Brasile, 20 anni fa l’assassinio di suor Dorothy Stang

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Il 12 febbraio 2005, la religiosa statunitense veniva uccisa dopo essersi battuta per decenni contro la deforestazione nella regione amazzonica e per i diritti dei lavoratori

Károly Koller – Città del Vaticano

La suora, originaria degli Stati Uniti, si è battuta per decenni nella regione amazzonica contro la deforestazione e per i diritti dei piccoli agricoltori e dei lavoratori. In questo modo è rimasta coinvolta nel conflitto di interessi ed è stata ripetutamente minacciata. Dorothy Stang aveva 73 anni quando è morta sotto i colpi di un killer il 12 febbraio 2005. È morta con la Bibbia in mano. «Le tasche di Dorothy erano sempre piene di semi. Oggi, ovunque vada, sento dire: “Questa pianta di cacao l’ho presa da Dorothy”, “Questa palma è di Dorothy”. I poveri l’hanno portata nel cuore»: è quanto ricorda Jane Dwyer che ha lavorato a lungo al fianco di suor Dorothy Stang, originaria degli Stati Uniti, che si è battuta per decenni nella regione amazzonica contro la deforestazione e per i diritti dei piccoli agricoltori e dei lavoratori.

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Tasche piene di semi

Ha le tasche piene di semi anche la consorella Kátia Webster che, oltre all’amore per le persone, vede nell’amore per la natura il filo conduttore della vita di Dorothy Stang. «Proteggere la natura, connettersi con tutte le creature: questo era il cuore della sua spiritualità. Quando dissodiamo il terreno, dopo il raccolto dovrebbe essere più ricco di prima. Non siamo noi i padroni della vita». Dorothy Stang arrivò in Brasile nel 1966, all’età di 35 anni, per lavorare per le persone e la natura. Inizialmente, la suora americana delle sorelle di Nostra Signora di Namur ha lavorato in una piccola città ai margini settentrionali del bacino amazzonico.



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Dieci anni di peregrinazioni

Suo Kátia ricorda: «Lì ha fatto una campagna per i contadini senza terra. Quando la dittatura militare attirò centinaia di migliaia di persone nelle zone ancora incontaminate della foresta pluviale con promesse di terre, suor Dorothy seguì i lavoratori migranti».

Questa migrazione durò dieci anni e si concluse nel 1982 ad Anapú, un povero insediamento non lontano dal Rio Xingú. Qui vivevano gli ex operai che il governo aveva abbandonato dopo il completamento dei grandi progetti. Webster: «Inizialmente viveva con una famiglia molto povera», «questa è la vocazione della nostra congregazione: vivere con i più poveri tra i poveri».

Anche la polizia era contro di noi

Assieme alle sue consorelle, Dorothy Stang creò una piccola stazione missionaria ad Anapú. E sostenne la popolazione nel chiedere al governo tutto ciò che aveva promesso alla popolazione: scuole, assistenza sanitaria e terra da coltivare. La richiesta di terra, in particolare, cadde nel vuoto, poiché il governo favoriva i grandi proprietari terrieri. Nel momento del bisogno, i piccoli agricoltori piantarono campi su terreni incolti e costruirono capanne. Ma i grandi proprietari e i taglialegna rivendicavano la terra per sé. «Gli sparavano addosso, le loro case — sottolinea suor Dwyer — venivano distrutte. La polizia veniva sempre da noi. Anche loro erano contro di noi. Ma la gente ha resistito e, con l’aiuto di Dorothy, ha costretto le autorità a riconoscere le loro proprietà».

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I grandi proprietari terrieri non sanno perdere

Ispirati da suor Dorothy, le famiglie praticavano l’agricoltura biologica e vivevano in armonia con la natura. L’intera area doveva essere dichiarata riserva naturale per evitare la deforestazione illegale. Il riconoscimento statale è stato confermato nel 2004 con grande gioia. Ma questo ha fatto precipitare la situazione. «I grandi proprietari terrieri non sanno perdere. Non riescono ad accettare la sconfitta. Pensavano che se avessero ucciso Dorothy, la gente sarebbe fuggita».Il 12 febbraio 2005, Dorothy Stang venne fermata dai pistoleiros mentre si dirigeva verso il nuovo insediamento e fu uccisa a colpi di pistola. Un testimone riferisce che prima aveva letto ai suoi assassini il Discorso della Montagna: “Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”.

Quartiere povero di Belem

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Morte all’alba

«Dorothy è morta al mattino. La polizia — aggiunge suor Dwyer — è arrivata solo in serata per recuperare il suo corpo. Per tutto il tempo, le persone non si sono mai allontanate da lei. Nascosti nei cespugli, inzuppati dalla pioggia tropicale, hanno vegliato. Nessuno è fuggito».

Durante il funerale, la gente ha detto: «Non stiamo seppellendo Dorothy. La stiamo piantando». Vent’anni dopo, il seme è germogliato. Sono sorti molti altri insediamenti, dove le famiglie vivono in armonia con la natura. Ma la lotta continua.

“Non stiamo seppellendo Dorothy – la stiamo piantando”

«L’ultima occupazione delle terre — prosegue la consorella — è stata dura: le case sono state incendiate, la scuola è stata distrutta. Ci sono state sparatorie notturne. Quando è finita, i residenti hanno scelto il nome “Dorothy Stang” per il nuovo insediamento. “Dorothy ci dà speranza”, dicono in molti. La gente di qui non la dimenticherà mai. Perché ha dato la vita per loro».

Gli assassini di Dorothy Stang e i loro favoreggiatori sono stati condannati, ma rilasciati dopo poco tempo. Dopo la morte violenta di suor Dorothy, solo ad Anapú sono state uccise altre 19 persone per la terra. Il suo caso non è mai stato indagato.

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