Finanziamento di 27 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione del Real Sito di Carditello

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Il Real Sito di Carditello (San Tammaro, Caserta) riceverà un finanziamento di 27 milioni di euro dal Ministero della Cultura per il restauro, consolidamento e recupero paesaggistico e ambientale.

Questo importo si aggiunge ai 30 milioni di euro annunciati in maggio annunciati dal Ministero della Cultura, portando il totale a circa 60 milioni di euro negli ultimi sei mesi. Il progetto prevede il recupero dei volumi inagibili e la realizzazione di interventi strutturali e impiantistici per l’efficientamento energetico e la riduzione dei rischi sismici.

A dieci anni di distanza dall’asta giudiziaria che, sventando i tentativi di acquisizione del sito da parte di ambienti malavitosi, aveva assegnato la proprietà del Real Sito al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dunque, il complesso monumentale di Carditello rinasce e rafforza le sue ambizioni, dopo essere stato considerato per decenni l’esempio dell’abbandono nella Terra dei fuochi ed essere stato sottoposto a razzie vandaliche di ogni genere da parte della criminalità organizzata.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Questo nuovo finanziamento – afferma Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello – dimostra il raggiunto status di Carditello e la centralità che sta finalmente acquisendo dopo anni di malaffare e degrado, diventando un punto di riferimento per le istituzioni, oltre che per i suoi oggettivi valori storici, culturali, ambientali e paesaggistici non solo a livello nazionale. Stiamo lavorando alacremente per imprimere un decisivo cambio di passo e per affermare Carditello quale paradigma di un territorio e di una popolazione che ha definitivamente alzato la testa. Questa governance, in meno di due anni, ha dimostrato la necessaria determinazione nel perseguire gli obiettivi con una notevole capacità di essere credibile e, proprio per questo, di attrarre significative risorse nel segno della legalità, della trasparenza e del massimo rigore, con procedure chiarissime come nello spirito che contraddistingue la nostra azione amministrativa.

La strategia di recupero include la messa in sicurezza della Reggia, delle torri e delle aree pertinenziali. In meno di due anni, la governance ha attratto risorse significative nel segno della legalità e della trasparenza, con l’obiettivo di fare di Carditello un punto di riferimento culturale a livello nazionale.

Stiamo portando avanti la nostra strategia con estrema tenacia, perseveranza e lungimiranza, lavorando lealmente e in perfetta sinergia con i nostri soci, il Ministero della Cultura e la Regione Campania, che non a caso ha scelto Carditello come sede dell’Unità di intelligenza ambientale per il monitoraggio del territorio. Ci stiamo concentrando sugli interventi strutturali, impiantistici ed infrastrutturali, prendendo in considerazione approcci ecosistemici e preoccupandoci di mettere in sicurezza non solo la Reggia, le torri e i suoi capannoni, ma l’intero contesto demaniale con otre 150mila mq. di aree pertinenziali ed edifici abbandonati per recuperare il tessuto viario originario. Dopo aver inaugurato il Tempietto, realizzato i lavori nelle scuderie, riqualificato il galoppatoio di Ferdinando IV e aperto le sale reali, ora procederemo a completare, con un ulteriore tassello, il mosaico del grande masterplan che abbiamo disegnato con i nostri consulenti tecnici per il rilancio dell’intero ambito territoriale che definisce il perimetro del grande progetto Real Sito di Carditello. Quello che all’inizio del nostro mandato – conclude il presidente Maddaloni – poteva sembrare una utopia da visionari, adesso comincia a diventare un risultato concreto e misurabile, ottenuto con un approccio manageriale rivolto a recuperare prioritariamente e con urgenza un patrimonio edilizio per troppo tempo lasciato in condizioni di pericolo per la sicurezza e per la sua stessa conservazione. Carditello ha tutte le potenzialità per diventare la Venaria Reale del sud.

Il Real Sito di Carditello, voluto da Ferdinando IV di Borbone ed edificato intorno al 1787 da Francesco Collecini, collaboratore di Luigi Vanvitelli, è un esempio di architettura destinata allo sviluppo agricolo e alla zootecnia. La tenuta, un tempo utilizzata per battute di caccia e per l’allevamento di cavalli di razza reale, rappresenta un esempio di imprenditoria illuminata promossa dalla casa reale borbonica.

Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello



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