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Proteste a Niš, 1 marzo 2025 @ Milena Sošić

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Non si placano le proteste degli studenti in Serbia. Il primo marzo si sono radunati a Niš, nella Serbia sudorientale, da lì hanno emanato un “Editto degli studenti” che riportiamo qui nella traduzione integrale

L’imperatore romano Costantino (272-337 d.C.) è famoso per l’Editto di Milano, conosciuto anche come l’“Editto di Costantino”, emanato nel 313 che permise la libertà di culto nell’Impero Romano e mise fine alla persecuzione dei Cristiani sia nell’Impero Romano d’Occidente che in quello d’Oriente. Non tutti sanno però che Costantino era nato nella città romana di Naissus, che corrisponde all’odierna Niš in Serbia. Alcuni mosaici romani sono ancora preservati nella municipalità di Mediana, una delle municipalità che compongono la città.

In tempi più recenti, Niš è stata anche la prima città della Serbia a ribellarsi contro la dittatura del regime di Milošević nel 1996 quando fu retta dalla coalizione Zajedno. In tempi ancora più recenti, nell’estate 2024, fu proprio a Niš che un partito d’opposizione, guidato dal rinomato dottore Dragan Milić, quasi riuscì ad assicurarsi la vittoria nelle elezioni amministrative contro l’SNS del presidente Vučić, allora lacerato da divisioni interne.

Alla fine, l’SNS riuscì a trovare i voti per l’elezione del sindaco , ma la municipalità di Mediana divenne la prima, e finora l’unica, municipalità in Serbia ad esser governata da un partito d’opposizione.

Niš sabato scorso, dopo Belgrado, Novi Sad e Kragujevac, è stata la tappa più recente delle proteste in Serbia, proteste che continuano dopo il crollo della tettoia della stazione di Novi Sad il primo novembre 2024.

Il primo marzo, come avvenuto in precedenza, gli studenti sono confluiti a Niš a piedi e in bici da altre città della Serbia e a loro si sono uniti migliaia di cittadini che hanno riservato agli studenti un’accoglienza estremamente calorosa.

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Niš, 1 marzo 2025 @ Milena Sošić

La Serbia, terra di uomini liberi

Il momento centrale delle proteste di Niš, che sono continuate in un’atmosfera di festa popolare, è stato la lettura dell’“Editto degli studenti ”, preparato dagli studenti che con un pizzico di goliardia si sono rifatti proprio all’“Editto di Costantino”. Quella che segue è la traduzione dell’“Editto”.

Sulla libertà.

La Serbia è una terra di uomini liberi. La libertà non è un privilegio, ma un diritto fondamentale, inseparabile dalla dignità di ogni cittadino. È il fondamento della nostra società democratica, delle nostre leggi, delle nostre parole e dei nostri pensieri.

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Sullo Stato

Lo Stato è il bene comune di tutti i cittadini. Le istituzioni della Serbia devono servire la gente ed esser il fondamento della fiducia e non uno strumento di potere individuale. Noi siamo a favore di uno Stato dove la legge rappresenta l’autorità suprema e dove la funzione politica significa esser al servizio dei cittadini e non un privilegio.

Sulla giustizia

La giustizia è il fondamento di una società stabile. L’indipendenza del potere giudiziario, dei media liberi e le istituzioni devono operare secondo la legge e non sotto pressione politica. L’uguaglianza dei diritti deve essere una realtà per ogni cittadino della Serbia.

Sulla gioventù

I giovani hanno dimostrato che non sono soltanto gli eredi della Serbia, ma anche coloro che ne difendono la Costituzione. Gli studenti, coloro che conducono questa lotta, custodiscono i valori sui quali deve fondarsi la nostra società. I giovani della Serbia vogliono un sistema fondato sull’impegno e sulla conoscenza.

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Sulla dignità

Noi siamo a favore di una società dove si rispetta la dignità di ogni individuo. Dignità significa che nessuna persona deve esser umiliata per le sue credenze e opinioni. La Serbia deve essere un paese dove gli esperti non sono sottovalutati e dove si dà più valore alla conoscenza che all’obbedienza, dove i giovani vedono la speranza nel loro paese.

Sulla conoscenza

La conoscenza è alla base del progresso di ogni società. Vogliamo una Serbia che investe nella scienza, nella ricerca, nell’educazione e nella cultura, come priorità del proprio sviluppo. Le università devono essere dei centri di eccellenza indipendenti, e non il posto dove si comprano i diplomi e si esercita l’influenza politica.

Sulla solidarietà

Le strade delle nostre città, da Niš a Novi Sad, da Belgrado a Kragujevac, sono testimoni della forza dell’unità del popolo. Questa solidarietà, finora sconosciuta ad un sistema basato sulla divisione, diventa la nostra promessa e la nostra forza, che difenderemo e faremo crescere. Trasformando le singole voci in forze per il cambiamento, abbiamo dimostrato che la Serbia non è un insieme di interessi contrapposti, ma una comunità di cittadini che condivide la stessa visione del futuro.

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Questo editto deve esser il nostro impegno, la nostra promessa gli uni verso gli altri: che cercheremo di costruire un paese che appartiene a tutti, in cui ogni bambino può avere dei grandi sogni. Un paese dove la libertà e la giustizia saranno più forti di qualsiasi individuo, un paese dove il potere non si servirà del popolo, ma sarà al servizio del popolo.

La risposta del Presidente

Il Presidente della Serbia, Vučić ha immediatamente risposto a coloro che si erano riuniti a Niš. Mentre per mesi, governo e presidenza hanno cercato di disinnescare le proteste o di organizzare delle contro-proteste, la risposta di Vučić questa volta suona molto brusca e minacciosa.

Dopo ogni rivoluzione colorata che fallisce, c’è sempre una controrivoluzione che ha successo! ” queste le parole di Vučić alle riunioni di partito nelle città orientali di Zaječar e Bor, dove ha precisato che la Serbia riuscirà a sconfiggere il male esterno che minaccia di distruggere il paese.

Vučić ha anche accusato le proteste per aver danneggiato l’economia del paese . Infine ha etichettato come “imbecille” il corrispondente della RTS, la tv di stato, che aveva coperto le proteste.

Il cambio nella retorica del presidente può esser considerato un segnale di nervosismo mentre le proteste continuano, oppure deve esser interpretato come un brusco cambiamento dell’atteggiamento da parte delle autorità?

Lo si saprà nelle prossime settimane. Il 15 marzo una nuova, grande protesta è in programma proprio a Belgrado.

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