C’è futuro per il mondo dell’auto in Europa

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L’attesa era quasi spasmodica, vista la posta in palio: ma non è stata tradita, almeno nelle enunciazioni. Lo conferma anche il ministro del Mimit, Adolfo Urso: «Salvata l’industria auto europea, la Commissione da ragione all’Italia». È quanto ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in una nota in merito alle dichiarazioni del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del secondo meeting nell’ambito del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea. «Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo’», aggiunge Urso.
E’ chiaro, il riferimento al sostegno alla produzione di batterie elettriche made in Europe è un assist formidabile (o potrebbe esserlo) per la partita Gigafactory, inchiodata al palo dal giugno scorso e che entro l’inizio dell’estate dovrebbe svelare il proprio destino. Se davvero, nel piano d’azione che conosceremo domani ci saranno incentivi determinanti, non potranno più accamparsi alibi per non procedere con l’investimento anche allo stabilimento di Termoli, con Acc, tenendo conto che due dei suoi azionisti, Stellantis appunto e Mercedes, sono compresi nell’associazione Acea che ieri si è confrontata con la presidente della Commissione europea,
I principali attori del settore automobilistico europeo, tra cui costruttori e fornitori, riconoscono gli sforzi della Commissione Europea nel dialogo strategico, ma sottolineano la necessità di azioni immediate per salvaguardare la competitività dell’industria automobilistica in vista della transizione verso la mobilità a zero emissioni.
Nonostante investimenti per centinaia di miliardi di euro, la domanda di veicoli a zero emissioni non sta crescendo al ritmo necessario. Per far sì che questa trasformazione abbia successo, i leader dell’industria chiedono interventi urgenti per potenziare le infrastrutture di ricarica, incentivare la domanda e ridurre i costi di produzione.
Flessibilità nei target di CO2: un primo passo, ma non basta
Durante l’incontro con la Commissione, è stato accolto con favore l’approccio più pragmatico verso la decarbonizzazione, basato sul principio della neutralità tecnologica. La proposta di ridurre le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di CO2 per il 2025 per auto e furgoni è considerata un passo nella giusta direzione, ma resta la necessità di affrontare le specificità del settore dei camion e degli autobus, che affronta sfide uniche.
Secondo Ola Källenius, presidente dell’ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association) e CEO di Mercedes-Benz, la trasformazione dell’industria è in corso, ma serve un quadro regolatorio che garantisca la competitività dell’UE. “Apprezziamo le misure per accelerare l’adozione della guida autonoma e le agevolazioni per i target di CO2 del 2025. Tuttavia, la questione centrale resta: come possiamo affrontare la strada verso il 2035 con la flessibilità necessaria affinché questa transizione funzioni?”
I fornitori di componentistica, rappresentati da Matthias Zink, presidente di CLEPA (European Association of Automotive Suppliers), sottolineano l’importanza di una regolamentazione che non escluda tecnologie alternative. “Il settore è pronto per la decarbonizzazione, ma serve maggiore flessibilità per un obiettivo ambizioso, ma realizzabile. Dobbiamo garantire che soluzioni come i veicoli ibridi plug-in (PHEV) e gli extender di autonomia possano avere un futuro anche dopo il 2035”. Più di 3.000 aziende, molte delle quali PMI, dipendono dalla possibilità di diversificare la produzione senza essere vincolate esclusivamente alla mobilità elettrica.
La trasformazione del settore dei camion e degli autobus presenta difficoltà ancora maggiori. Secondo Christian Levin, CEO di Scania e presidente del Comitato Veicoli Commerciali di ACEA, “abbiamo meno di cinque anni per passare dal 2% al 35% di veicoli pesanti a zero emissioni, ma oggi mancano le condizioni essenziali per realizzarlo”.
L’industria chiede che l’Automotive Action Plan includa una revisione accelerata degli standard di CO2 per i veicoli pesanti, con una valutazione approfondita delle infrastrutture necessarie e misure per garantire la parità dei costi con le alternative a combustione interna.
