”Trump ha offerto un contratto neo-coloniale, la mia solidarietà a Zelensky”

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Il professore intervistato da Di Battista: “Il futuro dell’Ucraina? Le risorse finiranno e a quel punto dovrà tragicamente accettare una resa incondizionata”

Mi ha molto colpito lo scontro tra Zelensky e Trump. Io sono stato il primo a criticare a Zelensky quando in Italia nessuno osava farlo, dissi che se diventa un ostacolo per la pace bisogna abbandonarlo. Il mio giudizio è rimasto lo stesso, perché credo che Zelensky abbia commesso una serie di errori smisurati il primo dei quali è stato fidarsi degli Stati Uniti e poi di sottovalutare la forza della Russia e di credere nell’imbattibilità dell’Ucraina. Però mi sono schierato con Zelensky nello scontro con Trump perché quest’ultimo vuole derubare gli ucraini delle loro risorse più preziose, stabilendo in questo modo un rapporto neo-coloniale tra gli Stati Uniti e l’Ucraina”. A dirlo è il professore e sociologo Alessandro Orsini, intervistato dall’attivista politico Alessandro Di Battista. “Io ho molto solidarizzato con Zelensky nello scontro alla Casa Bianca. Dal mio punto di vista non c’è stato uno scontro tra Trump e Zelensky ma tra un popolo povero, gli ucraini, e un popolo ricco gli americani”, ha affermato il docente. “La proposta iniziale di Trump era rubare il 100% delle terre rare degli ucraini, quindi compromettendo le loro possibilità di sviluppo e affamando ulteriormente un popolo intero, in cambio di niente”, ha ricordato Orsini. “Poi c’è stato lo scontro e Trump ha accettato di rubare il 50% delle terre rare inventando cifre assurde secondo cui gli Stati Unti avrebbero dato 350 miliardi di dollari e che pertanto gli ucraini dovevano impegnarsi a restituirli. Ma il contratto non prevedeva niente in cambio per questi ultimi, nessuna garanzia di sicurezza. E Zelensky ha cercato di difendere il suo popolo”, ha detto il professore, precisando però di aver modificato il suo giudizio politico nei confronti del presidente ucraino. “La seconda ragione per cui ho solidarizzato è che Trump vuole rubare le terre rare senza dire loro quali parti dell’Ucraina intende dare alla Russia. Cioè sta chiedendo a Zelensky di accettare una trattativa al buio. E in questa trattativa non sappiamo se Trump abbia già ceduto ai russi Odessa, l’ultimo territorio con sbocco al mare ucraino”. Secondo Orsini, infatti, “quello che Trump ha offerto è un contratto vessatorio di natura coloniale”. La terza ragione per cui “ho solidarizzato con Zelensky è che deve esserci sempre il rispetto verso il nemico sconfitto. Se fosse Putin lo sconfitto affermerei lo stesso. Mancare di rispetto a Zelensky in quel modo, denigrarlo e umiliarlo per me è sbagliato. Zelensky è un uomo finito politicamente e merita rispetto”. Un’altra ragione “della mia solidarietà è che Trump ha mentito quando ha affermato che Zelensky è il responsabile della guerra in Ucraina. E’ assolutamente falso. Zelensky è causa della guerra in Ucraina come un missile è causa del suo lancio. Significa che la guerra in Ucraina non è scoppiata per colpa di Zelensky ma perché gli Stati Unti hanno cercato di assorbire l’Ucraina nella NATO”. “Siccome lo sconfitto in questa storia sono gli Stati Uniti e non Zelensky, allora Trump insulta copiosamente l’Unione Europea e Zelensky per distogliere l’attenzione da questo fatto evidente”. E sul futuro dell’Ucraina, secondo il professor Orsini, il paese “precipiterà sempre di più”. “Credo che Trump abbia capito che l’unico modo di convincere Zelensky ad arrendersi sia quello di sospendere gli aiuti americani”. “L’Ucraina è già nel baratro e con il passare dei mesi moriranno sempre più ucraini e il paese perderà sempre più territorio. Credo che Trump intenda far finire questa guerra dopo lo scontro alla Casa Bianca con il fenomeno che più spesso conduce alla fine delle guerre: l’esaurimento delle risorse. A un certo punto – ha concluso – gli ucraini tragicamente esauriranno le risorse e la guerra finirà nel modo peggiore per gli ucraini perché se non ci saranno novità dovranno accettare una resa incondizionata. Perché non immagino come gli ucraini possano sopravvivere senza l’aiuto degli Stati Uniti”.

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