Il contadino digitale Paolo Nenci a Chiusi

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Nessuno è profeta in patria, specie chi cerca di fare le cose un po’ diversamente. E infatti Paolo Nenci, giovane contadino toscano che ha scommesso sui social in tempi non sospetti per il settore, il premio per l’eccellenza del suo olio di oliva l’ha ritirato a Dubai, qualche mese fa. Se si è fatto notare fin negli Emirati è merito senz’altro della qualità del suo prodotto, ma anche della presenza e credibilità sulle reti digitali, un filone che ha ritenuto importante quanto il lavoro nei campi. “Il marketing è una risorsa anche per chi fa il contadino, non c’è niente di strano”: così è come ha trovato il modo di rilanciare l’azienda agricola di famiglia a Chiusi.

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Paolo Nenci, contadino senza dubbi 

Classe ’92, originario della cittadina della Val di Chiana in provincia di Siena, Nenci non ci ha pensato tanto su, quando si è trattato di decidere cosa fare da grande. “Non volevo altro che lavorare col nonno. Alle medie, quando ho saputo che c’era una scuola che mi avrebbe insegnato a lavorare sui trattori ho capito che faceva per me”.

Paolo Nenci tra i filari della sua azienda agricola a Chiusi

Dopo il diploma all’istituto agrario di Cortona eccolo passare alla svelta nell’azienda avviata nel ’72, con i primi ettari destinati a cereali, vino e olio da vendere sfusi. “Ho avuto una base solida, questo è certo, non sono partito da zero”, racconta, “ma ho trovato una realtà che fatturava poco, si reggeva in pari con la pensione dei nonni”. Nessuna attenzione per la parte commerciale, come prassi diffusa nelle imprese agricole vecchio stampo, e un potenziale espresso solo in parte.

L’azienda agricola del nonno e il progetto della nuova generazione

Nessuno mi ha obbligato a fare questo lavoro, e così mi ci sono messo d’impegno, provando strategie nuove”, spiega Nenci a proposito dei corsi di formazione in marketing digitale che ha frequentato tra il 2016 e il 2017. Insieme ha consolidato e ampliato il lavoro in azienda, che oggi conta un totale di 25 ettari di colture tipiche toscane come olive Leccino, Correggiolo, Frantoio e Moraiolo, oltre alla Minuta di Chiusi, “una cultivar che esiste solo qui e stiamo valorizzando con una comunità dedicata, insieme a Slow Food”.

Paolo Nenci in cantina col nonno

Poi vigne di Sangiovese, Cabernet Franc e Merlot, vinificate nella propria cantina con l’aiuto di un enologo francese, per innalzare la qualità rispetto al passato. Infine i cereali, la cui selezione e rotazione triennale è decisa anche in ragione della previsione dei prezzi e dei contributi erogati tramite i programmi della PAC, Politica Agricola Comune: ecco di cosa si tratta e perché è importante in Italia.

Comunicare sui social per valorizzare l’attività agricola: la strategia di Nenci

La leva più potente per il rilancio dell’azienda è però stata la presenza di Paolo sui social. Non semplicemente curando profilo e contenuti, ma mettendoci personalmente la faccia, in quanto primo ‘contadino digitale’. “Ho studiato il settore e capito l’importanza non solo di un logo coerente e accattivante, ma anche di creare un ‘personaggio’ credibile al quale ci si possa fidare e affezionare”.


Nenci lo ha fatto condividendo video e storie a metà tra divulgazione e intrattenimento, per portare la fan base direttamente tra campi e cantina e raccontare loro la vita di un professionista giovane. E smentendo, inoltre, i preconcetti legati a una visione passatista e, diciamolo, un po’ retrograda del mestiere. Risultato? Impennata di followers e nuovi clienti, anche più giovani e appassionati.

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Tecnologia e digitale anche nei campi

All’azienda di Paolo il digitale non è tuttavia utile soltanto per raggiungere clienti e seguaci, ma anche come strumento di gestione innovativa. Dal 2020, grazie a un premio della Fondazione Monte dei Paschi con Siena Food Lab, ricorre ad Agriculus, software e app per l’agricoltura di precisione.

Paolo Nenci al lavoro in cantina

Di cosa si tratta? “Abbiamo una colonnina in campo agganciata al satellite, che monitora i dati meteorologici come temperatura, vento, irraggiamento” e inoltre restituisce immagini fotocromatiche che misurano lo stato delle coltivazioni. “Così posso concimare o trattare solo le zone in cui è più probabile un attacco di parassiti o che sono carenti di certe sostanze, senza disperdere energie e risorse e guadagnando in efficacia”. Non ci sono più i contadini ‘di una volta’, e in effetti è una bella fortuna.

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