Il Comitato di indirizzo strategico – Cis del Fondo per la Repubblica Digitale ha deliberato il Piano strategico per le annualità 2025-2026. Verranno messe in campo risorse per complessivi 100 milioni di euro. Al centro, una serie di obiettivi: lo scale up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuovi avvisi pubblici aperti a tutti gli stakeholder (i progetti già sostenuti che avranno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità); l’incremento del plafond del bando Fuoriclasse; l’apertura di un canale di cofinanziamento per portare avanti collaborazioni strategiche e sostenere progetti con un alto potenziale di efficacia; il potenziamento dei Centri di facilitazione digitale attraverso la pubblicazione di un nuovo bando da cinque milioni di euro. Sono stati stanziati circa 85 milioni di euro per lo scale up dei bandi Futura, Onlife, Prospettive, Polaris e Digitale sociale. Le misure approvate sono volte a garantire il consolidamento di attività già avviate con successo e confermare nuove iniziative che guideranno le azioni del Fondo nel corso del biennio 2025-2026, per affrontare le grandi sfide del futuro in linea con la mission del Fondo.
Le modalità di intervento del Fondo per la Repubblica Digitale sono state definite da un protocollo di intesa siglato tra il Governo e l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio – Acri. L’obiettivo è sostenere progetti, selezionati attraverso bandi, rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, per accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese. L’iniziativa, proposta dal dipartimento per la Trasformazione digitale, intende fornire opportunità di alfabetizzazione digitale ai cittadini su tutto il territorio nazionale.
Attraverso la valutazione d’impatto dei progetti sostenuti, il Fondo mira (nell’arco del quinquennio 2022-2026) a selezionare i più efficaci per ampliarne l’azione sul territorio nazionale e raggiungere più persone, realizzando miglioramenti tangibili nelle competenze digitali. Si cercherà di individuare le best practice in ambito di upskilling e reskilling digitale, così da poterle riportare al decisore pubblico perché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali.
È stato previsto un incremento del plafond del bando Fuoriclasse, volto al reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale: dai cinque milioni originariamente previsti si è passati a 10 milioni di euro, anche in considerazione dell’alto numero di proposte pervenute alla chiusura del bando, lo scorso 10 febbraio. Programmata l’apertura di una linea di cofinanziamento, con una dotazione di risorse pari a cinque milioni di euro, per attrarre risorse private e portare avanti collaborazioni strategiche e sostenere progetti con un alto potenziale di efficacia, in linea con le iniziative realizzate nell’ambito dell’intelligenza artificiale messe in campo anche con il sostegno di Google.org.
«Il Comitato di indirizzo strategico conferma l’impegno a garantire la continuità operativa e l’efficacia delle proprie attività, nel perseguimento degli obiettivi strategici prefissati», sottolinea Daria Perrotta, ragioniere generale dello Stato e presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica digitale. «Un approccio che testimonia la solidità del lavoro svolto e la volontà di proseguire nel processo di accrescimento delle competenze nella transizione digitale. In tale contesto, la sinergia tra Governo e Fondazioni di origine bancaria può svolgere un ruolo centrale nel promuovere iniziative per lo sviluppo del Paese».
«Con l’approvazione del Piano strategico 2025-2026, il Fondo per la Repubblica digitale consolida ulteriormente la sua azione per favorire l’accesso alle nuove competenze digitali da parte di un ampio numero di italiani, che rischiano di essere esclusi dalla transizione digitale in corso», sostiene Giovanni Azzone, presidente di Acri. Lo scale up delle sperimentazioni positive del primo triennio di attività e le nuove linee di intervento delineate dal Comitato di indirizzo strategico per il prossimo biennio, contribuiranno a estendere l’impatto delle iniziative del Fondo. In particolare, l’introduzione della possibilità di cofinanziamento, già sperimentata con successo dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, potrà generare un ulteriore effetto leva in termini di risorse disponibili e, soprattutto, favorire il coinvolgimento di altri attori del Paese in questa vasta operazione di contrasto alle nuove disuguaglianze, di cui le Fondazioni di origine bancaria sono convintamente tra i principali promotori».
«Con il Piano strategico ‘25-’26, il Fondo continua a sostenere progetti e iniziative per la formazione e l’inclusione digitale, con un’attenzione particolare alle categorie più vulnerabili della popolazione», sottolinea Giovanni Fosti, presidente del Fondo. «L’obiettivo è ampliare l’accesso al digitale, offrendo opportunità concrete di sviluppo delle competenze digitali e di inserimento lavorativo, grazie alla collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore. Pur tenendo conto della rimodulazione delle risorse disponibili, il nostro impegno per accompagnare il Paese nella transizione digitale resta saldo. Solo così possiamo garantire maggiore coesione sociale e un processo di trasformazione digitale equo ed efficace».
Il Fondo per la Repubblica digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Pnrr e dal Pnc ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione, come Neet, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione causa dell’automazione, dipendenti, collaboratori e volontari degli enti dell’economia sociale, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado e persone detenute. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci in modo tale da offrire le migliori pratiche al Governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali.
Credit: foto d’apertura di Junior Teixeira su Pexels
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link