Le priorità dell’industria automobilistica europea: i produttori e fornitori europei hanno ribadito le loro richieste alla Commissione UE, evidenziando quattro punti chiave:
1. Accelerare la revisione dei regolamenti sulle emissioni di CO2, sia per le auto e i furgoni che per i veicoli pesanti, garantendo una valutazione realistica delle condizioni necessarie per il passaggio a zero emissioni.
2. Misure concrete per favorire la trasformazione, tra cui target più ambiziosi per le infrastrutture di ricarica (AFIR), incentivi fiscali e meccanismi per ridurre il costo di proprietà dei veicoli pesanti a zero emissioni.
3. Neutralità tecnologica e apertura a più soluzioni, evitando una dipendenza eccessiva dalle batterie importate e mantenendo spazio per PHEV, idrogeno e altre alternative climaticamente neutre.
4. Politiche commerciali equilibrate, per garantire che l’industria europea rimanga competitiva e che la catena di approvvigionamento automobilistica non sia penalizzata rispetto ai concorrenti globali.
L’industria automobilistica europea riconosce gli sforzi della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dei commissari coinvolti nel Dialogo Strategico, ma chiede azioni rapide e mirate per garantire che la transizione ecologica non penalizzi la competitività del settore.
L’incontro di oggi segna un primo passo, ma le sfide da affrontare restano numerose. Nei prossimi mesi, il dibattito proseguirà con l’obiettivo di definire un quadro normativo flessibile, realistico e capace di sostenere un’industria chiave per l’economia europea.
«La Commissione europea ha deciso di introdurre un meccanismo di flessibilità triennale per i costruttori di automobili in merito alle sanzioni previste dalla legge sulle norme in materia di CO2. Non penalizzeremo il settore che dovremmo aiutare». Lo scrive via X il vicepresidente della Commissione europea, Stéphane Séjourné, dopo l’annuncio della Commissione europea di voler proporre un emendamento al regolamento sulle norme CO2 delle auto per scongiurare le multe per le case automobilistiche che non rispettano gli standard. «Gli studenti più bravi riusciranno a mettere a frutto i propri sforzi, mentre quelli più indietro avranno più tempo. Questa decisione è il risultato di un lungo processo di persuasione e sono felice che sia stata scelta questa opzione», ha aggiunto. «Proporrò questo mese un emendamento mirato al regolamento sulle emissioni di CO2», per le auto per far sì che le aziende automobilistiche, «abbiano tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità», per evitare le sanzioni che sarebbero scattate da quest’anno. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un punto stampa dopo aver incontrato i rappresentanti del Dialogo strategico sull’automotive. «Dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati – ma anche – ascoltare le voci che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili», ha aggiunto. La leader tedesca ha anticipato i punti principali del piano ad hoc per il settore che sarà svelato mercoledì, confermando un intervento urgente per garantire flessibilità alle case automobilistiche dalle multe che scatterebbero quest’anno ai produttori che supereranno il limite di 94 grammi/km di emissioni per le nuove vendite, stimate in oltre 15 miliardi per quest’anno. I target restano gli stessi ma si darà più tempo, 3 anni, alle case automobilistiche per il calcolo delle emissioni.
«Gli obiettivi rimangono gli stessi. Devono essere raggiunti, ma questo significa più respiro per l’industria», ha precisato von der Leyen, assicurando che saranno accelerati «i lavori sulla revisione dei target 2035 con la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale”. Tra le iniziative che faranno parte del piano per il comparto menzionate da von der Leyen anche “un’alleanza industriale” per lo sviluppo di “software, chip e tecnologia di guida autonoma” per le auto e lo sviluppo delle batterie ‘Made in Europe’. «Valuteremo il sostegno diretto per i produttori di batterie dell’Ue», ha detto von der Leyen, spiegando che sarà introdotto gradualmente il principio di «contenuto europeo per le celle delle batterie e i componenti. La semplificazione normativa della burocrazia continuerà», ha concluso.



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