Roma, 3 marzo 2025 – Un nuovo scandalo rischia di gettare ancora più nell’ombra la piattaforma cinese TikTok: un articolo della Bbc ha raccolto testimonianze sulla compravendita di contenuti per adulti che vede come protagoniste ragazze minorenni in Africa e non solo. I giornalisti britannici hanno intervistato tre giovani del Kenya, ora maggiorenni ma che hanno cominciato a utilizzare l’app a questo fine già dall’adolescenza.
Se si utilizza TikTok nella notte, non è raro imbattersi in livestream da diversi paesi, soprattutto dall’Africa e dall’Asia. Le protagoniste sono ragazze spesso giovanissime, impegnate a ballare – anche in modo provocatorio – mentre la musica suona e gli utenti inviano emoji. Sulla piattaforma cinese, l’invio di emoji corrisponde a una transazione di denaro. “Kinembe, inbox me”, recita una delle giovani performer. In swahili, ‘kinembe’ significa ‘clitoride’. Gli spettatori interessati rispondono mandando un’emoji e scrivono un messaggio in privato alle ragazze. In seguito, la ‘conversazione’ si sposta su un’altra applicazione, dove le giovani si mostrano nude, a volte compiendo atti sessuali tra di loro; alcuni utenti chiedono invece di essere osservati mentre si danno all’autoerotismo in videochiamata.
Oltre la moderazione
Ci sarebbe un vero e proprio slang dietro a tale compravendita illegale di contenuti pedopornografici, uno slang volto a superare la barriera rappresentata dai moderatori di TikTok. Va però detto che l’applicazione è perfettamente consapevole che determinate cose accadano durante i livestream: “Puoi capirlo dal modo in cui si mettono in posa – con la videocamera che inquadra il décolleté e le cosce – che stanno sollecitando questo tipo di comportamenti. Potrebbero non dire nulla, ma si capisce dal fatto che segnalano il loro account su un’altra piattaforma, e non si può fare niente”, spiega un moderatore a Bbc News. La moderazione di TikTok potrebbe diventare sempre meno stringente, visto che sta affidando sempre di più all’intelligenza artificiale a discapito di moderatori umani che svolgono un lavoro meno capillare, ma più accurato.
Chi c’è dietro
Ma chi c’è dietro a queste ragazze, spesso provenienti da ambienti disagiati e che così cercano di guadagnare quel poco per avere una vita migliore? Esther, una delle giovani che ha raccontato la propria esperienza, ha sottolineato che il suo ‘protettore’ era a conoscenza del fatto che all’epoca fosse minorenne, e che ciò non fosse un problema in quanto lui “preferiva le ragazzine giovani”. Come è facile immaginare, i guadagni non sono divisi equamente: “Se viene inviata un’emoji da 35 mila scellini (259 euro) – continua Esther – lui ne prende 20 mila (148 euro), mentre a te ne restano solo 15 mila (111 euro)”. La pressione aumenta sempre di più, fino a diventare un vero e proprio sfruttamento, con la richiesta di guadagnare cifre sempre superiori.
Le testimonianze
Sia Esther che Sophie, un’altra delle ex performer sentite dalla Bbc, rimpiangono di essere entrate in questo giro. “Era come essere in manette”, racconta la prima. Sophie spiega che ha cominciato a fare livestream a sfondo sessuale su TikTok all’età di 15 anni, impegnandosi in videochiamate anche con un uomo tedesco. Alcuni dei video sono stati caricati online senza il suo consenso e le hanno causato un grande stigma, specie quando un suo vicino di casa si è imbattuto nei contenuti. “Ora sono considerata una pecorella smarrita e ai miei coetanei viene detto che li porterò su una cattiva strada. Sono sola per la maggior parte del tempo”.
La replica di TikTok
“TikTok ha tolleranza zero per lo sfruttamento – ha replicato un portavoce della piattaforma – Applichiamo rigorose politiche di sicurezza, tra cui robuste regole sui contenuti live, moderazione in 70 lingue, incluso lo swahili, e collaboriamo con esperti e creator locali, incluso il nostro Consiglio consultivo per la sicurezza dell’Africa subsahariana, per rafforzare continuamente il nostro approccio”. La Bbc non esclude però che all’applicazione questo giro di affari convenga, visto il grande numero di transazioni che ne è alla base: TikTok guadagna una percentuale del 70% per ciascuna di esse.
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