché si sente che il riferimento non è il film, ma il capolavoro letterario. Gli autori si rapportano a Tomasi di Lampedusa più di quanto fece Visconti coi suoi sceneggiatori. A partire dal dare più spazio a personaggi che nel film sono solo “accennati”.
Paolo Calabresi e Benedetta Porcaroli
Lo sguardo poi va ben oltre i confini delle terre dei Salina. Si concentra sugli affari loschi dei loro vicini e sulla Torino sabauda, dove stava nascendo la nuova Italia. Una rilettura moderna in molti casi riuscita, nonostante una regia non sempre all’altezza. Inattaccabile su musiche, scenografie e costumi, l’abilità maggiore è nel dedicare grande attenzione alle interpretazioni, al netto di qualche debolezza soprattutto nel penultimo episodio ambientato a Torino. Bella la rappresentazione dell’emotività: superato il sentimentalismo iniziale, c’è spazio per lutti e frustrazioni.
Saul Nanni e Deva Cassel
Soprattutto, la modernità sta nell’aumentare il peso dei personaggi femminili. Da Concetta (l’occhio sul racconto è il suo) ad Angelica, dalla principessa madre alla concubina del principe anche per differenziarsi dal film tutto concentrato sui personaggi maschili. Peccato che questa scelta alla fine vada “fuori controllo”, con un finale dal ritmo molto diverso dal resto della narrazione ed esiti forse troppo intimisti.
Astrid Meloni. Foto Millie Madeleine. Stylist Lucia de Vito. MUA Paola Gattabrusi. HAIR Claudia Pallotti. Abito Valentino
6 domande ad Astrid Meloni, la moglie del Gattopardo Kim Rossi Stuart
Come avete lavorato senza mancare di rispetto alla storia del Gattopardo? Quanto gli siete stati fedeli?
Come ha detto lo sceneggiatore Richard Warlow, questo è un romanzo pieno di possibilità e negli spazi tra le righe noi siamo riusciti a trovare il materiale per creare la serie. Magari per rendere più colorite delle pennellate prima solo accennate. Ma credo fosse impossibile sottrarsi al confronto con uno dei romanzi più importanti del secolo e un film tra i più riconoscibili della nostra cinematografia. Personalmente ho fatto il lavoro che faccio sempre, affidandomi ciecamente alle parole dell’autore, e al regista, figlio di uno dei più grandi esperti di letteratura italiana che gli ha passato la passione per Il Gattopardo. Ma fondamentale è stato anche l’incontro con i costumi.
Vestite per essere prigioniere
Bustino e crinoline compresi?
Il bustino è tanta roba… I costumi sono il più possibile fedeli all’epoca. L’abito faceva il personaggio, allora. Come attrice hai bisogno di sentire la rigidità del bustino o l’aereosità delle gonne, perché anche lo spazio che occupi con quelle cose addosso ti regala delle possibilità. Ti mettono dentro una struttura, un comportamento, una prossemica anche. Perché se tu hai una gonna del genere e hai qualcuno davanti non gli potrai andare tanto vicino. Un modo di stare esattamente dove sei.
Astrid Meloni in Il Gattopardo. L’abbiamo vista in Il delitto di Via Poma, Tutta la vita davanti, Freaks, Nudes
I confronti sono inevitabili: La sua principessa è piuttosto diversa da quella di Rina Morelli nel film del 1963…
Più che la sua fede, su cui puntò Visconti, mostriamo il suo essere madre. Lei poi è un po’ l’ago della bilancia… Pubblicamente lei non mette mai in cattiva luce il principe Fabrizio, ma nel segreto delle loro stanze gli dice sempre le cose come stanno. Soprattutto protegge l’equilibrio della famiglia e i figli, in primis i più fragili. Non ha la sfrontatezza di una donna contemporanea nel parlare col suo compagno, ma la vediamo tenergli testa.
Tanta attenzione, precisione: leggevo però che ha una tazza con scritto “inadeguata”.
Chi studia così tanto come me lo fa proprio per sfuggire alla sindrome dell’impostore e al senso di inadeguatezza profondo che prova davanti a qualsiasi situazione… La tazza è delle “mammedimerda” su Instagram, che mi fanno molto ridere. Anche perché si dà per scontato che le mamme sappiano tutto. Come se nel momento in cui ti nasce un figlio tu improvvisamente sia incoronata “madre” e sappia tutto. E invece non sei niente, e te lo devi ricordare. Ma senza sentirlo come un problema, sebbene la società ti costringa a dovere essere sempre all’altezza. Non sentirsi all’altezza è normale, è sano ed è anche , per me, un modo per recitare meglio. Perché quell’insicurezza quando viene colmata ti dà la possibilità di scoprire un sacco di cose.
La regista Laura Lucchetti ha ammesso di aver avuto il poster di Kim Rossi Stuart in camera: anche lei?
La odio! Mi ha rubato la battuta. Era una cosa che ho sempre detto io… Ma a parte il fatto di avere il suo poster, la prima volta che l’ho visto c’è voluto un attimo per riuscire a ricompormi… Poi, da lì in poi, tutto a posto. Era il principe azzurro di tutte noi adolescenti. È stato bello incontrarlo, conoscerlo e in fondo umanizzarlo.
Per chiudere, cosa invidia di quell’epoca?
Il fatto che ci fossero meno cose. Meno tutto, meno oggetti, meno immagini, meno consumismo, meno bisogni indotti, era tutto più essenziale. Io cerco di evitare, ma poi tutti siamo pieni di oggetti, ricordi, cose che ci portiamo dalle vite passate. Soprattutto, si parlava di più tra persone, non con uno schermo come adesso…
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